Monsignor Paccosi ha predicato, da venerdì 12 a domenica 14 aprile, gli annuali esercizi spirituali del movimento di Comunione e Liberazione al Rimini Fiera. Partecipavano 21 mila persone in presenza e 70 Paesi erano collegati in streaming. Tema guida degli insegnamenti del vescovo la frase dello scrittore francese Peguy: «Quello che mi stupisce, dice Dio, è la speranza»
Partiamo dai numeri: 21mila persone in presenza e altre 3 mila collegate in streaming; 21 nazioni sintonizzate in contemporanea con traduzione simultanea in sei lingue e 70 paesi che hanno seguito gli esercizi nei giorni successivi in differita. Queste in sintesi le cifre sui partecipanti agli annuali esercizi spirituali della Fraternità di Comunione e Liberazione, svoltisi da venerdì 12 a domenica 14 aprile al Rimini Fiera, e predicati quest’anno dal nostro vescovo Giovanni Paccosi.
Al tradizionale appuntamento riminese con gli esercizi di CL, che venivano predicati da don Luigi Giussani finché è stato in vita, hanno partecipato anche alcuni membri delle fraternità di San Miniato e di Montelupo-Fibbiana. Monsignor Paccosi ha guidato, attraverso quattro sessioni d’insegnamento, meditazioni che avevano per titolo «Quello che mi stupisce, dice Dio, è la Speranza», un suggestivo inciso tratto dal poema «Il portico del mistero della seconda virtù» dello scrittore francese Charles Péguy.
«È arduo pensare di sintetizzare in poche righe una così ricca esperienza che ci ha condotto a un denso approfondimento della virtù teologale della speranza», raccontano i partecipanti da San Miniato e Fibbiana. «Siamo stati accompagnati dalla proiezione delle immagini degli affreschi di Giotto sulla vita di San Francesco della basilica superiore di Assisi e dalle musiche di Mozart, Schubert, Bach e Beethoven».
«Per sperare bisogna aver avuto una grande grazia»: questa riflessione di Péguy è stata l’incipit del percorso che si è dipanato nei tre giorni. Guidati da un testo di don Giussani scritto nel 1961 «Dalla speranza alla pienezza della gioia», monsignor Paccosi ha tratteggiato la P speranza come “ancora” nell’Aldilà che in qualunque tempesta ci rende saldi nel mare agitato di quaggiù. Sembra impossibile parlare di speranza oggi, in un mondo ferito dalla guerra e dall’ingiustizia, ma la speranza ha una forza e un vigore che vengono dall’Alto, da una grazia che si innesta nell’innato desiderio umano di felicità. Dio l’ha messo nell’uomo per attrarlo a Sé e solo Dio lo può colmare. Questo è il maggior segno di grandezza dell’uomo. Ed è in questa dignità infinita e in questo desiderio incolmabile che si radica la speranza.
Attraverso la testimonianza della sua vita personale, il vescovo Giovanni ha testimoniato come sia la partenza non ricercata per la missione in Perù sia la nomina inaspettata a vescovo della nostra diocesi, siano state vissute come segno e manifestazione della grazia di Dio. È questa grazia vivificante che ha animato le esperienze da lui vissute, in America Latina e anche nella realtà della nostra diocesi. Il vescovo ha ricordato, tra l’altro, le visite a strutture di cura.
Di grande significato anche i richiami all’esperienza dei missionari francescani e gesuiti in America Latina e di grande suggestione la lettura di un passo dalle lettere di padre Matteo Ricci, in cui il gesuita evangelizzatore della Cina nel XVII secolo, dà un’ispirazione potente alla speranza anche in tempi e situazioni particolarmente difficili, in cui si stenta a vedere i frutti dell’impegno evangelizzatore. A chi aspettava la notizia di numerose e importanti conversioni in Cina, Matteo Ricci risponde che quello è in realtà l’unico desiderio che anima i missionari nella loro opera, per cui hanno lasciato la patria e hanno fatto propri una lingua, un modo di vivere e usi e costumi stranieri. Ma il tempo che stiamo vivendo, aggiunge, non è quello del raccolto, e neanche quello della semina, quanto quello di aprire la strada per boschi impervi e combattere contro fiere e serpenti velenosi. Altri verranno – conclude Ricci – con la grazia del Signore, che testimonieranno le conversioni e i fervori dei cristiani.
Il testo completo degli Esercizi sarà pubblicato nelle prossime settimane in forma digitale sul sito clonline.org e, in forma cartacea, come allegato al mensile «Tracce» del mese di giugno. Alla tre giorni riminese le Sante Messe sono state presiedute da padre Mauro Lepori, generale dei Certosini, dal cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, e da monsignor Filippo Santoro, vescovo emerito di Taranto. Gli esercizi si sono conclusi con la commovente comunicazione dell’apertura della fase testimoniale per la causa di beatificazione del servo di Dio don Luigi Giussani, che si terrà il 9 maggio alle ore 17 nella basilica di sant’Ambrogio a Milano.