Interviste

A colloquio con Sandro Spagli del direttivo della Federazione italiana consultori familiari

di Francesco Fisoni

La Confederazione nazionale dei consultori di ispirazione cristiana, nel corso dell’assemblea svoltasi il 24 e 25 gennaio scorso a Roma, ha eletto Sandro Spagli (presidente del nostro Consultorio familiare diocesano) come membro del direttivo nazionale che affiancherà la nuova presidente, Livia Cadei, bresciana 52 anni, docente di Pedagogia all’Università Cattolica. Spagli, che è anche presidente della Federazione Toscana dei Consultori familiari, rappresenterà l’Italia centrale. Abbiamo raggiunto Sandro Spagli per una chiacchierata sul significato di questo incarico e sulle prospettive che si aprono per il nostro Consultorio diocesano.

Sandro, quali mansioni ti attendono ora che sei nel direttivo nazionale della Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana?

«Il Direttivo, statutariamente, ha compiti di gestione e amministrazione. Gli otto membri eletti coadiuvano il presidente nella gestione economica e nella conduzione della Confederazione, cercando anche di farsi carico delle richieste che provengono dai territori di cui sono espressione. Poiché ritengo il principio di “sussidiarietà” uno dei cardini della dottrina sociale cattolica e in fondo di ogni vita associativa, credo che tra le priorità della Confederazione Nazionale vi sia il sostegno e l’aiuto alle Federazioni Regionali e ai consultori a crescere nella capacità di organizzazione, incentivando la crescita umana e professionale degli operatori con adeguati percorsi formativi. Cercherò di mettere la mia esperienza e competenze a servizio di questo impegno. Vorrei ricordare qui proprio alcune parole di don Algeri, presidente della Confederazione dei consultori scomparso improvvisamente a 56 anni il 2 agosto scorso: “La sfida con cui i consultori si confrontano maggiormente oggi è nella loro capacità di uscita verso la comunità. Non sono più solo luoghi che attendono le famiglie che bussano, ma si concepiscono sempre più come soggetti che si pongono al crocevia del legame nella comunità ecclesiale”».

Per stare al caso nostro diocesano, in che modo il consultorio «Alberto Giani» si connota come realtà in uscita?

«Il nostro consultorio familiare si pone come realtà di servizio a favore di tutte le famiglie del territorio e lavora in rete con le realtà associative della comunità ecclesiale e del contesto territoriale: penso principalmente alle Parrocchie, ai Centri di ascolto Caritas, ma anche ai Servizi Sociali o, per certi casi, anche con le istituzioni giudiziarie e le forze dell’ordine. Proprio perché il Consultorio è una realtà che esprime la sollecitudine della Chiesa di San Miniato per il bene della famiglia, esso vuole incontrare e accogliere i bisogni delle famiglie di ogni tipo, che siano sposate o conviventi, separate o con un solo genitore, con figli o senza, con problematiche relazionali di ogni genere. In questo senso, si attaglia bene al Consultorio l’immagine di “ospedale da campo” che Papa Francesco usò nella sua prima intervista per parlare di cosa intendeva per Chiesa in uscita».

Come hai detto, un Consultorio familiare intercetta ordinariamente tanti tipi conflittualità di coppia, oltre ai bisogni educativi urgenti e alle povertà di varia natura. Quale secondo te, tra queste (o altre), l’emergenza più preoccupante?

«Al Consultorio accogliamo le persone ascoltando le loro sofferenze che sono soprattutto psichiche ed emotive, persone che magari non hanno grossi difficoltà economiche ma non riescono a gestire le loro difficoltà emotive o hanno problemi a relazionarsi con altre persone oppure hanno vissuto traumi o lutti che non riescono a superare. Certamente per alcune problematiche occorrono interventi più qualificati e terapeutici, ma il Consultorio può svolgere in questi casi un’utile funzione di indirizzo e di orientamento per persone che attraversano fasi di buio. Ritengo che una delle emergenze per le società di oggi sia la crescita educativa dei giovani, soprattutto là dove i passaggi critici che devono affrontare (come il periodo della pre-adolescenza) non sono accompagnati da figure credibili di riferimento o dove la famiglia è completamente assente. Qui ogni istituzione (Chiesa compresa) è chiamata ad unire le energie per un grande investimento educativo sulla crescita dei nostri giovani. In un’epoca che mette in discussione tutti i paradigmi tradizionali, anche l’istituto della famiglia patisce gli affronti del relativismo, dell’individualismo e dell’edonismo».

Gli oltre 200 consultori familiari in Italia (diocesani o gestiti da enti di terzo settore), si connotano un po’ come presidi culturali in grado di contribuire alla ricostruzione della cultura della famiglia. In che modo raccolgono questa sfida e come agiscono concretamente per questo scopo?

«Nella visione cristiana, la persona umana cresce e si sviluppa se si integrano le sue tre dimensioni fondamentali: corpo, mente, spirito. Una persona che si riduce ai soli bisogni materiali soffre nelle sue altre dimensioni e alla lunga se ne vedono gli effetti. I Consultori come il nostro che offrono un servizio alla persona qualificato, gratuito e volontario e si pongono in rete con altri servizi del territorio, rappresentano una risorsa per la comunità, anzi, se mi permetti l’espressione, direi un piccolo “presidio di umanità” in un tempo di solitudini e di persone “scartate” dalla società (per usare un’espressione cara a Papa Francesco). Come Consultorio Familiare Diocesano “Alberto Giani” intendiamo lavorare di più in futuro anche sulla “prevenzione”, promuovendo iniziative formative, ad esempio per il sostegno alla genitorialità ed alla crescita emotiva dei giovani. Colgo qui l’occasione per ringraziare il nostro Vescovo Andrea che ha voluto mettere a disposizione spazi più ampi per la nostra attività con la nuova sede che si aprirà a San Miniato, negli spazi vicini al Seminario. Avremo a disposizione una sala in più per le consulenze ed una sala da dedicare a laboratori ed incontri di formazione. Ci auguriamo di renderli fruibili quanto prima, per un sempre miglior servizio a beneficio delle persone e delle famiglie del nostro territorio».