i svolgerà martedì 11 febbraio a Cigoli l’annuale Giornata Mondiale del Malato.
La celebrazioni inizierà nella chiesa di San rocco, alle 20.45, con la recita del Rosario meditato. A seguire, con una processione «aux flambeaux», i partecipanti raggiungeranno il Santuario della Madonna dei Bimbi dove alle 21.30 sarà celebrata la Messa presieduta dal vescovo monsignor Andrea Migliavacca.
Il tema scelto per la Giornata del Malato quest’anno è tratto dalle parole del Vangelo di Matteo: «Venite e me, voi tutti, che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» ( Mt 11,28). Nel suo messaggio per questa ricorrenza, il Santo Padre ha sottolineato come queste parole di Gesù indichino «il misterioso cammino della grazia che si rivela ai semplici e che offre ristoro agli affaticati e agli stanchi».
Il Figlio dell’uomo è solidale di fronte ad una umanità afflitta e sofferente. Egli stesso, infatti, scrive ancora il santo Padre, «si è fatto debole, sperimentando l’umana sofferenza e ricevendo a sua volta ristoro dal Padre. Solo chi fa, in prima persona, questa esperienza saprà essere di conforto per l’altro». «Nella malattia la persona sente compromessa non solo la propria integrità fisica, ma anche le dimensioni relazionale, intellettiva, affettiva, spirituale; e attende perciò, oltre alle terapie, sostegno, sollecitudine, attenzione… insomma, amore». Accanto al malato c’è spesso anche una famiglia che soffre e chiede conforto e vicinanza. Nel suo messaggio, papa Francesco esorta gli infermi e tutti coloro che si sentono «stanchi e oppressi», a rivolgere lo sguardo e il cuore di Gesù. «Da lì viene la luce per i vostri momenti di buio – scrive -, la speranza per il vostro sconforto. Egli vi invita ad andare a Lui: “Venite”. In Lui, infatti, le inquietudini e gli interrogativi che, in questa “notte” del corpo e dello spirito, sorgono in voi troveranno forza per essere attraversate. Sì, Cristo non ci ha dato ricette, ma con la sua passione, morte e risurrezione ci libera dall’oppressione del male».
L’immagine di questo ristoro per le nostre fragilità è la locanda della parabola del Buon Samaritano, cioè la casa dove possiamo trovare la sua grazia. Per la nostra diocesi, il santuario della Madonna dei Bimbi sarà l’espressione concreta di questa locanda, dove si incontrano persone che, guarite dalla misericordia di Dio, possono aiutare gli altri a portare la croce «facendo delle proprie ferite delle feritoie, attraverso le quali guardare l’orizzonte al di là della malattia».