Dalla Diocesi

A San Romano presentato il restauro di un dipinto della Madonna delle Grazie

La Redazione

Un interessante e prezioso dipinto presente nel Santuario della Madonna di San Romano è stato restaurato grazie al contributo del Rotary Club di San Miniato. Il quadro, opera egregia del padre francescano Antonio Jerone fu donata al Santuario nel 1945 dalle suore del Conservatorio di Santa Marta di Montopoli come ex voto alla fine delle peripezie e dei dolori della guerra. Padre Antonio Jerone, importante pittore di opere devozionali, ci ha lasciato molte opere sparse per tutta la Toscana, ma anche in Sicilia, Puglia e nei Paesi d’Oltremare dove ha svolto il suo apostolato.

Il quadro di San Romano veniva originariamente collocato a protezione della sacra immagine della Madonna delle Grazie quando non era esposta. Per questo il dipinto era applicato a un pannello metallico che saliva e scendeva per chiudere la teca dove era custodita l’antica scultura. Col tempo la prassi di velare e scoprire l’immagine solo in determinate occasioni è stata abbandonata, la Madonna è rimasta sempre visibile e il quadro, persa la sua funzione, era stato dimenticato all’interno del suo alloggiamento. La sensibilità dell’attuale parroco padre Francesco Brasa ha fatto sì che potesse essere nuovamente valorizzato ed esposto. La storia del quadro è stata puntualmente ricostruita, dopo un attento esame dei documenti storici, dal professor Paolo Tinghi in una interessante pubblicazione.

La cerimonia di presentazione del quadro restaurato è avvenuta nel pomeriggio di sabato 7 settembre, vigilia della festa della Natività di Maria, che viene celebrata solennemente al Santuario di San Romano. Hanno presentato l’opera il p. Francesco Brasa, l’assessore alla cultura del Comune di Montopoli Marzio Gabbanini, il presidente del Rotary Club di San Miniato Emiliano Zucchelli e l’autore dello studio sul dipinto Paolo Tinghi. La sera stessa, l’occasione è stata ulteriormente solennizzata nel santuario con un concerto d’organo del maestro Eugenio M. Fagiani.