Alla ripresa degli appuntamenti col pubblico nei «Venerdì del Dramma», La Fondazione IDP ha proposto un incontro/dibattito, a Palazzo Grifoni, su un tema di immediata urgenza e attualità, quello della costruzione dell’identità affettiva e della sicurezza dell’infanzia, uno degli aspetti di quella più ampia sicurezza sociale, di cui tanto si parla, attribuendole significati diversi e, in vari casi, contraddittori, come ha detto il presidente Marzio Gabbanini nei saluti di apertura.
È questa tematica a costituire il comune denominatore delle proposte culturali e teatrali dell’intero anno per giungere allo spettacolo del mese di luglio che dovrà interrogare le coscienze degli spettatori, ma più in generale delle istituzioni, sul dilemma del confine molto sottile tra Bene e Male quando ci si trovi in situazioni particolarmente complesse, in cui altrettanto difficile diventa la scelta tra il rispetto delle norme e quello della propria coscienza. Di fronte a un pubblico numeroso, attento e fortemente coinvolto, ci si è interrogati sui modi di garantire ai bambini il senso di sicurezza in un mondo in cui a un’infanzia molto curata si contrappone quella di tanti bambini e adolescenti ai quali , in varie forme, è negata l’infanzia se non addirittura violata in forme e modi tutti ugualmente inaccettabili sul piano della coscienza.
A parlarne per primo il vescovo di San Miniato, Andrea Migliavaccaper la sua costante attenzione al mondo dei giovani, di cui è interlocutore sensibile, tanto da averne individuato le numerose fragilità, aspettative e bisogni a cui sono chiamate a dare risposta le diverse agenzie educative, facendosene carico, in particolare la famiglia, in una sorta di vero e proprio patto educativo. Il dottor Bruno Sales, neuropsichiatra infantile, ha poi ben evidenziato, con sicura competenza, in lui inscindibile da senso di profonda umanità, l’importanza dell’ascolto, dell’interiorizzazione di regole da parte di bambini, da non iperproteggere, in un mondo i cui non sempre si constata la coerenza degli stili educativi , nel quale c’è bisogno del ruolo di filtro delle agenzie educative nei confronti del potere fortemente persuasivo della rete informatica, di cui comunque valorizzare le potenzialità, ma attivando molto presto nei bambini l’utilizzo critico dei dati a disposizione.
È stata Marzia Bellini a fare il punto del ruolo della scuola attraverso il richiamo alla sua lunga esperienza di insegnante impegnata nell’accoglienza dei bambini, da valorizzare nelle loro oggettive diversità, da ascoltare, far lavorare in gruppo, entro il quale negoziare regole chiare di comportamento, da avviare all’utilizzo dei linguaggi espressivi, in particolare quello del teatro, di cui ha riportato alcune sue esperienze qualificanti, nella convinzione di quanto esso favorisca l’autostima, il senso di sicurezza dei bambini, la capacità di interagire tra pari. Da qui l’intervento dello scrittore per ragazzi, attore e regista di grande valore, impegno, autenticità qual è, senza alcun dubbio, Giorgio Scaramuzzino, ha spiegato cosa significhi fare teatro, essere attore, far comprendere ai bambini, ai ragazzi, ma anche agli educatori come fare teatro richieda la capacità di essere credibili, di esprimere una verità che il pubblico deve cogliere con estrema chiarezza e immediatezza, dando nel contempo ai bambini la possibilità di raccontare e raccontarsi, di rispettare regole, che sono determinanti e di cui necessitano sia il teatro sia i bambini stessi.