Grande curiosità ha suscitato, lo scorso 17 ottobre, l’incontro organizzato dal Serra Club di San Miniato sul tema delle canzoni trap. Protagonista della serata il seminarista Tommaso Giani che, conclusi gli studi teologici, sta svolgendo l’attività di docente di religione presso l’istituto professionale «Checchi» di Fucecchio. Per entrare in dialogo con i suoi ragazzi, Tommaso ha sfruttato la sua passione per le canzoni che vanno per la maggiore tra i giovanissimi e che fanno milioni di visualizzazioni (è questo oggi – e non più il numero di dischi venduti – il criterio per misurare la popolarità di un prodotto musicale). Dal commento in classe dei testi di queste canzoni è nato il progetto di uno spettacolo teatrale che coinvolgerà gli studenti del «Checchi». Le canzoni scelte sono quelle di Izi, uno dei più rappresentativi «trapper» del momento.
Ma cos’è la trap? È un genere musicale derivato dall’hip hop, divenuto estremamente popolare, negli ultimi anni, anche in Italia. I trapper sono generalmente ragazzi con un passato difficile, con storie di droga ed emarginazione alle spalle, e autodidatti: la trap infatti non richiede di imparare a suonare uno strumento e neanche di saper cantare. Le basi si possono scaricare da internet e la voce è regolarmente modificata con l’autotune, un dispositivo che serve a correggere i difetti di intonazione. Per fare la trap serve saper padroneggiare le rime e avere il flow (la fluidità), cioè la capacità di parlare molto velocemente senza incepparsi. Temi ricorrenti della trap sono l’uso di sostanze stupefacenti, il sesso, l’ostentazione della ricchezza e la vita dell’artista alle prese con la rapacità dei manager e l’invidia degli hater (gli odiatori, una categoria molto presente nel mondo di internet).
Sorprendentemente Tommaso riesce a trarre da questi testi, così cupi, spiragli di speranza da cui partire per far conoscere ai ragazzi storie di riconciliazione, di imprenditoria virtuosa, di collaborazione. «Nessuno si salva da solo», questo ad esempio il tema della canzone «Zorba» (dal nome del gatto che insegna alla gabbianella a volare nel celebre romanzo di Luis Sepúlveda). Tema che si ritrova anche in «Carioca», brano in cui Izi accenna all’incontro con un amico e con una passione, la musica, che lo aiutano a uscire dalla disperazione. Tommaso interpreta i testi e racconta: lo spettacolo si intitolerà «Perché tu respiri» (frase tratta da un’altra canzone di Izi, «Tutto torna»), poi propone l’ascolto di un esperimento di crossover tra la trap e la musica classica, minimalista, della pianista Isabella Turso, e conclude l’incontro con la lettura di un suo testo ispirato alla parabola del Figliol prodigo… perché anche nelle solitudini più nere e disperate è sempre possibile aggrapparsi a un verso, a un’emozione per ritornare alla vita.