San Miniato è tornata ad essere per un giorno l’epicentro dei teatri toscani. Nel pomeriggio di venerdì 10 dicembre la Fondazione Istituto del Dramma Popolare ha ospitato infatti un importante convegno di studi, al quale hanno preso parte la quasi la totalità dei teatri toscani, con il patrocinio del Ministero della cultura, del comune di San Minato, della Fondazione Cassa di risparmio di San Miniato e della sezione Toscana dell’Associazione nazionale archivistica.
Presenti diverse realtà: dai teatri di prosa a quelli lirici, dai teatri di musica sinfonica a quelli che ospitano performance a vocazione contemporanea. Occasione di questo prestigioso rendez-vous è stata la presentazione del lavoro di sistemazione, riordino e inventariazione dell’archivio dell’Istituto Dramma Popolare di San Miniato.
La giornata di lavoro, svoltasi nella suggestiva cornice degli spazi del Seminario vescovile, è stata l’occasione per riflettere attorno agli archivi dei teatri toscani, che rappresentano la memoria delle arti dello spettacolo e che stanno vivendo negli ultimi anni un rinnovato interesse, grazie anche all’appoggio della Soprintendenza archivistica per la Toscana che ha attuato azioni di tutela e valorizzazione.
Al convegno-dibattito hanno preso parte il Teatro Metastasio di Prato, la Pergola di Firenze, il Maggio musicale fiorentino, il Teatro del Giglio di Lucca, il Teatro Era di Pontedera, l’Accademia dei Rozzi di Siena, l’Associazione teatrale pistoiese, il centro culturale Il Funaro di Pistoia ma anche scrittori, produttori ed editori teatrali. Il Dramma Popolare di San Miniato, il più antico teatro di produzione italiano, nato nel 1947, ha dato avvio ai lavori attraverso le parole del dottor Marzio Gabbanini.
Il Presidente della Fondazione ha ricordato come l’opera di valorizzazione operata sull’archivio con la creazione di un inventario sistematico curato da Alexander di Bartolo, siano stati gli elementi che hanno spinto a riunire «nella città del buon vivere i teatri toscani, per un confronto sulla memoria e sul futuro di queste importanti testimonianze della storia dello spettacolo e per la creazione di un rete virtuosa fra gli archivi dei teatri». È indubbio infatti che le testimonianze eterogenee provenienti degli archivi di questi enti culturali rappresentino la fonte principale per approfondire le vicende dello spettacolo e dell’intrattenimento, da quello d’occasione e “leggero” a quello musicale e d’orchestra, da quello di danza a quello spirituale come il “Teatro dello Spirito”, che da ben 75 anni prende corpo nei suggestivi spazi aperti di San Miniato.
Le parole di alcuni autorevoli studiosi intervenuti hanno rimarcato l’importanza di lavorare sulla valorizzazione degli archivi. Lorenzo Valgimogli per la Soprintendenza archivistica della Toscana ha ribadito l’interesse degli enti periferici del Ministero per continuare nell’opera di censimento dei depositi documentali e favorire così lo studio e la ricerca. Manuel Rossi invece, a nome dell’Anai Toscana ha presentato il caso specifico dell’archivio del Teatro del Maggio, dove alle testimonianze musicali (partiture e musiche di famosi compositori) si affiancano vere e proprie opere d’arte come i bozzetti e le scenografie di De Chirico. Anna Peyron del Centro Studi del Teatro Stabile di Torino ed Eva Marinai, docente dell’Università degli Studi di Pisa, hanno invece presentato, in base alle specifiche competenze, il lavoro di censimento e valorizzazione digitale di fondi teatrali (manifesti, locandine, crediti di spettacoli, interamente digitalizzati e consultabili on line), in corso a Torino da diversi anni, e quello di indagine su raccolte pisane svolte principalmente tra Pisa e Firenze grazie alla collaborazione di artisti scenografi come Daniele Spisa, che hanno aperto i lori archivi privati a docenti e studenti universitari.
Al termine delle relazioni il Dramma Popolare ha ribadito la propria volontà di proseguire con la creazione di questo network programmando per il prossimo anno una nuova iniziativa di incontro per continuare a parlare della memoria dei teatri.