Venerdì 3 Settembre 2021, a San Miniato Basso
49° Convegno Catechistico Diocesano
« Vocazione, ministero e formazione del catechista »
Slides del Convegno
» Convegno Catechistico San Miniato 2021
Video del Convegno
Presentazione
di don Sunil Thottathussery, direttore dell'Ufficio Catechistico Diocesano
“Ministero tanto antico tanto nuovo”
Vocazione, ministero e formazione del catechista è il titolo del Convegno catechistico diocesano che si svolgerà il 3 settembre a San Miniato Basso, nella chiesa della Trasfigurazione. Interverrà Don Pietro Biaggi, presbitero della diocesi di Bergamo, docente di catechetica con un’esperienza straordinaria come Direttore del servizio nazionale per la Catechesi della Conferenza Episcopale Francese.
Nell’intento di presentare il nostro convegno evidenzio le parole del titolo con alcune riflessioni sul tema scelto riprendendo le parole del “Motu Proprio” Antiquum ministerium, con il quale Papa Francesco ha istituito il ministero di catechista, lo scorso 10 maggio 2021, nella Memoria liturgica di San Giovanni d’Avila, grande predicatore e mistico, dottore della Chiesa, chiamato l’Apostolo dell’Andalusia.
Vocazione
Come ogni ministero anche il ministero di catechista possiede una forte valenza vocazionale. Bisogna riscoprire sempre di più questa consapevolezza. Il catechista è soprattutto chiamato a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze, in cui essa non può diventare sale della terra se non per suo mezzo, collaborando e faticando molto per il Signore (cfr. Lumen Gentium, 33). Il servizio di catechista come vocazione lo ricordava Papa Francesco in un videomessaggio il 22 settembre del 2018: “Non si tratta di fare i catechisti, ma di esserlo. Il catechista non può dimenticare, soprattutto oggi in un contesto di indifferenza religiosa, che la sua parola è sempre un primo annuncio. Il catechista è colui che si è messo al servizio della Parola di Dio, che frequenta quotidianamente questa Parola, per farla diventare suo nutrimento e poterla così partecipare agli altri con efficacia e credibilità”. Il catechista è nello stesso tempo testimone della fede, maestro e mistagogo, accompagnatore e pedagogo che istruisce a nome della Chiesa. Un’identità che solo mediante la preghiera, lo studio e la partecipazione diretta alla vita della comunità può svilupparsi con coerenza e responsabilità (Antiquum ministerium 6) (cfr. Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, Direttorio per la Catechesi, 113). La vocazione specifica del catechista pertanto ha la sua radice nella vocazione comune del popolo di Dio, chiamato a servire il disegno salvifico di Dio in favore dell’umanità (Ibidem, 110). La vocazione ad essere catechista è una vocazione stabile. Un catechista non si riduce a fare il catechismo un’ora in parrocchia, ma è catechista nella famiglia, nel proprio ufficio, nella ditta, ovunque.
Ministero
La lettera apostolica prende forma dalle parole di san Paolo: “Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri” (1 Cor 12,28-31). Ci sono varietà di ministeri nella comunità cristiana. Si tratta di un’importante svolta che porta a compimento un percorso già in essere nella Chiesa e che punta a dare maggiore rilievo alla figura del catechista, istituendo questo ruolo come ministero laicale. Già il Concilio Ecumenico Vaticano II aveva posto in luce l’importanza del coinvolgimento diretto dei laici tanto nell’opera di evangelizzazione quanto nello sviluppo della comunità.
Le Conferenze Episcopali sono invitate a trovare le forme più coerenti alle proprie tradizioni locali per stabilire il percorso necessario per poter accedere al ministero, individuando requisiti quali l’età, gli studi necessari, le condizioni e le modalità di attuazione. La Congregazione per il Culto Divino pubblicherà il rito liturgico per l’istituzione del ministero di catechista. Il Vescovo diocesano con il dovuto discernimento lo evidenzierà con il rito di istituzione. Il catechista è a servizio del Vescovo e della diocesi come tutti i ministeri, quindi può essere inviato in un’altra parrocchia, in un altro vicariato.
Gli uomini e le donne chiamati a questo servizio dovranno avere profonda fede e maturità umana; partecipare attivamente alla vita della comunità cristiana; essere capaci di accoglienza, generosità e vita di comunione fraterna; ricevere la dovuta formazione biblica, teologica, pastorale e pedagogica per essere comunicatori attenti della verità della fede; avere già maturato una previa esperienza di catechesi; essere fedeli collaboratori dei presbiteri e dei diaconi; dare la disponibilità a esercitare il ministero dove fosse necessario; essere animati da vero entusiasmo apostolico.
Questo servizio deve esprimersi nell’ambito della trasmissione della fede mediante l’annuncio e l’istruzione sistematica. Ma non tutti coloro che oggi sono catechisti e catechiste potranno accedere al ministero, riservato a quanti corrisponderanno ai requisiti elencati nella lettera apostolica. Il discorso ministeriale inciderà sulle impostazioni catechetiche delle parrocchie, uscendo dall’impostazione scolastica del catechismo. Questo cambiamento sarà funzionale in modo che le parrocchie entrino meglio nella dinamica missionaria. Come sottolinea il documento stesso: “è necessario riconoscere la presenza di laici e laiche che in forza del proprio Battesimo si sentono chiamati a collaborare nel servizio della catechesi” (Antiquum ministerium 5) a titolo gratuito. È un ministero stabile, dura tutta la vita.
Formazione
Con il ministero di catechista, che segue quelli dell’accolitato e del lettorato (“Motu Proprio” Spiritus Domini) Papa Francesco vuole promuovere ulteriormente la formazione e l’impegno del laicato nel mondo. Tutto ciò comporta necessariamente una revisione adeguata dell’identità del catechista, della sua formazione, dei suoi compiti descritti dal Catechismo della Chiesa Cattolica, dai Direttori per la catechesi e anche dall’esortazione di Papa Francesco, Evangelii Gaudium sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale.
In questo tempo di pandemia abbiamo cercato di trovare modi diversi di evangelizzazione e di catechesi. Anche la formazione è venuta meno. Il documento arriva in un momento particolare, è intento del Papa approfittare del periodo storico per rimarcare che la catechesi è un pilastro della Chiesa. L’atto catechistico è stato fortemente danneggiato dalla pandemia ma con l’avvento di questa novità ci possiamo tuffare con fiducia in una nuova avventura per cercare di ripartire. Anche la nostra diocesi possa percepire questa difficoltà come tempo opportuno di rinnovamento. Il discorso formativo ci sta molto a cuore. Puntiamo molto sul fatto che il catechista debba essere preparato anche umanamente, e lavorare con gli altri. Non escludiamo la possibilità che si possano avviare percorsi formativi per il nuovo ministero.
Ringrazio tutti i catechisti della diocesi che si dedicano a questo servizio e ricordo tutti i giovani affinché possano riscoprire questa vocazione e ministero per un coinvolgente rinnovamento catechistico a favore della nostra Chiesa e delle nuove generazioni. Questo “Motu Proprio” vuole radicare in ciascuno di noi la consapevolezza di una vocazione, la necessità di una formazione adeguata e di un ministero da svolgere come dono e compito. Auguro con tutto il cuore che il convegno possa aprire nuove strade per un ministero “tanto antico tanto nuovo” come quello di catechista nelle nostre comunità.