«Tornare al gusto del pane» è stato il motto del XXVII Congresso Eucaristico nazionale tenutosi a Matera da giovedì 22 a domenica 25 settembre. Presente una delegazione della nostra diocesi guidata dal vescovo Andrea, che ha potuto fare esperienza profonda di sinodalità con le altre chiese italiane.
I congressi eucaristici, fin dalla prima edizione del 1891, hanno sempre rappresentato nel cammino della chiesa italiana un momento importante d’incontro, preghiera, riflessione e confronto. Quest’anno, se possibile, il convenire di tutti gli episcopati italiani nella città lucana era caricato anche di una risonanza ulteriore per il percorso sinodale inaugurato da papa Francesco nell’ottobre dello scorso anno. Una sorta di tappa di verifica, in cui fare il punto e riorientare propositi, stimoli e intenti.
Al Congresso era presente anche una delegazione della nostra diocesi, guidata dal vescovo Andrea, di cui facevano parte il direttore dell’Ufficio liturgico don Francesco Zucchelli, due giovani – il sottoscritto e Andrea Ceccatelli – e il diacono permanente Nicola Gentili con la moglie Veronica Banti; «una compagine singolarmente rappresentativa di tutta la diocesi», come ha sottolineato monsignor Migliavacca. Vari i momenti di ascolto, preghiera e confronto che si sono susseguiti nelle tre giornate. Partendo dal concetto di “pane”, sono stati perlustrati molteplici itinerari meditativi che hanno cercato di approfondire il mistero dell’Eucaristia, contestualizzata sia nell’ambito della liturgia che della vita spirituale del credente. Ampio margine è stato riservato anche a una riflessione su come l’Eucaristia si sia “incarnata” nei secoli, nel tessuto culturale del nostro Paese, uno specifico tutto peculiare della storia della nostra Italia. Riflessioni, spunti e insegnamenti univocamente finalizzati a stimolare la consapevolezza sul grande dono che Dio ha fatto agli uomini. Sono state offerte due meditazioni sul tema «il gusto buono del pane». La prima è stata tenuta da monsignor Gianmarco Busca, vescovo di Mantova, che ha evidenziato come la «liturgia sia prima di tutto un’esperienza sensoriale», sottolineando che l’Eucaristia rende possibile qualcosa di meraviglioso: «Mangio, dunque sono: sono parte del Signore». E ha proseguito: «Gustando conosco.
Quando la bocca gusta il cibo, ogni dubbio scompare. L’uomo si nutre, l’uomo umano sa mangiare, il credente sa gustare». La seconda meditazione è stata tenuta dalla professoressa Giuseppina De Simone, docente di Filosofia della Religione ed Etica alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, la quale ha affrontato il tema dell’Eucaristia legandolo a quello della sinodalità, e ha esortato a «ritrovare il gusto del pane che salva, del pane condiviso e da condividere, del pane spezzato perché tutti abbiano la Vita e l’abbiano in pienezza».
La De Simone ha anche richiamato l’attenzione al fatto che l’Eucaristia è sempre legata al mistero dell’unità della Chiesa: «La presenza reale non ci è stata data solo perché possiamo adorare Cristo sotto le specie eucaristiche, ma perché nutrendoci di quel pane possiamo diventare Chiesa, sempre di più e sempre di nuovo: porzione di una nuova umanità, segno sacramentale di quei cieli nuovi e terra nuova che tutti attendiamo».
Tre giorni costellati anche da preziose occasioni di preghiera personale e comunitaria: la Santa Messa quotidiana, la Via lucis e la processione eucaristica e, infine, la grande celebrazione di chiusura presieduta dal Santo Padre. Proprio papa Francesco, nella sua omelia, ha voluto sottolineare che l’Eucaristia oltre a essere il vertice verso cui tendiamo, è anche profezia di un nuovo mondo, punto da cui la Chiesa in cammino deve sempre ripartire. Per la nostra delegazione sanminiatese questo congresso eucaristico ha rappresentato un’occasione per vivere in maniera più profonda il mistero di comunione della Chiesa; ci è stata data la possibilità di confrontarci con tante persone che venivano da tutte la parti d’Italia, e abbiamo toccato con mano la ricchezza di quella Chiesa che vive l’unità nonostante le tante diversità. Ancor di più, se possibile: è stata posta davanti a noi la centralità dell’Eucaristia, fonte e culmine della vita della Chiesa, dono verso il quale siamo incamminati: Eucaristia che cammina insieme a noi nel cammino della storia.
Significativo da questo punto di vista anche il commento del vescovo Andrea: «Per tramite del nostro gruppo, tutta la chiesa di San Miniato ha idealmente partecipato a questa comunione di chiese, che a Matera hanno anche espresso la concretezza del cammino sinodale in corso. L’evento del Congresso eucaristico è stato infatti anche un momento di ripartenza di questo secondo anno di cammino sinodale, un momento in cui abbiamo potuto indicare la centralità di Gesù e dell’Eucaristia; la sinodalità infatti non si può fare se non camminando con Lui. Bella e significativa la presenza di tanti vescovi venuti da tutta Italia e del Papa insieme a noi, che ha rappresentato il segno dell’unità di tutta la chiesa».