E anche quest’anno le scuole sono giunte al traguardo finale. Gli esami di maturità si stanno concludendo proprio in questi giorni. Adesso è vacanza per gli studenti… ogni loro pensiero e desiderio è proiettato ai prossimi mesi di spensieratezza.
Tutti noi siamo stati giovani e tutti, con più o meno propensione, abbiamo goduto di questo tempo di pausa. “Tempus fugit” e molti di noi si trovano oggi in quel segmento di vita in cui qualcun altro ci chiama “nonno”. Quanto distacco tra le diverse generazioni, ancor più sensibile oggigiorno. Sentiamo in proposito l’intramontabile Agostino: «In questa vita siamo tutti mortali, ma l’ultimo giorno di questa vita è per ogni individuo sempre incerto. Tuttavia nell’infanzia si spera di giungere all’adolescenza; nell’adolescenza alla giovinezza; nella giovinezza all’età adulta; nell’età adulta all’età matura; nell’età matura alla vecchiaia. Non si è sicuri di giungervi, ma si spera. La vecchiaia, al contrario, non ha davanti a sé alcun altro periodo da poter sperare; la sua stessa durata è certa». Il pensiero letterario e filosofico si è spesso esercitato con l’idea del dinamismo della vita: esaltando l’apertura al futuro, la ricerca del nuovo. Machiavelli e Bacone, ad esempio, preferivano i giovani al governo delle istituzioni, poiché – a loro dire – i vecchi sono troppo «esitanti ed eccessivamente prudenti», si perdono in mille discussioni senza decidere e, alla fine, si accontentano di mediocri risultati. Il giovane, al contrario, non percepisce la dimensione di affidabilità e conservazione che caratterizza l’anziano e molte volte se ne fa beffe.
Le mie sono spigolature d’inizio estate, meditazioni nella stagione “adulta” dell’anno, in cui anche i frutti arrivano a maturazione. Spunti e riflessioni cui mi ha spinto un pensiero, bello e acuto, consegnato nei giorni scorsi dal nostro vescovo Giovanni alla sua pagina Facebook, in vista anche dei molti Grest avviatisi nelle parrocchie. Poche righe, dedicate ai giovani e all’estate come tempo propizio di scoperta di “senso”. «Che bello – scrive monsignor Paccosi – un tempo per scoprire, non dal banco né dal divano, ma nella libertà dei giorni estivi, la bellezza del mondo e di esistere. Che sia approfondendo l’amicizia, scoprendo le piccole cose, o avventurandosi nella grandezza dello sconosciuto, fare esperienza è la strada per gustare la vita. Come bussola il proprio desiderio di bellezza, di verità, di amore, di libertà, di giustizia. Come aiuto gli amici veri. Magari a settembre uno si trova a scoprire di più chi è, a intravedere il “compito” della vita. Buona estate».
E buona estate anche da parte mia ragazzi!