Il giubileo del 2025 offre molti modi con il quale tornare in quella Grazia che il Battesimo ci ha donato e che il peccato ha offuscato perché torni ad essere operante in noi la Redenzione del Signore Gesù. A rimedio del peccato è posta la carità, la penitenza e la confessione. Quest’ultima è l’unico mezzo col quale il fedele è certo di essere stato perdonato dopo aver commesso il peccato mortale. Nonostante il perdono, resta da riparare al male fatto. Questa espiazione, che ha un limite, è chiamata pena temporale e può essere condonata dalla Chiesa a particolari condizioni con l’azione che porta il nome di indulgenza. Si è già spiegato nel contributo della scorsa settimana, che l’indulgenza giubilare non si sostituisce alla confessione sacramentale ma la presuppone.
Condizione indispensabile e previa per ogni indulgenza è lo spirito penitente, non arrogante, di chi non pretende ed esige ma domanda umilmente. Il condono richiesto, poi, non esime dal compiere quanto è nelle nostre possibilità per rimediare al male fatto ma piuttosto porta a perfezione quello che da soli non saremmo mai in grado di completare. Ogni indulgenza richiede un autentico distaccamento dai peccati e l’obbedienza alle condizioni che la Chiesa pone. Quando qualcuna di queste non è debitamente posta, l’indulgenza è parziale.
Poiché ogni indulgenza ottiene un ripristino della perfetta unità col Signore Gesù, attraverso l’intercessione della Chiesa e la volontà del Pontefice, si chiede ogni volta di accostarsi alla Comunione sacramentale e pregare per le intenzioni del Papa, ad esempio con un Padre nostro e un’Ave Maria. La preghiera per il Papa e la Comunione deve essere fatta nello stesso giorno in cui si accede all’indulgenza mentre la confessione può essere fatta alcuni giorni prima o dopo, in base alla possibilità.
Assieme a queste condizioni generali, vi è un’opera che deve essere compiuta in un modo stabilito. L’opera può essere scelta tra quelle possibili ogni giorno come pure tra quelle speciali aggiunte con l’occasione del giubileo. Nel proseguo tratteremo solo di quest’ultime, divisibili in tre grandi categorie: i pellegrinaggi, le visite ad alcuni luoghi sacri, le opere di misericordia e penitenza.
I pellegrinaggi. Possono essere svolti da soli o assieme ad altri fedeli. Innanzitutto verso Roma, accedendo a una delle quattro Basiliche Papali Maggiori, dove ci sono le uniche Porte Sante: S. Pietro in Vaticano, S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore, S. Paolo fuori le mura. Il pellegrinaggio potrebbe essere compiuto anche andando in Terra Santa e visitando il Santo Sepolcro in Gerusalemme o la Natività in Betlemme o l’Annunciazione in Nazareth. In terzo luogo, può essere svolto verso la chiesa Cattedrale o uno dei cinque santuari mariani diocesani stabiliti ovvero: Cigoli, San Romano, la SS. Annunziata a Capannoli, la Madonna delle Grazie e San Rocco a S. Croce sull’Arno e S. Maria delle Vedute a Fucecchio. Se non si va a Roma o in Terra Santa, è necessario che giunti nel luogo giubilare si partecipi devotamente a una celebrazione comunitaria: la S. Messa, la liturgia della Parola o delle ore, la Via Crucis, il rosario, la recita dell’inno chiamato «Akathistos» oppure una penitenziale con confessioni.
Le visite ai luoghi sacri del giubileo. Si tratta di qualcosa di simile a quanto sopra ricordato ma senza la forma del pellegrinaggio. Giunti in quei luoghi, è chiesto di intrattenersi col Signore o nell’adorazione eucaristica (possibile anche senza l’Esposizione solenne, rimanendo davanti al tabernacolo) o nella meditazione, per un tempo congruo che ognuno decide, concludendo con il Padre Nostro, il Credo e un’invocazione mariana, come l’Ave Maria. La Santa Sede include tra i luoghi indulgenziati anche altre specifiche basiliche o santuari come pure i luoghi che ogni altro vescovo stabilisce per il suo territorio che, essendo numerosi e fuori diocesi, non saranno qui elencati.
Coloro che sono realmente impossibilitati a compiere un pellegrinaggio o visitare questi luoghi (come, per esempio, i claustrali, i carcerati, coloro che sono negli ospedali o case di cura) possono accedere alla stessa indulgenza se si uniscono spiritualmente a coloro che in quel momento stanno compiendo queste opere, recitando devotamente anche loro il Padre Nostro, il Credo e una qualsiasi altra preghiera, come l’Ave Maria, chiedendo che l’Anno giubilare sia nuova occasione di accesso alla Salvezza per l’umanità e parimenti offrendo a Dio le sofferenze o i disagi della propria vita.
Opere di misericordia e di penitenza. L’indulgenza è accessibile anche col devoto compimento di opere di misericordia corporali (dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti) o spirituali (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti). Oltre a queste, è possibile la visita per un congruo tempo ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (come infermi, carcerati, anziani soli) quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro. Ancora, quando con animo devoto si partecipa a missioni popolari, a esercizi spirituali o a incontri di formazione sui testi del Concilio Vaticano II o del Catechismo.
Un’ultima opera indulgenziata riguarda il venerdì, da sempre giorno penitenziale per i cristiani perché richiama il giorno del tradimento, passione e morte del Signore. Ciò che fa accedere all’indulgenza è lo spirito con cui vivere i venerdì dell’anno ovvero di sacrificio, in unione ai patimenti di Cristo. A tale scopo possono essere trovati molti modi con cui attuare questo sacrificio; per esempio: astenendosi per tutto il giorno da futili distrazioni (reali o virtuali), dal consumo di cose superflue (digiuni), ponendosi a servizio con del volontariato o facendo autentiche donazioni economiche a favore dei poveri, delle opere di religione o anche di carattere sociale, se queste coincidono con quelle di fede come, per esempio, la tutela della vita.
Ogni indulgenza plenaria può essere ottenuta una volta al giorno e applicata a sé stessi o a un’anima del Purgatorio a modo di suffragio. In modo eccezionale, in questo giubileo è concesso di poter ottenere una seconda volta al giorno l’indulgenza plenaria applicandola ad un’anima purgante, purché si faccia una seconda volta la Comunione.
Infine, diciamo qualcosa circa i tempi. L’indulgenza per le opere di misericordia e per San Pietro è accessibile dall’inizio del giubileo alla sua conclusione ovvero dalla Vigilia di Natale 2024 al 6 gennaio 2026. Circa i pellegrinaggi e le visite negli altri luoghi del mondo, compresi quelli diocesani, dal 29 dicembre 2024 al 28 dicembre 2025. Fanno eccezione le altre tre basiliche Papali in cui il solo inizio è differito alle date in cui sono aperte le rispettive Porte Sante.