Giovedì 23 Maggio si è tenuto l’ultimo incontro di formazione diocesano degli adulti di ACI. Hanno condiviso con noi la loro esperienza familiare ed ecclesiale i coniugi Pintaldi, direttori dell’ufficio di pastorale familiare di Siena.
A partire dalla considerazione che la famiglia è come la pupilla dell’occhio, bella e fragile, abbiamo ripercorso attraverso brani della Scrittura e “coppie” bibliche alcune caratteristiche che dovrebbe avere l’accompagnamento in famiglia. Se l’accompagnamento può essere visto come dono di tempo che Dio ci dà per partecipare alla creazione, la famiglia allora è chiamata a vivere una duplice missionarietà: ad intra e, oltre, ad extra così come ben si evince leggendo Dt 6,4-9, il brano dello Shemà Israel. Questa missionarietà si nutre di ascolto e vive di gioia e ha nella Famiglia di Nazareth un modello concreto e imitabile di vita e relazione. Maria, la Madre che ha una grande fede, senza riserve, ma non una fede ingenua; che «medita le cose nel suo cuore» con discrezione, consiglio, affezione, con sapienza, cogliendo i segni dei tempi con umiltà, leggendo l’eccezionale nel quotidiano, aprendosi così alla meraviglia e vivendo con coraggio e vicinanza.
Maria quindi vive e ci dice di vivere la maternità nella logica del dono. Giuseppe, grande figura umana e cristiana, esempio di fedeltà, comprensione, perdono, pazienza, perseveranza, gradualità e coraggio, quel coraggio che gli farà prendere la decisione di lasciare tutto per difendere la cosa più preziosa che ha: la sua famiglia. Insieme, quindi, Maria e Giuseppe sono modelli di educazione per noi che, «coscienti che il tempo è superiore allo spazio», dobbiamo cercare di generare processi perché nella libertà della loro coscienza, i nostri figli sappiano pian piano costruirsi il loro progetto di vita. C’è poi un altro aspetto che è emerso durante l’incontro, quello dell’attenzione alle generazioni, attraverso due figure di anziani riusciti: Simeone e Anna, due persone non appiattite nel passato. Simeone tutto volto verso il futuro e Anna che aiutava le generazioni che seguivano la sua a rimanere forti nella speranza così «i vecchi sogneranno e i giovani profetizzeranno». Infine un breve accenno a Aquila e Priscilla, la coppia di sposi di Corinto dove Paolo dimora, condivide «lo stesso mestiere», che lo accompagneranno verso Efeso e che incontrato Apollo istruiranno con accuratezza riguardo alla fede in Cristo Gesù. Una famiglia, quindi che evangelizza, che accoglie, che forma, che è luogo di scambio e di annuncio del Vangelo. Così, con quest’ultimo incontro abbiamo portato a termine il nostro cammino riscoprendo come grazie all’Azione Cattolica possiamo vivere la dimensione familiare che abbraccia tutte le fasi della vita e ci fa cogliere con «mano, cuore e testa» che cosa significhi vivere l’intergenerazionalità.