Sono stati più di cinquanta i giovani della diocesi che questa estate hanno partecipato alle proposte di Caritas, Pastorale giovanile ed Unitalsi nel progetto delle “4 del Pomeriggio”. Lunedì 3 ottobre ci siamo ritrovati con tutti loro e con il nostro vescovo Andrea nel Centro pastorale di Santa Croce Sull’Arno per condividere le esperienze fatte: è stata una serata nella quale le emozioni degli incontri si sono riaccese nei cuori di chi le ha vissute ed hanno contaminato gli altri.
Uno degli obbiettivi principali del progetto è proprio quello di trasmettere all’interno della nostra comunità diocesana quello sguardo dalle periferie del mondo che la aiuti ad uscire verso una realtà che aspetta una presenza viva del Vangelo e che S anche può dare a noi cristiani tanta ricchezza di testimonianze e tanta forza. Il progetto di questo anno, oltre alle esperienze ormai consuete dei territori schiacciati dalle mafie e dallo sfruttamento dei migranti irregolari, si è arricchito di mete importanti e diverse come la Terra Santa, la Bosnia Erzegovina, Lourdes, oltre alla consueta settimana a Taizé. Il viaggio a Sarajevo è stato parte di un progetto di Caritas Toscana che ha visto arrivare nei Balcani più di 150 giovani in diverse date durante tutto il periodo estivo. La riposta di Gesù agli apostoli Giacomo e Giovanni che gli chiedevano dove abitava continua a dare il senso al nostro progetto. È un invito alla chiesa a fare esperienza di Lui, a incontrarlo, a stare con Lui. Dove e come possiamo attuare questo proposito? Per troppo tempo e, purtroppo, ancora per molti cristiani, questo incontro è limitato alla sola sfera rituale e alla dimensione più prettamente spirituale.
Ai giovani ed ai sacerdoti che li hanno accompagnati è stata offerta una opportunità per gustare la bellezza di questo incontro con Gesù nella carne viva delle persone, nell’impegno di tanti nel volontariato, nel restare in piedi davanti alle ingiustizie. In questo progetto la nostra Caritas diocesana, in rete con gli altri uffici pastorali, vuole esercitare questo sua mandato prioritario di carattere pedagogico: non siamo chiamati infatti soltanto a svolgere servizi o dare risposta ai bisogni delle persone, quanto piuttosto a far crescere nelle nostre comunità la bellezza di una vita cristiana che si manifesta nella concretezza della vita e che vi porta la luce e la forza del Vangelo. È stato bello anche notare che alcuni incontri hanno provocato nei nostri giovani un senso di disagio e di rabbia davanti a tante ingiustizie ed alle conseguenze di politiche fatte solo a vantaggio dei potenti e dei guadagni economici: sono sentimenti importanti, che ci guariscono dalla superficialità e dalla indifferenza. Su questo papa Francesco ci richiama continuamente! Nella équipe diocesana faremo tesoro delle valutazioni emerse lunedì sera a S. Croce Sull’Arno per rimodulare il programma del prossimo anno. Ancora “sulla strada” …. ancora portatori di sogni e speranza!