Domenica 2 febbraio, festa Liturgica della Presentazione al Tempio del Signore, si è svolta la 24a edizione della Giornata della Vita Consacrata, dedicata a chi ha offerto la propria esistenza interamente a Dio; giornata che porta con sé l’invito a conoscere meglio chi ha scelto di seguire Gesù più da vicino e per dirgli grazie; giornata che offre altresì ai religiosi e alle religiose l’opportunità di riflettere sul senso e sulla bellezza della loro chiamata. Anche nella nostra diocesi la festa è stata celebrata con la S. Messa presieduta dal nostro vescovo, monsignor Andrea Migliavacca, presso il santuario La Madonna delle Grazie di San Romano, a cui hanno partecipato le religiose e i religiosi della diocesi.
La S. Messa è stata preceduta da una breve processione partita dal Chiostro del Convento e conclusa all’interno della chiesa dove ha avuto luogo la celebrazione Eucaristica nella quale i Consacrati e le Consacrate hanno rinnovato la loro appartenenza al Signore donando nuovamente il loro «si».
ell’omelia, il vescovo ha commentato l’episodio del Vangelo della presentazione al Tempio di Gesù Bambino da parte dei genitori e del suo riconoscimento quale Messia atteso, da Simeone e Anna. Il vescovo ci ha detto che la festa odierna è una festa ancora dal sapore natalizio, perché le parole di Simeone e Anna al Tempio di Gerusalemme rappresentano la rivelazione che la promessa di salvezza del Padre si fa concreta, si fa carne in quel figlio che amerà fino alle estreme conseguenze del dono totale di sé. Questa «rivelazione» parla a tutti, ma oggi in particolare ai consacrati e alle consacrate. Attraverso questo episodio evangelico si riscopre l’opera misteriosa dello Spirito Santo: esso rivela a Simeone che non morirà senza aver visto l’avvento del Messia ed ancora, il vecchio saggio, mosso dallo Spirito si reca al tempio dove incontrerà Gesù; inoltre è sempre lo Spirito che conduce e tiene vicino la Tempio la profetessa Anna. Dunque è lo Spirito che illumina e fa comprendere il senso profondo di tutti gli avvenimenti. Lo Spirito è «regia» che ci conduce laddove è Dio; è presenza che ci guida personalmente e nella Chiesa e guida la Chiesa a riconoscere la presenza del Signore.
Ma cosa sta dicendo lo Spirito alle comunità religiose oggi? La realtà odierna è fatta di vocazioni sempre più scarse e numeri che si assottigliano, presenze che, rispetto al passato, vengono da tutto il mondo; difficoltà a proporsi con un’immagine di vita che sappia coinvolgere, interessare e mettere in cammino i giovani; case che si chiudono. In questo senso lo Spirito Santo è anche oggi parola di vita che rinnova e che aiuta a rimanere nella fedeltà al Signore. Perciò, se anche sono tempi difficili per la vita consacrata, dobbiamo riconoscere che la presenza e l’azione dello Spirito Santo non abbandona mai, perché è luce che indica la via, illumina le scelte, apre il cuore a una rinnovata dedizione. Che sia dunque questa oggi – ha detto il Vescovo – una parola di consolazione, di gioia, che apre alla speranza. E ancora, nell’episodio del vangelo è significativo il luogo dove si trovano queste persone: Simeone, mosso dallo Spirito Santo si reca al Tempio e Anna non si allontana mai dal Tempio servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Stare nel Tempio è dunque inteso non solo come indicazione di una collocazione fisica, bensì è uno stare al cospetto di Dio, stare alla sua presenza e vivere la comunione con Lui. Percio riguardo ai religiosi e le religiose nelle nostre comunità dovremmo dire che si tratta di gente che sta alla presenza di Dio, che ha scelto di donare il proprio cuore al Signore , che vive nella ricchezza e la profondità della preghiera, della intimità col Signore. Delle suore e dei religiosi dovremmo dire che essi sono così perché hanno scelto di mettere al primo posto nella vita Gesù il quale ha orientato la loro intera esistenza. Vivere la vita consacrata oggi deve pertanto voler dire vivere alla presenza di Dio prima di ogni altra cosa Infine in questo brano del vangelo si dirà che Gesù donerà la sua intera vita; che Egli avrà una forma tale di amore che renderà tutta la sua vita un dono fino al dono supremo di sé sulla croce, per amore. La croce è dunque un segno dell’amore. I segni dell’amore si esplicano nella vita consacrata attraverso tanti servizi quali l’ascolto delle persone, l’accompagnamento ai bambini, il servizio agli anziani e agli ammalati, ecc.: la vita consacrata ha senso oggi se dunque nella Chiesa è segno di amore.
Al termine della celebrazione Eucaristica, monsignor Migliavacca ha comunicato la scelta del nuovo delegato per la vita Consacrata nella diocesi nella persona di padre Antonio Velotto, il quale si avvicenda a monsignor Idilio Lazzeri che ha servito la nostra chiesa in tal senso per moltissimi anni. La celebrazione si è poi conclusa, dopo la S. Messa con un momento fraterno di convivialità, segno ancora di unione nella diversità dei carismi, in un solo amore.