Domenica 13 febbraio la nostra diocesi ha voluto accompagnare tutti i giovani che si stanno preparando al sacramento del Matrimonio con una Messa a loro espressamente dedicata. Nella chiesa della Trasfigurazione a San Miniato Basso il vescovo Andrea ha presieduto la liturgia con le tante coppie presenti: è stato un momento bello e ricco, una Chiesa piena di giovani dà speranza, speranza di futuro, speranza di felicità.
Proprio sulla gioia e la bellezza del vivere insieme l’amore, il nostro vescovo ha voluto far riflettere nell’omelia, commentando la prima lettura tratta dal profeta Geremia: in essa ci viene dato «un primo suggerimento e augurio perché ci viene detto che ci sono delle sorgenti dell’amore. L’amore nella coppia, in una storia, rimane vivo – ha sottolineato monsignor Migliavacca – se alimentato, quando ha sorgenti di acqua buona che lo tengono vivo e rendono la storia, l’esperienza, il cammino dell’amore talmente rigoglioso che lo si può paragonare ad un albero ricco di foglie».
Rivolto poi alle coppie presenti ha chiesto: «Per voi quali sono le sorgenti del vostro amarvi? Dove andate a pescare l’acqua fresca, la gioia, la forza per vivere con autenticità l’amore che vi lega? Vedete… la parola di Dio oggi vi dice due cose: per tenere vivo l’amore abbiamo bisogno di sorgenti, abbiamo bisogno di alimentarlo. Allora certo questo è un invito a vedere quali sono le sorgenti del vostro amare e un invito a non dimenticarle. Ma la parola di Dio dice anche una cosa più bella: vi dice che sorgenti nella vostra vita non mancheranno mai. Si potranno incontrare difficoltà, più fatica nel dialogo, distrazioni che ci allontanano, ma le sorgenti che possono tenere vivo l’amarvi rimarranno sempre nella vostra vita. Occorrerà allora ritornare a quelle sorgenti, ritrovarle, abbeverarsi, lasciarsi arricchire. La parola di Dio ricorda che l’amicizia con Lui, l’ascolto della sua Parola è una sorgente sicura dell’amarsi e del volersi bene. Guardate allora con fiducia al vostro cammino, perché Dio non vi farà mancare queste sorgenti di amore».
Commentando poi la seconda lettura tratta da san Paolo, il nostro vescovo ha continuato: «L’apostolo parla di risurrezione, annuncia che Cristo è risorto dai morti, ha vinto la morte, è vivo e grazie a lui, credendo nella resurrezione dei morti, si fa esperienza, possiamo accogliere anche noi il dono della vita, il dono della risurrezione». La coppia che ama è allora profezia di resurrezione, perché porta alla vita, è capace di generare nuova vita. «Infine la pagina del Vangelo – ha proseguito monsignor Migliavacca – ci riporta un augurio che vi dice “beati”, un augurio tra i più belli pensando al matrimonio, alla vita insieme, alla famiglia: l’augurio che sia un’avventura in cui essere beati. È l’augurio del vangelo che vi dice e ci dice: alla tua vita – che sia nella gioia, nella fatica, nella sicurezza o nella fragilità, nella riuscita o talvolta negli insuccessi, nella fedeltà o nel peccato – è regalata la beatitudine». E per non dimenticare che in ogni momento della nostra vita siamo invitati a non smettere di vedere il bene, il vescovo ha suggerito alle coppie presenti di fare un esercizio: «Provate a raccontarvi il bene che vedete oggi nella vostra vita e nel cammino insieme. Magari ci sono anche delle fatiche, delle preoccupazioni, ma il racconto deve essere il bene che c’è, il bene che vedete». E ha aggiunto: «Fatevi ogni giorno un complimento fra di voi: è un modo per ridirsi il bene che esiste tra voi: “ti ridico oggi il bene che sei nella mia vita”. Ogni giorno. In questo modo potrete dirvi beati!»
In finale monsignor Migliavacca ha fatto una sottolineatura sulla parola di Gesù che conosce anche il tono della sferza: «Gesù non dice solo beati, ma dice anche “guai a voi!”, ma è come se ci dicesse: “ti voglio così bene che ti dico svegliati!” se ti stai dimenticando di essere beato, “ti voglio così bene che ti dico… guai!”, se ti stai dimenticando di amare, ti voglio così bene che ti dico “guai!” se vedo che cominci a pensare solo a te stesso. “Guai” è l’esortazione a diventare voi stessi portatori di beatitudine nella vita di chi incontrate, perché la vita si impara a regalarla, ai figli innanzitutto e poi in ogni luogo dove la vita si sta spegnendo». Alla fine della celebrazione il vescovo ha donato a tutte le coppie una pergamena ricordo della giornata.