Alla 50ª edizione svoltasi a Trieste ha partecipato anche una nostra delegazione diocesana. Proficue le esperienze e tante le idee chiave su cui riflettere, anche per una restituzione in diocesi.
Si è appena conclusa la cinquantesima Settimana sociale dei cattolici in Italia, tenutasi dal 3 al 7 luglio a Trieste, una città di frontiera, meravigliosa e densa di esistenze, persone, storia e strade per il futuro. Una realtà perfetta per ospitare i più di mille delegati, provenienti da tutta Italia, per parlare di democrazia, dei modi per costruirla insieme, di come, in quanto cattolici, possiamo contribuire in questo cantiere di idee, generazioni ed esperienze. Il gruppo di delegati della Chiesa di San Miniato, guidato da vescovo Giovanni – e composto dalla sottoscritta (in rappresentanza dei giovani della diocesi), da Michela Latini (presidente dell’Ac diocesana) e da Andrea Barani, responsabile dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro – si è messo in ascolto attivo della moltitudine di spunti offerti dall’esperienza.
Durante i «Laboratori della partecipazione», luogo di confronto e di discussione, il tema della democrazia è stato declinato e affrontato sotto vari punti di vista, come ad esempio quello della famiglia, dell’informazione e della comunicazione, oppure quello dei giovani e della loro formazione socio-politica e cattolica. Mediante l’elaborazione di proposte concrete, è stata concreta la percezione di far parte in modo autentico di un progetto in costruzione, a partire dalle diverse esperienze e realtà locali di S tutta Italia, con la speranza di tracciare una linea da seguire anche una volta ritornati ai propri ambiti di vita quotidiana. Le «Piazze della democrazia», luoghi di relazione e dibattito immersi nella città, sono state occasioni per conoscere storie, realtà nuove, esperti, professionisti di molti settori… Il tutto muovendosi tra temi variegati e ricercando, come punto di arrivo, atteggiamenti e propositi per creare una casa più a misura di tutti, attenta alle necessità del nostro mondo e del nostro tempo, delle persone che li abitano. Una casa più democratica, appunto. Delle intelligenti e anche approfondite occasioni di ampliare i propri orizzonti e conoscere realtà nuove in cui si può fare la differenza.
Un’esperienza vissuta con piacere ed emozione, intrecciati a una città reattiva, accogliente, che ha vissuto con i delegati questa Settimana sociale: gli abitanti di Trieste hanno passeggiato per il centro interessandosi, ad esempio, agli stand delle «Buone pratiche», iniziative di impegno sociale; gruppi e associazioni si sono seduti accanto ai delegati nelle «Piazze della democrazia», hanno partecipato con entusiasmo e gioia agli eventi serali di spettacolo, come alla domenica in presenza del Santo Padre. Una città che, oltre ad accogliere, ha quindi condiviso questa esperienza con gli ospiti di questa Settimana sociale. Noi delegati custodiremo a lungo i luminosi spunti ricevuti in questi giorni, rielaborandoli per la nostra vita personale e per riportarli concretamente nelle nostre realtà lavorative e diocesane. Per riprendere le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Democrazia è esercizio dal basso, legato alla vita di comunità. Perché democrazia è camminare insieme», e per farlo ci corre in aiuto papa Francesco, ricordandoci che «come cattolici non possiamo accontentarci di una fede marginale o privata. Ciò significa avere il coraggio di fare proposte di giustizia e di pace nel dibattito pubblico». Un coraggio che, nel mondo in cui siamo chiamati a vivere oggi, non possiamo più permetterci di rimandare.