Abbiamo già dato notizia dell’imminente arrivo delle reliquie di Santa Faustina Kowalska a San Romano, dove resteranno esposte in una delle cappelle laterali del santuario della Madre della Divina Grazia. Ma non è questa l’unica importante novità che riguarda la comunità parrocchiale guidata dai Frati Francescani.
Ne parliamo con padre Francesco Brasa, recentemente giunto a San Romano come parroco: «Faccio parte dell’associazione Faustinum – ci racconta – istituita dalle suore della Beata Vergine della Misericordia con lo scopo di diffondere la devozione a Gesù Misericordioso, partecipando ai benefici spirituali dell’istituto. Mi occupo a livello nazionale della formazione dei laici che ne fanno parte e ci è sembrato bello accogliere anche a San Romano questa realtà. Faccio regolarmente formazione online per 60 persone sparse in tutta Italia e così, anziché parlare da solo davanti a un computer, ho potuto avere la presenza di alcuni parrocchiani interessati. Da questo è nata l’idea di accogliere una reliquia di Santa Faustina qui a San Romano. La reliquia è in arrivo da Cracovia e stiamo attrezzando la cappella per poterla esporre in totale sicurezza, come ci viene richiesto dalle suore, oltre alla disponibilità a celebrare la domenica della Divina Misericordia e la memoria di santa Faustina, come già facevamo».
Un’altra occasione importante di crescita spirituale presso il santuario di San Romano è data dalla «visita» del Crocifisso di San Damiano.
«Sì – risponde padre Brasa -. Questa iniziativa nasce dall’Ordine Francescano Secolare della Toscana, che sta realizzando la peregrinatio di una copia del Crocifisso di San Damiano nei vari conventi e parrocchie dove l’OFS è presente, per presentare la vocazione alla vita francescana incarnata nel mondo secolare. Il Crocifisso sarà presente fino al 26 gennaio con diversi momenti di catechesi e di preghiera». Prima di tornare come parroco a San Romano, dove per tre anni aveva svolto la mansione di guardiano, padre Brasa è stato superiore a La Verna. Qui ha dovuto seguire i lavori di ben cinque cantieri, occupandosi anche del reperimento dei fondi. A San Romano, ha trovato altri lavori in corso: la caduta di alcuni stucchi ha comportato la chiusura per un anno della cappella della Madonna, che è il cuore pulsante del santuario francescano.
«È stato molto complicato capire che tipo di intervento fare, – ci confida – perché questi stucchi del soffitto andavano consolidati. Solo poche settimane fa è arrivato il progetto di restauro, che però è molto oneroso. La Cei ci aiuterà ma per quest’anno non ce l’abbiamo fatta a rientrare nella richiesta dei fondi e, presentandola ora, non potrà andare a buon fine prima di maggio dell’anno prossimo. Quindi, non volendo lasciare la cappella chiusa per un altro anno e mezzo, abbiamo ritenuto opportuno investire qualche soldo per collocare una rete di sicurezza certificata. Così dall’8 dicembre scorso la cappella è riaperta e regolarmente officiata in tutta sicurezza. Dovremo cercare altri fondi per il restauro della cappella e anche per ulteriori opere necessarie, come il cambio delle luci, da alogene a led, e la ritinteggiatura della facciata. Dovremo inoltre risolvere alcune infiltrazioni che si sono verificate nei giorni delle bombe d’acqua, quando sia la chiesa che la casa si sono allagate».
Quanto ai progetti pastorali, padre Francesco aggiunge: «Siamo una comunità giovane, creativa e le idee non mancano. Un mandato che io e padre Alessio Prosperi abbiamo ricevuto dal Provinciale che ci ha inviato qui è quello di far ripartire il «Centro di pastorale familiare» nei locali del lato ovest del convento, già albergo, quindi sede Asl e poi rimasto inutilizzato per decenni. Quando ero qui con padre Valentino abbiamo realizzato il Centro pastorale con le aule del catechismo a piano terra, e nella parte in alto, dov’erano le camere, abbiamo ricreato a costo zero, grazie agli amici e collaboratori della nostra pastorale familiare toscana, uno spazio di accoglienza per le attività residenziali: i ritiri, gli esercizi spirituali per coppie di fidanzati e di sposi… Dopo il trasferimento mio e di padre Federico Russo, l’attività si è un po’ fermata. Ora si tratta di farla ripartire».