Un pranzo speciale, chef stellati e volontari porteranno dignità e speranza in 58 istituti penitenziari italiani il 18 dicembre. In Toscana il Rinnovamento nello Spirito Santo sarà presente in 5 carceri. Coinvolti anche volontari della diocesi di San Miniato, che faranno servizio nel carcere di Livorno. Un’iniziativa promossa da Prison Fellowship Italia per raggiungere chi spesso è dimenticato.
Giovedì 18 dicembre sarà una giornata particolare per migliaia di persone detenute in tutta Italia. In 58 istituti penitenziari si rinnova infatti l’appuntamento con “L’Altra Cucina – Un Pranzo d’Amore”, un’iniziativa che da undici anni porta il Natale dove spesso non arriva: dietro le sbarre, tra chi non riceve visite, tra chi rischia di trascorrere le feste in solitudine. In Toscana, il Rinnovamento nello Spirito Santo sarà impegnato in ben 5 istituti penitenziari: Massa, Siena, Livorno e le carceri minorili di Firenze (ragazzi) e Pontremoli (ragazze). Tra le strutture coinvolte c’è la Casa circondariale Le Sughere di Livorno, dove circa 230 ospiti potranno vivere un momento di fraternità e vicinanza grazie all’impegno dell’Associazione Prison Fellowship Italia, in accordo con la direzione della struttura, e con il supporto dei volontari del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) delle diocesi di Livorno e San Miniato. Una novità significativa di quest’anno, riguardo a questa iniziativa, è proprio la partecipazione del RnS della diocesi di San Miniato, che collaborerà attivamente con quello di Livorno. Il 18 dicembre, 5 volontari dalla nostra diocesi saranno presenti in carcere per pregare, intrattenere e servire i fratelli detenuti, offrendo un pranzo di Natale “stellato”. Pur non essendoci carceri nel territorio di San Miniato, persone dei gruppi diocesani si sono rese disponibili ad andare là dove chiamate a servire, testimoniando che la vocazione alla carità non conosce confini geografici.
UN MENÙ D’ECCELLENZA PER RESTITUIRE DIGNITÀ
A preparare il pranzo sarà l’associazione “I Cuochi Livornesi”, guidata dallo chef Andrea Banchieri, presidente dell’associazione cuochi di Livorno. La brigata porterà in tavola un menù ricercato della cucina livornese, con materie prime di eccellenza e piatti preparati con la massima cura. Perché questo pranzo non è solo nutrimento: è un gesto di riconoscimento, un modo per dire a chi è recluso che la sua dignità non è perduta. L’evento vedrà anche la partecipazione della cantante e conduttrice televisiva Luisa Corna, che intratterrà gli ospiti con il suo repertorio musicale, regalando un momento di leggerezza e spensieratezza. Prima del pranzo, ci sarà un momento di preghiera con il vescovo di Livorno Simone Giusti, insieme al cappellano don Michel.
UN’ALLEANZA CHE FA LA DIFFERENZA
L’iniziativa è il frutto di una collaborazione consolidata tra Prison Fellowship Italia, presieduta da Marcella Reni, e il Rinnovamento nello Spirito Santo, guidato da Giuseppe Contaldo. Due realtà che da anni camminano permettendo così che questo miracolo si realizzi. fianco a fianco, portando nelle carceri italiane non solo cibo, ma un’esperienza di incontro, ascolto e riscatto. Una comunione fatta di volontari, preghiera e cuori aperti, che dimostra come quando il bene cammina insieme possono accadere cose impossibili. Quest’anno l’iniziativa gode del patrocinio del Ministero della Giustizia e coinvolge chef stellati, artisti, sportivi e centinaia di volontari che siederanno accanto alle persone detenute per servire oltre 30.000 piatti in tutta Italia.
IL NATALE CHE NON GIUDICA, MA ABBRACCIA
“L’altRa cucina” (dove “altra” sarebbe in realtà scritto con la R maiuscola, a sottolineare che si tratta di “alta” cucina) è molto più di un pranzo: è un gesto che abbatte le barriere, che non punisce ma restituisce dignità, che non si limita a raccontare il Natale ma lo fa vivere concretamente. Per molti detenuti sarà l’unica occasione per festeggiare, l’unico momento in cui sentiranno di essere riconosciuti, abbracciati, amati». Come dice Marcella Reni, ci sono sbarre che non si aprono con una chiave, ma con un gesto. E quel gesto è alla portata di tutti. L’iniziativa si regge anche sul sostegno di chi, da fuori, sceglie di donare un pasto.
LE PAROLE DI MARCELLA RENI
Proprio la presidente di Prison Fellowship Italia ha spiegato il senso profondo di questa iniziativa: «Ormai da undici anni, noi facciamo una cosa a Natale: facciamo Natale e lo facciamo dentro le carceri. Quest’anno 58 istituti per migliaia di persone». Ha poi sottolineato come per molti detenuti per i quali verrà preparato il pranzo, questa è l’unica occasione nell’anno per festeggiare. «Molti di loro non ricevono neanche visite, molti di loro non festeggiano proprio il Natale. Queste persone che noi raggiungeremo a Natale riceveranno un sorriso, un abbraccio, riceveranno un riconoscimento». Reni ha poi lanciato un appello alla generosità, sottolineando come ci sia bisogno dell’aiuto di tutti: «Abbiamo bisogno che doniate un pasto, almeno un pasto ad uno di loro, perché si realizzi questo miracolo […] perché anche tu possa essere dentro, e perché noi possiamo dire a queste persone: fuori c’è chi ha procurato questo piatto per te».
Per maggiori informazioni e per donare un pasto: www.pranzo-natale.org

