La storia di Marco Bartoletti, che nel suo stabilimento di Calenzano, in provincia di Firenze, occupa 230 persone, tra cui molti disabili e malati, e non smette di assumere. Una realtà che produce profitto attraverso la realizzazione di valori e continua a crescere nonostante ogni possibile e immaginabile crisi, realizzando accessori di altissima qualità per grandi marchi della moda. E c’è anche chi presto potrà arrivare al lavoro in ambulanza…
La storia di Marco Bartoletti – imprenditore geniale e fuori schema, guidato dalla stella polare dell’etica – sembra avere tutti i connotati della favola incantata, ma è verissima e accade tutti i giorni, da più di 20 anni, a Calenzano, tra Firenze e Prato. Bartoletti è il titolare della BB spa, azienda meccanica di precisione, che produce accessori di altissima qualità (borse, gioielli, bigiotteria…) per grandi marchi della moda e del lusso. Fondata nel 2000, occupa oggi 230 persone nello stabilimento madre di Calenzano, con un centro di produzione anche a Klagenfurt in Austria e un terzo stabilimento di 9 mila mq in costruzione sempre a Calenzano.
Per raccontare questo miracolo tutto toscano, dobbiamo però riavvolgere il nastro alla metà degli anni ’80. Marco ha 20 anni all’epoca, veste elegante e vende polizze assicurative. Un lavoro ben remunerato per un giovane della sua età, con prospettive di carriera interessanti. Ma c’è un problema: si sente fuori posto. Un tarlo gli scava dentro un’insoddisfazione indicibile: «Possibile che sia tutto qui?». Ripensando a quei giorni confessa: «Bisognerebbe smetterla di chiedere ai giovani cosa vogliono fare da grandi e iniziare invece a chiedere loro cosa non vogliono fare».
Poi un giorno accade l’inaspettato: per procacciarsi un cliente entra senza saperlo in una chiesa sconsacrata riconvertita in officina meccanica. È in quel preciso istante che succede qualcosa. Palpitava un mistero in quello spazio: il pulviscolo sospeso nel controluce delle vetrate; l’odore pastoso dell’olio sintetico e dei trucioli d’acciaio che gonfiava le narici; il tornio e l’utensileria sotto l’altare… Una dimensione sacra e intangibile che Bartoletti racconta con parole ispirate. È la folgorazione sulla via di Damasco, che gli fa capire che la vita è troppo breve per fare il lavoro sbagliato. Sotto l’altare, a officiare la trasformazione dei metalli in oggetti preziosi, c’era il titolare – Ezio – annerito come un Caronte. Marco gli si fa innanzi e timidamente si presenta. Ne nascerà un’amicizia e un apprendistato, lungo e paziente: «Gli chiesi se potevo andarlo a trovare, guardarlo lavorare, volevo imparare la sua arte. Continuavo a fare l’assicuratore ma nel tempo libero ero da lui».
Da pioniere visionario e ispirato comincia a lavorare nella meccanica di precisione, inizialmente come operaio dipendente, poi dal 1990 in proprio. Per gli inizi Bartoletti si sceglie due collaboratori, uno dei L quali con grossi problemi di salute. In questa scelta c’era già in germe il nucleo della sua affascinante dottrina imprenditoriale: la persona e il suo benessere devono essere ricollocati al centro dei processi che interessano i luoghi di lavoro. La sua prima officina è poco più che «francescana»: un tendone di plastica con macchinari degli anni ’30, senza riscaldamento e con il tetto sfondato. I manufatti che realizza però sono fatti ad arte e incontrano il gradimento dei clienti.
Un giorno decide di farsi notare e pubblica un’inserzione sulle Pagine gialle. Appena il tempo di vedere stampato l’annuncio, che riceve una telefonata da un grandissimo brand della moda. È la svolta! Arrivano commesse importanti e il fatturato incomincia a crescere. Nel 2000, come detto, fonda la BB spa. Il vento è in poppa e gonfia le vele, ma Bartoletti, tenacemente radicato alla sua idea etica d’origine, non si accontenta. Il desiderio profondo di promuovere in ogni sua attività la persona lo rendono ostinato: le difficoltà di salute o le menomazioni nel fisico non rappresentano, a suo giudizio, un problema per lavorare con lui. Decide così di aprire in modo importante anche a persone che, di norma, vengono definite svantaggiate: disabili, down, malati di tumore, portatori di sindrome autistica… È una rivoluzione: «Se siamo disposti a posare lo sguardo sull’uomo – dice – dobbiamo avere il coraggio di farlo fino in fondo, mettendo radicalmente in discussione i paradigmi con i quali leggiamo la realtà; iniziando a chiamare una persona col suo nome, senza identificarla con quello che fa o, peggio, che non è in grado di fare». Insomma, Bartoletti sul lavoro punta tutte le sue fiches sul recupero integrale delle relazioni umane e ne fa il suo principale ingrediente di successo. Di questo miracolo toscano si accorge anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nel novembre 2016 gli conferisce, motu proprio, il titolo di Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana, «per il suo contributo a favore di una politica di piena integrazione delle persone con disabilità e dei malati di cancro nel mondo del lavoro». Certo, all’inizio non è stato tutto rose e fiori. Bartoletti ricorda ancora gli sguardi di sufficienza di clienti, fornitori e amici che, pur apprezzando la qualità della produzione, lo prendevano per un visionario e la BB per una onlus. Ma il tempo è galantuomo e, un piolo dopo l’altro, il brand ha scalato vette inimmaginabili, diventando alla fine un modello ammirato e imitato anche per le dinamiche di inclusione. Oggi BB è una realtà che produce profitto attraverso la realizzazione di valori e continua a crescere e ad assumere nonostante ogni possibile e immaginabile crisi. I colloqui di lavoro assomigliano molto a quelli che teneva personalmente Adriano Olivetti negli anni ’50 nella sua azienda[1]famiglia di Ivrea. Il paradigma tradizionale è rovesciato: «Ci interessa l’incontro con la persona, più che conoscere quello che sa fare. Cerchiamo di cogliere il desiderio di chi vuol lavorare con noi e nel dialogo valutiamo se il nostro lavoro è davvero ciò che fa per la persona».
Nel tempo l’azienda di Bartoletti si è fatta carico anche di una concreta responsabilità sociale: con il comune di Calenzano, ad esempio, è stata stipulata una piattaforma d’intesa che negli ultimi due anni ha portato tre giovani donne in carrozzina (dipendenti di BB) a lavorare, per alcune ore a settimana, gomito a gomito con gli ingegneri comunali, per effettuare una vera e propria ricognizione sulle barriere architettoniche presenti nei luoghi dell’ente (uffici, asili, magazzini…). Un punto di vista dirimente perché portato direttamente da chi vive l’handicap. Una consulenza a costo zero per l’amministrazione comunale, interamente finanziata da BB. «La nostra società – sottolinea ancora il presidente – vive la schizofrenia di far convivere chi è pagato per abbattere le barriere architettoniche, con tecnici che quelle barriere le riproducono continuamente. Questo significa subire le architetture. Nei nostri luoghi di lavoro abbiamo allora iniziato a cambiare il paradigma e, forti di quest’esperienza, oggi offriamo il nostro know how a tutti gratuitamente».
Ma le sorprese non finiscono qui… Marco, da geniale innovatore delle dinamiche sociali, negli ultimi tempi si è addirittura inventato l’andare al lavoro in ambulanza. «Ritengo da sempre che per fabbricare bene un prodotto non occorra essere in salute». Ecco allora che un comparto tra le sue realtà produttive si aprirà presto agli ammalati perennemente allettati, che la mattina potranno arrivare sul posto di lavoro in ambulanza svolgendo le loro mansioni da un giaciglio, anche con flebo in vena se necessario. «Quando vedo il significato e il valore che ha per i miei ragazzi quello che fanno – ci confida con emozione – comprendo come il lavoro sia davvero in grado di fare miracoli».
Parlare con quest’uomo è un autentico bagno di luce; dopo due ore filate di chiacchierata, nel salutarlo mi vengono in mente le parole che sir Robert Baden-Powell lasciò scritte nel suo testamento spirituale: «Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato»… Marco Bartoletti e la sua BB ci stanno provando, e – nel loro piccolo – ci stanno riuscendo.
Fonte: Toscana Oggi del 31 Marzo 2024