San Miniato

Da alunno a lettore: il mio viaggio con Dante ai 100 canti per San Miniato

di Francesco Sardi

Quando la mia storica professoressa di italiano delle scuole medie, Ivana Ulivieri, sorella del famoso allenatore, mi insegnò a leggere la Divina Commedia non avrei mai pensato che, a distanza di trent’anni, mi sarebbe servito. Quando il governatore della Misericordia di la Serra, di cui io fo parte, Roberto Pistolesi mi chiamò, mi chiese di fare qualcosa di carino ma significativo in rappresentanza della nostra realtà: partecipare ai «100 canti per San miniato», domenica 9 novembre, con la lettura di un canto del poema dantesco. Ero un po’ titubante ma, si sa, la cultura italiana mi piace, e quindi accettai.

Subito Roberto mi mise in contatto con lo scrittore Maurizio Chinaglia che avrebbe letto con me il XXIII canto del Purgatorio. La mattina del 9 novembre sono partito presto … appuntamento ore 9 con il mio nuovo amico Maurizio per ritirare il badge che ci avrebbe permesso di recitare Dante. Alle ore 10, nel chiostro di San Domenico per iniziare questa nostra manifestazione culturale: molta gente; volti noti e meno; c’era l’assessore alla cultura Matteo Squicciarini che ha introdotto l’evento; c’era il vescovo di San Miniato monsignor Giovanni Paccosi; c’era il sindaco Simone Giglioli che ha letto il primo canto della Divina Commedia: «Nel mezzo del cammin di nostra vita …». Ore 11,45 appuntamento con le divine conversazioni, un invito ad ascoltare per poi approfondire, leggendo Dante.

Il sommo poeta è qualcosa che ti entra addosso e non ti lascia. È arte da amare. La divina conversazione si è svolta presso la Macelleria di Sergio Falaschi ed è stata guidata dal direttore artistico dell’evento, Franco Palmieri e, non a caso, dal mio amico Maurizio. Proprio quest’ultimo ha affermato: «parlare di Dante e della Divina Commedia in luoghi così suggestivi è stata una grande emozione che affrontato consapevole della mia inadeguatezza». Ma Dante è colui che fa amare la letteratura, quella con la L maiuscola. E i cento canti non sono stati per me il mero ricordo di scolastiche avventure ma qualcosa che ti afferra e non ti lascia. E vedere che tutta la città ha partecipato ha significato per me qualcosa di più profondo, di più spirituale: Dante è per la letteratura, come San Francesco è per la fede. Ore 13.30, Palazzo Comunale: io e Maurizio presenti.

«Un’esperienza» per ripetere la brochure di presentazione, «che rende contemporaneo l’inesauribile valore della poesia dantesca». E per rubare le parole al mio nuovo amico scrittore: «Far conoscere Dante con questa modalità così semplice e divulgativa è un’iniziativa che fa onore a chi ha deciso di organizzarla», un momento tanto atteso, proprio qui a san Miniato.