Sono passati dieci anni dalla scomparsa di Dilvo Lotti, avvenuta il 22 aprile del 2009. Dieci anni senza uno dei principali protagonisti della vita culturale di San Miniato e della diocesi tutta. È stato tra le persone che più hanno contribuito a delineare l’aspetto culturale che la città della Rocca conosce oggi. Con lui San Miniato ha preso coscienza di se stessa. Da una parte lo studioso e lo storico, dall’altra l’organizzatore di manifestazioni popolari. Ma prima di tutto un artista. In questo decimo anniversario della sua scomparsa lo vogliamo ricordare anche per la sua grande fede che ha testimoniato con la sua arte. Un ricordo di Lotti attraverso le sue opere d’arte sacra che si trovano nelle chiese della nostra Diocesi. Per importanza e anche per procedere in ordine cronologico non possiamo non iniziare dal murale al Santuario di Cigoli. È uno dei suoi primi lavori che Dilvo realizza tra il 1935 e il 1937.
Dilvo aveva 21 anni quando ricevette questo importante incarico. Una parete con cinque scene che narrano il grande miracolo del 1451, quando la Madonna riporta in vita un bambino. La parete è conclusa da una poetica Maestà: la Madonna e il Bambino in trono sono inseriti nel paesaggio e circondati da angeli e rondini. Nella chiesa dei Santi Stefano e Michele a San Miniato, che è stata la sua parrocchia, ci sono vari interventi eseguiti con le tecniche più diverse. Si tratta dell’affresco di San Francesco Saverio e della cupola sopra l’altare con il Martirio di Santo Stefano. All’altare ancora un affresco- graffito, mentre un suo mosaico decora il pavimento. Particolari sono le vetrate dove raffigura Santo Stefano, nell’altra San Michele Arcangelo e nel rosone di facciata la Madonna. In queste la tecnica del vetro piombato gli da la possibilità di spingere al massimo la sua vena espressionista.
Nel 1953 nella cappella della Casa di Riposo di Ponsacco esegue la parete dell’altare maggiore e sedici metri perimetrali con le stazioni della Via Crucis. Sull’altare dipinge un Crocifisso con figure di Santi e fedeli impostati sullo sfondo di un potente rosso pompeiano. Ancora a San Miniato e precisamente nel Refettorio del Seminario Vescovile si trova un altro suo capolavoro ad affresco: L’ultima cena. È il 1956 e per questo tema concepisce una disposizione innovativa per quanto riguarda la posizione degli apostoli, ma di assoluta fedeltà storica in merito al tavolo della Cena. La figura di Gesù, alla sinistra di chi guarda, è decentrata insieme con le figure di Giovanni e Pietro, dalla parte opposta sta la figura di Giuda, di spalle e con il cappuccio sulla testa, sulla destra della composizione dipinge una porta aperta che lascia intravedere ciò che realmente si trova oltre quella parete: il paesaggio collinare toscano con cipressi nell’ora del tramonto. Del 1967 è invece l’affresco per l’altare della Cappella delle Suore Paoline di Ponte a Elsa che rappresenta “Lasciate che i bambini vengano a me”. Qui imposta una scena con al centro una solida figura di Cristo mentre sullo sfondo sfila una scena della fuga in Egitto ed altre figure con bambini festanti tra aquiloni e angeli custodi. Negli anni Sessanta realizza una bella Pala d’altare per la chiesa di Santa Maria a Monte. È un olio su tela raffigurante Sant’Antonio da Padova e la Beata Diana Giuntini accolti dalla Trinità con Dio Padre, la Croce e la colomba dello Spirito Santo. Sono figure sospese nel cielo mentre in basso è raffigurata la veduta di Santa Maria a Monte.
Ultimi tra gli affreschi realizzati da Lotti sono quelli per la facciata della chiesa di San Donato di Santa Maria a Monte. Due nicchie ad affresco ai lati della porta principale della chiesa. Eseguiti nel 1983-84 sono l’ultima sua fatica di frescante. “Ti confesso – mi disse – che oggi l’affresco non lo farei, non risponde più allo scopo. L’affresco è la tecnica che deve sfidare il tempo, è fatta per durare, ma oggi l’inquinamento dei fiumi fa si che la rena, che serve per l’intonaco, porti con se veleni che risultano nocivi al colore.”
Suoi affreschi sono anche nella chiesa di Sant’Angelo, una pala con San Francesco si trova nella Chiesa dei Santi Vito e Modesto a Collegalli. Una bella «Madonna con il Bambino» in terracotta si trova all’esterno della chiesa parrocchiale di La Serra. Altre opere sarebbe giusto citare anche se non si trovano in chiese diocesane ma in cappelle come quelle dell’Ospedale. In questo frettoloso itinerario diocesano altre due opere è giusto citare. Si trovano a San Miniato e sono queste l’affresco nella chiesa della Santissima Trinità dove ha rappresentato i Fratelli della Misericordia con le loro cappe nere che depongono il Cristo dalla croce e infine la Croce per Martin Luther King. La Croce per Martin Luther King è stata dipinta da Lotti nel 1968 ed ha partecipato alla VIII Biennale Nazionale di Arte Sacra Contemporanea, dove ricevette un premio. Eseguita con grande libertà sul modello delle croci sagomate trecentesche, è dipinta ad olio con inserimenti di collage, le figure dei dolenti che affiancano il Cristo sono i ritratti di Martin Luther King e di sua moglie, mentre in basso è documentato l’incontro avvenuto nello stesso anno 1968 tra il Pontefice Paolo VI e il Patriarca della chiesa Ortodossa Atanagora. La Croce è dipinta anche sul retro dove è trascritta una poesia dedicata da Evtusenko a Martin Luther King dopo la sua morte e sono rappresentate storie della sua vita e predicazione. La Croce per Martin Luther King venne esposta a Roma, Bologna e a Milano. Al suo ritorno venne destinata all’altare dell’Oratorio dei Santi Sebastiano e Rocco appena restaurato e decorato di affreschi. La Croce per Martin Luther King è stata donata dal Maestro Dilvo Lotti alla Diocesi di San Miniato nel 2007.