Domenica 30 novembre, prima domenica di Avvento, la parrocchia dei Santi Stefano e Martino ha accolto le reliquie del giovane santo milanese con una solenne celebrazione. Don Fabrizio Orsini: «Confido nell’aiuto di san Carlo per i nostri giovani».
Un quindicenne in jeans che chiamava l’Eucaristia «la mia autostrada per il cielo» è arrivato a San Miniato Basso. Non fisicamente, certo, ma attraverso tre capelli custoditi in un prezioso reliquiario: le reliquie di san Carlo Acutis, il primo santo millennial della Chiesa cattolica – canonizzato lo scorso 7 settembre da Leone XIV insieme a Pier Giorgio Frassati hanno trovato casa permanente nella parrocchia dei Santi Stefano e Martino. Domenica 30 novembre, prima domenica di Avvento, la comunità parrocchiale si è riunita per una celebrazione solenne che ha visto la partecipazione di tante famiglie con bambini. Un’accoglienza calorosa per un santo che parla la lingua dei giovani, che sapeva di tecnologia e social media, e che aveva scelto l’amicizia con il Signore come suo cammino di vita preferenziale. L’idea di portare una reliquia di Carlo Acutis a San Miniato Basso è venuta al parroco don Fabrizio Orsini, proprio pensando ai giovani e ai ragazzi della sua comunità: «Sia per proporre loro un esempio e un modello da seguire, sia perché ci fosse in parrocchia la presenza di una figura di intercessore forte per i ragazzi, quale san Carlo è», spiega don Orsini.
Il percorso per ottenere la reliquia non è stato semplice. Nel portare avanti la pratica, don Fabrizio ha innanzitutto chiesto una lettera di presentazione al vescovo Giovanni Paccosi e ha poi contattato il vescovo di Assisi e il santuario della Spogliazione, sempre in Assisi, dove riposa il corpo del giovane santo. La risposta iniziale è stata che c’erano già tantissime richieste, ma don Orsini non si è arreso: «Ho chiesto una reliquia di primo grado, “ex capillis”, dai capelli. Mi hanno risposto che appena sarebbero stati un po’ più liberi mi avrebbero contattato, io invece ho insistito e alla fine l’abbiamo ricevuta».
La festa per l’arrivo delle reliquie era stata idealmente anticipata da un incontro tenutosi in parrocchia il 23 ottobre scorso, quando l’oratorio si era riempito di giovani venuti ad ascoltare don Alessandro Andreini raccontare di questo santo quindicenne, del suo amore per l’Eucaristia e del coraggio manifestato di fronte alla morte. Carlo Acutis, nato a Londra il 3 maggio 1991 e morto a Monza il 12 ottobre 2006 per una leucemia fulminante, ha vissuto solo 15 anni ma ha lasciato dietro di sé una scia di luce. Ragazzo come tanti appassionato di tecnologia, videogiochi, calcio – ma con una vita interiore straordinaria: messa quotidiana, rosario ogni giorno, adorazione eucaristica, attenzione ai poveri e ai senzatetto di Milano.
L’accoglienza a San Miniato Basso è stata curata in ogni dettaglio: domenica scorsa, poco prima della Messa delle 11, i volontari della locale Misericordia hanno condotto le reliquie fino alla chiesa della Trasfigurazione. Ad accoglierle, sul sagrato, c’era don Orsini stesso insieme ai ministranti. Per custodirle e permetterne la venerazione ai fedeli è stato realizzato un reliquiario, ora collocato nella cappella della Madonna. Queste reliquie, tratte dai capelli appunto, sono della stessa tipologia di quelle conservate dall’ottobre scorso in cattedrale. «È una reliquia preziosa – spiega in proposito don Fabrizio –. Confido molto nell’aiuto di san Carlo Acutis per i nostri ragazzi, lo pregherò molto per i nostri giovani». La celebrazione ha visto la Tutte le foto in pagina sono di Francesco Sgherri partecipazione straordinaria della comunità, segno di quanto la figura di questo giovane santo riesca a parlare alle nuove generazioni.
«Un giovane con i giovani, potremmo dire: un giovane per i giovani qui in parrocchia», ha sottolineato ancora il parroco. Successivamente alla celebrazione, è stato scoperto e benedetto nell’adiacente oratorio uno splendido ritratto di Acutis. Don Orsini aveva rinvenuto tempo addietro, su internet, un’iconografia inconsueta del santo; l’ha quindi salvata e fatta scansionare per ingrandirla. La nuova sala parrocchiale, recentemente restaurata, sarà dunque, da adesso in poi dedicata proprio a san Carlo Acutis. Al termine della celebrazione, don Orsini si era rivolto alla comunità sottolineando che le reliquie rimarranno in maniera permanente nella chiesa parrocchiale «affinché siano di stimolo per ciascuno a prendere sul serio la comune chiamata alla santità e la conoscenza della breve ma intensa vita di questo ragazzo, salito al cielo all’età di 15 anni».
Nella stessa occasione il parroco ha ricordato anche alcuni tratti particolari della vita del santo: la vita di Acutis ha detto è stata una vita felice «vissuta tra passioni di interessi comuni a tutti i giovani, ma con la caratteristica di rimanere sempre fedele a se stesso, rinunciando ad ogni forma di omologazione che uccide l’originalità e la specificità di ogni singola persona». Carlo «non ha mai avuto paura di non piacere ai suoi coetanei; anzi, era per loro un modello e tanti suoi amici erano affascinati dal suo modo di porsi e di vivere la fede in Gesù». Don Orsini ha sottolineato inoltre come in lui la vita di fede non era mai separata dalla vita quotidiana: «Andava a Messa tutti i giorni, recitava il rosario, trascorreva lunghe ore in adorazione davanti al Santissimo. L’Eucaristia la chiamava “la mia autostrada per il cielo”. Diceva: “Non io ma Dio”, ed era consapevole che la fede vera era quella che si impasta con la carità, con l’amore per quei poveri che spesso andava a trovare per le strade di Milano». La sua canonizzazione, avvenuta lo dicevamo – il 7 settembre scorso in piazza San Pietro alla presenza di circa 70 mila fedeli, è stato anche il primo atto di canonizzazione presieduto da papa Leone XIV. La figura di questo ragazzo milanese, cresciuto tra computer e pallone, messa quotidiana e playstation, è oggi capace di parlare come poche al cuore delle nuove generazioni e dimostra – se mai ce ne fosse bisogno – che la santità non è roba da museo, ma una strada percorribile anche nell’era digitale, tra social e smartphone. La cappella della Madonna, nella chiesa della Trasfigurazione, dove sono state esposte le reliquie, diventa dunque, da ora in poi, un luogo di riferimento per i giovani, uno spazio dove portare attese, pene e domande di senso: «Invito voi ragazzi a venire spesso a visitare queste reliquie e a parlare a cuore aperto a san Carlo dei vostri problemi e dei vostri desideri», aveva concluso proprio in riferimento a questo don Orsini.


