Venerdì 22 aprile u.s., il Serra Club di San Miniato ha organizzato una “conversazione” aperta con l’avvocato Giuliano Maffei, presidente della Fondazione Stella Maris, importantissimo e unico Istituto di ricovero a carattere scientifico (IRCCS) che si occupa di Neuropsichiatria per l’infanzia e dell’adolescenza.
Il Serra Club di San Miniato, presieduto da Mariagrazia Petrucci, fa parte di Serra International Italia e nell’ambito del suo programma annuale ha promosso questo incontro; Serra International è un’associazione cattolica che, con la tipica struttura del “club service”, si propone la diffusione della cultura cristiana e si impegna a promuovere nella società civile una cultura favorevole alle vocazioni fondamentali della vita, in particolare a quelle al sacerdozio e alla vita consacrata.
L’incontro si è svolto a La Scala di San Miniato, nella cappella del Salvatore, ed è stato preceduto da una conviviale coi soci del Club. Il Sindaco di San Miniato, invitato dalla presidente Petrucci, pur non pretendo presenziare alla relazione per precedenti impegni, ha comunque voluto portare di persona il suo saluto e il suo plauso per l’iniziativa. Anche il Vescovo Migliavacca, non potendo essere presente, ha fatto giungere comunque i suoi saluti tramite il relatore.
L’Avv. Maffei, cominciando il suo intervento ha subito precisato quanto il titolo dell’incontro, tratto dal tema generale dell’anno del Serra, fosse particolarmente intrigante e sfidante, specialmente nella sua seconda parte, in cui ci si interroga sul “chi siano i più deboli”.
Non facile dare una risposta, ma credo che il presidente Maffei ci sia indirettamente riuscito partendo dalla sua pluriennale esperienza in Stella Maris. Una lunga storia fatta di incontri, più o meno “casuali”, di volti, di sguardi che sono sfociati in storie di bene in cui lo sconforto e, spesso, la disperazione si sono mutati in condivisione e speranza. Sì perché “senza speranza non si può vivere” ha sottolineato l’Avvocato Maffei, ed è per questo che forse “i più deboli” sono proprio coloro che la vicende della vita hanno privato di ogni speranza: sono persone dallo sguardo “spento”, “senza la luce negli occhi”; persone che non vedono vie d’uscita ai loro drammi di dolore o malattia. La fondazione Stella Maris lavora quindi ogni giorno, e in primo luogo, per “riaccendere la speranza” in queste persone. Lo fa prima di tutto con la ricerca scientifica avanzata e di altissimo livello, che permette diagnosi precise della malattie neuropsichiatriche dei piccoli pazienti che si rivolgono all’istituto: questo consente di iniziare precocemente percorsi terapeutici mirati che spesso portano alla completa guarigione e sempre vanno a mitigare le sintomatologie più gravi e a migliorare dunque enormemente la qualità della vita. Lo scopo di “Stella Maris” comunque è ancora più grande di questo perché ha l’ambizione di “riaccendere la speranza” anche cercando di offrire ai genitori un affiancamento e un supporto umano che ridoni senso al nonsenso del dolore e alla sofferenza dei bambini e delle famiglie che se ne fanno carico. Un compito arduo, una missione difficile, supportata a tutto campo dalla scienza medica, ma anche dalla letteratura, dalla musica, dall’arte e, certamente non ultima, dalla fede. Una fede profonda che ha dato gambe a tutta questa bella storia di Stella Maris: a partire dal fondatore don Aladino Cheti, che nell’immediato dopo-guerra intuì l’esigenza di far nascere un tale istituto, per arrivare alle sfide dei nostri giorni che vedono il progetto già approvato per la costruzione di un nuovo e moderno ospedale a Cisanello, che speriamo possa vedere presto la luce con l’aiuto di tutti noi, privati e istituzioni, ma anche e soprattutto della Provvidenza su cui il presidente Maffei non fa affatto mistero di contare molto.