Dalla Diocesi

Volontari Caritas nelle terre della camorra

Una volontaria Caritas

Quest’anno, per la prima volta uno dei viaggi delle «4 del pomeriggio», il progetto promosso dalla Caritas della Diocesi di San Miniato per permettere ai giovani del territorio diocesano di fare esperienze d’impegno civile in progetti sociali, ha coinvolto un gruppo di adulti. Dal 19 al 22 agosto, 20 persone, volontari e operatori Caritas, guidati da don Armando Zappolini, hanno viaggiato tra Casal di Principe e Scampia, terre dei fuochi e di camorra, andando a conoscere associazioni e cooperative che, ogni giorno, operano per dare corpo a una cultura della legalità e della giustizia sociale vera alternativa alle logiche della criminalità organizzata che negli anni si sono radicate nel territorio.

Resistenza, riscatto, recupero di spazi e relazioni, oltre ad opportunità di socialità e lavoro: questi i fattori comuni che caratterizzano le diverse realtà visitate. I volontari Caritas hanno potuto ascoltare e conoscere le persone che ogni giorno con impegno e passione lavorano perché nel loro territorio sia possibile dare spazio ad una società libera dalle regole e dai vincoli della camorra.

La prima tappa è stata Casa don Peppe Diana: in una casa confiscata alla camorra un gruppo di volontari porta avanti eventi divulgativi, di formazione e sensibilizzazione, con particolare attenzione ai giovani, per dimostrare che la morte di don Diana ha tracciato «una strada dalla quale non si torna indietro». Entrando nella sede colpiscono le foto di tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata: un viso accanto all’altro, donne, bambini, uomini fra cui rappresentanti della Chiesa e dello Stato. Il viaggio è proseguito con la visita di alcune realtà della Caritas Diocesana di Aversa, dove con il supporto di alcuni operatori abbiamo potuto conoscere attività di supporto e di affidamento di un gruppo di detenuti giunti a fine pena, che vengono coinvolti nella coltivazione della terra e nella produzione di prodotti agricoli. Siamo stati poi accolti da Monsignore Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa e da Don Carmine Schiavone, responsabile regionale Caritas, che ci hanno mostrato la casa di accoglienza per persone senza fissa dimora, la mensa e l’angolo della chiesa dedicato al ricordo degli “ultimi”: le persone, accolte negli anni e non più in vita. E’ stata poi la volta di NCO Nuova Cooperazione Organizzata: un consorzio di cooperative sociali operanti nella provincia di Caserta, che mira a ripristinare i diritti, la dignità e le opportunità delle persone, con particolare attenzione ai soggetti svantaggiati attraverso anche il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

È stato possibile vedere al lavoro, nel ristorante gestito dalla cooperativa, persone con disagio mentale e apprezzare la coltivazione dei vitigni in terreni confiscati volti a promuovere l’Asprinio, un vino originario della zona che sta piano piano, grazie anche alle attività di promozione delle cooperative, conquistando fette di mercato. La promozione delle attività del territorio si estende anche all’allevamento: nell’azienda Gravantele bufale vengono allevate libere di muoversi in ampi spazi producendo così un latte di alta qualità. Altra struttura visitata è stata Casa Stefano Tonziello: un bene confiscato alla camorra e reso disponibile per iniziative di promozione della legalità. Nei mesi estivi l’associazione ha ospitato oltre 400 bambini organizzando campi estivi dove sono state svolte attività di educazione all’ambiente e alla legalità. Il viaggio si è concluso con l’Officina delle Culture «Gelsomina Verde» a Scampia, quartiere di Napoli. Il centro, intitolato a Gelsomina, vittima innocente uccisa dalla camorra nel 2004, sorge in un’ex scuola che in passato veniva utilizzata dalla criminalità organizzata per nascondere armi e come rifugio dai tossicodipendenti che frequentavano le zone di spaccio. Nell’immobile, oggi in parte bonificato grazie al lavoro di oltre 1.300 volontari, l’associazione(R)esistenza Anticamorra, guidata da Ciro Corona, ha realizzato un vero e proprio presidio di legalità su un territorio difficile come quello della periferia nord di Napoli. Gli obiettivi sono quelli della rinascita territoriale, del riscatto sociale e della reintegrazione. All’Officina delle Culture hanno sede due comunità alloggio, una fattoria didattica con gli animali sequestrati alla camorra e una biblioteca.

In questo periodo sono ospitate una serie di famiglie sfollate dalla Vela Celeste, ultima rimasta del complesso di edilizia popolare le Vele, dove il 23 luglio scorso il crollo di un ballatoio ha provocato la morte di 2 persone e il ferimento di 13. Nell’occasione i volontari Caritas hanno consegnato i prodotti per l’igiene personale, donati dalle persone delle diverse parrocchie della Diocesi di San Miniato. Sebbene diverse e focalizzate su attività apparentemente distanti fra di loro c’è un filo rosso che lega le diverse realtà visitate: l’amore disinteressato e il sostegno alle figure più deboli; citando don Peppe Diana «non mi importa sapere chi è Dio, m’importa sapere da che parte sta». E una cosa è certa: Dio sta dove c’è amore.