Cari amici, ci aspetta tra pochi giorni, l’8 e il 9 giugno, un appuntamento importantissimo: le elezioni. Elezioni Europee in primis, e in diversi comuni della nostra diocesi di San Miniato, elezioni amministrative.
Vorrei invitare tutti a riflettere sull’importanza di questo appuntamento, in modo particolare quello Europeo.
L’Europa non è un continente delimitato da frontiere fisiche, ma da una comune eredità di visione della persona umana, uomo e donna, della libertà e della giustizia, che ha radici antiche e che attraverso una storia drammatica fatta di guerre continue, è giunta a desiderare di costruire un’unità non omologante, ma dove ogni popolo potesse essere se stesso, nella difesa comune della pace.
Come sappiamo, lo scopo per cui nacque il primo embrione dell’unità europea fu l’obiettivo che non ci fosse più guerra tra i popoli europei e l’unità economica, l’abbattimento delle frontiere doganali, primi passi della comunità europea, dovevano servire a questo.
Questo, mi sembra anche il primo grande criterio con cui ognuno di noi deve scegliere chi mandare al parlamento Europeo: chi vuole davvero costruire cammini di pace, nel rispetto dell’altro e nella riduzione della corsa agli armamenti, pensando una difesa sì, ma governata da una visione morale.
L’altro criterio che mi sento di indicare è quello della difesa di un’idea di persona umana: uomo e donna, famiglia, rispetto della vita, soprattutto dei più fragili ed emarginati, di solidarietà e di rispetto dell’altro.
Non è facile scegliere e la Chiesa non dà indicazioni partitiche, ma invita ognuno a assumere la propria responsabilità nella scelta di persone che promuovano le ragioni fondamentali per cui l’Europa esiste.
Il Papa già nel 2020 diceva: «Europa, ritrova te stessa! Ritrova dunque i tuoi ideali che hanno radici profonde. Sii te stessa! Non avere paura della tua storia millenaria che è una finestra sul futuro più che sul passato. Non avere paura del tuo bisogno di verità che dall’antica Grecia ha abbracciato la terra, mettendo in luce gli interrogativi più profondi di ogni essere umano; del tuo bisogno di giustizia che si è sviluppato dal diritto romano ed è divenuto nel tempo rispetto per ogni essere umano e per i suoi diritti; del tuo bisogno di eternità, arricchito dall’incontro con la tradizione giudeo-cristiana, che si rispecchia nel tuo patrimonio di fede, di arte e di cultura».
E poi rivolto a noi cristiani aggiungeva:
«I cristiani hanno oggi una grande responsabilità: come il lievito nella pasta, sono chiamati a ridestare la coscienza dell’Europa, per animare processi che generino nuovi dinamismi nella società. Li esorto dunque ad impegnarsi con coraggio e determinazione ad offrire il loro contributo in ogni ambito in cui vivono e operano».
E questo dico io, in particolare ai giovani: prendete in mano il vostro diritto a scegliere persone che possano collaborare a un’Europa che costruisca la pace, la giustizia verso i più deboli e la libertà, nella democrazia reale in cui ognuno può essere se stesso e dare il proprio contributo.
Anche nella scelta per le elezioni amministrative questi stessi criteri sono fondamentali, perché il servizio al bene comune quotidiano, nell’amministrazione delle nostre città e paesi, esprime una visione dell’uomo e della società.
Chi afferma solo se stesso, chi non ha a cuore il bene dei più deboli ma solo il potere, non potrà mai essere buon amministratore. Cerchiamo di scegliere persone che concepiscano la politica per quello che è: servizio al bene di tutti e non opportunità per affermare progetti propri o di gruppi che vogliono condizionare e non servire.
Che il Signore ci guidi tutti a scegliere nel modo migliore possibile.
+ Giovanni Paccosi