Gli insegnanti di religione si sono ritrovati per il primo di una serie di incontri che costituiscono il corso annuale di aggiornamento che quest’anno ha per titolo: «Il corpo racconta. In contatto con noi stessi, l’altro e Dio».
Il primo incontro, tenuto dal vescovo Andrea, si è svolto a San Miniato Basso, nei locali della parrocchia, martedì 13 settembre. Titolo: «Corporeità e spiritualità». A seguire, un incontro tenuto da suor Tosca Ferrante: «Un corpo mi hai dato. Il dialogo di Gesù con la corporeità». Gli incontri hanno lo scopo, dopo il lungo periodo di isolamenti e lezioni a distanza, di recuperare quel contatto purtroppo perduto. È stato davvero utile ricordarsi quanto sia importante il corpo per vivere e per relazionarsi, tanto più per un insegnante che si propone di essere educatore non di cose astratte bensì di vita e di esperienze. Nella relazione il corpo a volte è inizio, a volte tramite e a volte fine. Si entra in relazione con gesti e parole per veicolare poi significati ed emozioni. Si trasmettono nozioni che si possono far recepire tramite sguardi, pacche di fiducia, abbracci, vicinanza, presenza fisica…. Si capisce se ciò che dici è vero da come ne parli, dagli occhi e poi da quelli dei ragazzi che, spesso, rispondono ai tuoi stimoli parlando più col corpo che con le parole. I loro corpi sono libri aperti da imparare a leggere e i nostri, di noi insegnanti, devono parlare loro coerentemente alle nostre parole e azioni.
Il vescovo Andrea ha fatto riferimento al valore del corpo nell’esperienza cristiana e nell’educazione dei ragazzi. Nella Parola di Dio, dalla creazione alla vita di Gesù che si è fatto carne/corpo, Dio si è rivelato in parole e gesti. Bellissimi i riferimenti ad alcuni passi in particolare: l’incontro di Gesù col giovane ricco che fu da Lui fissato con lo sguardo e amato. È lo sguardo del professore! Che guarda i suoi alunni senza mai giudicarli. L’emorroissa che tocca il mantello di Gesù e guarisce è un altro invito rivolto all’insegnante a lasciarsi toccare dalla vita concreta degli alunni ed è immagine eloquente di una relazione fisica che ci deve essere nel cammino della scuola.
Per non parlare poi dei sacramenti che il vescovo ha citato uno per uno, nei quali sempre è previsto un contatto fisico: dall’acqua che cade sul capo, le unzioni sulla fronte e sul petto (battesimo) e sulle mani (olio santo), la luce della candela e la veste bianca. Altri sacramenti prevedono le mani sul capo poste dal ministro ordinato, il prendersi per mano degli sposi al momento delle promesse… Le posizioni del corpo nei sacramenti citati e nella comune preghiera sono diverse e parlano di come si preghi anche col corpo: in piedi, a sedere, in ginocchio, prostrati a terra, con le braccia aperte o chiuse, lo scambio o l’abbraccio di pace… L’uomo è essere unitario di anima e corpo, guai a separare le due cose. Così in questa linea l’approfondimento di suor Tosca, psicologa, coordinatrice del Servizio tutela minori e persone vulnerabili regione Toscana, coordinatrice della pastorale giovanile e universitaria della diocesi di Pisa. Scorrendo i vangeli ha offerto uno sguardo su Gesù in ascolto del corpo che è depositario di memoria. Gesù in dialogo con la vita, con l’amore, con il Padre, con il futuro. Per concludere, il corpo altro non è, nella prospettiva cristiana, che il luogo della danza della vita, nell’incontro con Dio, con gli altri e con se stessi.