Quest’anno la festa della Madonna Madre dei Bimbi al santuario mariano di Cigoli, che si è svolta dal 13 al 21 luglio, abbiamo raccolto le testimonianze di tre sacerdoti che hanno collaborato a quest’evento: padre Antonio Sergianni, che da 15 anni aiuta per le confessioni; don Federico Cifelli, prete novello, che già prestava servizio quando era seminarista e lo storico don Giampiero Taddei, rettore del santuario di Cigoli.
Una storia di vocazione nelle parole di padre Sergianni: «C’è un fatto particolare che ricordo con piacere: quando decisi di entrare in seminario non avevo idee chiare su cosa volesse dire. Allora lo dissi a mia madre, la quale mi rispose: “lo sapevo già”. Al che rimasi sorpreso perché non lo avevo detto a nessuno. Ma lei mi disse: “Ho pregato tanto la Madonna di Cigoli affinché tu entrassi in seminario”. Allora per me non c’erano più dubbi: “se siete d’accordo voi due io entro in seminario”. Sino ad oggi sono 55 anni di sacerdozio e sono contento del dono che mi ha fatto la Madre dei Bimbi». Don Federico Cifelli ha raccontato il primo incontro con la Madre dei Bimbi da seminarista: «Mi aspettavo una chiesina di campagna e invece, quando arrivai, vedere la chiesa piena e l’immagine della Madonna che troneggiava sull’altare fu un bel segno di speranza e di fede». Questo segno è stato ben impresso col sacerdozio dello stesso don Federico: «Sto vivendo appieno il ministero sia dal punto di vista sacramentale che pastorale: il consacrare, il celebrare messa anche due volte al giorno, il benedire, il confessare e il rimettere i peccati».
Una storia di conversione, quella che narra don Giampiero: «Stando qui ho subito l’incendio della chiesa, il furto della Madonna e poi la sua restituzione”. Una storia di conversione appunto: «Coloro che hanno riportato l’immagine hanno parlato solo di conversione. L’hanno portata perché il ricettatore si era praticamente pentito del gesto che aveva fatto. E colui che l’aveva comprata l’aveva pagata 40 milioni di lire. Ce li ha rimessi tutti purché mi disse l’immagine ritornasse al suo santuario e alla venerazione dei fedeli. E devo dire, dal momento della restituzione, quanti fedeli sono venuti!». Un dolce invito è quello di don Federico: «Chiediamo l’intercessione per i nostri bimbi: per quelli che muoiono di fame nel terzo mondo senza dimenticare quelli che sono schiacciati dagli abusi, dalla violenza e dallo sfruttamento degli adulti. Ma, come dice padre Antonio, di fronte a tanto odio, alla separazione, alla tristezza, alle paure e alle angosce, ci consola “una madre che sorride”. E come avvenne nel miracolo del 1451 anche oggi la Madre dei Bimbi va incontro “a tante madri attuali che soffrono per la morte, se non fisica, spirituale e morale di tanti figli che non danno un senso alla propria vita”».
Quest’anno le celebrazioni sono state complicate per via del Coronavirus ma per l’avvenire occorre fare qualcosa per dare un messaggio sempre più forte. Don Federico fa un auspicio: «Anche se c’è stata una presenza significativa, nonostante il covid, alla messa della sera, serve che questa devozione, questo santuario trovi eco in tutta la diocesi» e non solo. E per il futuro, don Giampiero spera «che si coltivi ancora molto il senso della devozione a Maria e soprattutto la preghiera perché senza di essa, l’anima dell’uomo non respira». Ecco che occorre rivolgersi a colei che è Madre, la Madre di Gesù e la Madre dei Bimbi.