Dalla Diocesi

L’ingresso dei due «parroci amici»: don Tommaso Botti e don Luca Carloni

La Redazione

L’amicizia è un tesoro inestimabile e specialmente nella vita dei sacerdoti diventa sostegno alla loro missione e testimonianza di fraternità. Una circostanza significativa è stato l’ingresso come parroci di due sacerdoti amici tra loro a distanza di un giorno l’uno dall’altro: don Tommaso Botti ha lasciato Lari e ha assunto la responsabilità pastorale di Cerreto Guidi; don Luca Carloni ha lasciato Ponsacco dove era vice-parroco e ha preso il posto di don Tommaso alla guida dell’unità pastorale di Lari.

In questa successione di ruoli si è manifestata una correlazione, come un destino gemello tra i due giovani preti: cresciuti in parrocchia con la stessa formazione cristiana, in special modo impegnati nell’Azione Cattolica, compagni nella preparazione sacerdotale al seminario fiorentino, infine hanno condiviso come sacerdoti uno speciale carisma, donando la loro assistenza religiosa con particolare impegno in mezzo ai giovani. Come ben illustrato da un autore medievale, Aelredo di Rievaulx, T L nel trattato «L’amicizia vescovo. Così le loro nuove comunità hanno accolto queste disposizioni nella speranza di un cammino ecclesiale sempre più vivo, più proficuo, più fedele alla Parola nella continuità della sua proclamazione. Le due comunità di Cerreto Guidi e Lari credono in questo: le loro manifestazioni di affetto sono state sincere, condivise e, come ha scritto don Tommaso nel suo messaggio agli ex parrocchiani affidati alla guida spirituale dell’amico don Luca: «Il nostro rapporto non termina qui, ma continua nella universalità missionaria della Chiesa. Tutti i cambiamenti possono spaventare. Tutti i cambiamenti possono dare nuovo slancio al nostro animo. Tutti i cambiamenti possono partire dal nostro passato per proiettarci ad uh futuro. Al tempo di Gesù alcuni spirituale», l’amicizia è un cammino verso la santità che avvicina le anime a Dio attraverso il reciproco aiuto e la condivisione della fede. E questo don Tommaso e don Luca lo hanno a lungo testimoniato, nell’impegno in parrocchie vicine e come assistenti dell’Azione Cattolica.

Nelle sante Messe d’ingresso, il vescovo Giovanni che le presiedeva, ha posto l’attenzione sulla figura del prete e sulla sua azione pastorale. Il sacerdote non è tale perché indossa un abito appropriato ma perché, attraverso la «successione apostolica», ha ricevuto quello Spirito che lo rende idoneo a continuare l’opera di Cristo Gesù: diffondendo la Parola di Dio, interpretandola e spiegandola, consigliando e confortando i fedeli. Le considerazioni del vescovo sono state un ulteriore sprone per i due giovani sacerdoti a non arrendersi mai in un servizio per cui occorre uno sforzo umano non indifferente, oltre a una speranza ferrea e indistruttibile in Colui che dice: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così io mando voi!». Don Tommaso e don Luca hanno accettato, con umiltà e obbedienza, la proposta del loro abbracciarono il cambiamento, altri lo rifiutarono. Alcuni rimasero indifferenti cone se parole e gesti non li toccassero davvero. Forse i queste occasioni ci è richiesto di guardarci indietro e con le esperienze fatte, come comunità, proiettarci verso il futuro, senza aspettative sulle persone, senza pretese; ma con la volontà ferma di mettersi in gioco per fine comune che è il Vangelo di Gesù, morto e risorto per noi». Un augurio fraterno a questi due giovani preti da parte di tutti noi, accompagnati da preghiere a Maria, la nostra Madre Celeste, che interceda presso Gesù, suo Figlio, nell’assistere, proteggere, aiutare questi suoi figli.