Carissima AC di San Miniato,
la tua presenza in diocesi è una storia che viene da lontano, ricca di tanti volti di amici, alcuni ormai già nella casa del Padre, fucina di fantasia, di generosità, di passione per la Chiesa.
Ti conosco perché provengo dalla stessa famiglia di Azione cattolica, quella di Pavia, dove ho vissuto da ragazzo la gioia dell’ACR, poi la responsabilità di consigliere e infine quella di Assistente diocesano. So il bene che è e che fa l’AC.
In questo 8 dicembre del 2021, festa della adesione, desidero condividere alcuni pensieri che nascono dalla gratitudine e sono anche rinnovato invito alla missione, alla testimonianza, all’apostolato, secondo il cammino della Chiesa diocesana.
Lasciati raggiungere da queste parole nel cammino che ci sta portando al Giubileo della diocesi, i suoi 400 anni di vita, in una esperienza di itinerario sinodale, in un rinnovato impegno ad annunciare il Vangelo.
Vorrei accompagnare con questi miei appunti una domanda fondamentale: come essere AC presenza feconda nel cammino diocesano?
Ti chiedo di essere, AC, esperienza di laicità. Si tratta di riscoprire il dono del Battesimo che tutti ci fa presenze vive della comunità cristiana, abilitati a condividere i doni che abbiamo e a contribuire, con carismi e ministeri diversi, alla vita della Chiesa e all’annuncio nel mondo. E questo vivendolo da laici, come antidoto al rischio del clericalismo, riconoscendo certo il dono nella Chiesa del ministero ordinato e sentendoci insieme popolo di Dio in cammino. E’ in questa esperienza che si gioca l’avventura della formazione. Sii cara AC, scuola di laici, luogo di formazione ad una fede adulta e servizio nella diocesi, nelle parrocchie, per la formazione cristiana dei laici.
Ti chiedo di essere, AC, casa ospitale dei giovani. Ci ricordava il papa nella “Christus vivit” che i giovani non sono il futuro della Chiesa, ma sono l’oggi della Chiesa. Ho visto con i miei occhi il tanto bene che si vive nelle esperienze estive con i ragazzi e gli adolescenti a Gavinana, insieme all’itinerario proposto per loro anche durante l’anno. E proprio in queste settimane sta partendo con più vigore anche il cammino degli adolescenti e dei giovani. Forza AC, lasciati rinnovare dai giovani. Impariamo insieme ad accompagnarli, a farli sentire a casa, sforziamoci un po’ di più a fidarci di loro, cerchiamo di ascoltarli un po’ di più. Magari ci porteranno per sentieri inesplorati grazie al superamento del “si è sempre fatto così”, altre volte chiederanno aiuto proprio agli adulti. Ci chiederanno di essere davvero educatori. E i ragazzi, i giovani sanno intuire chi vive l’educazione come “cosa del cuore”.
Ti chiedo di essere, AC, voce profetica nel mondo. Partiamo dal nostro territorio…
Dove essere voce profetica?
Penso anzitutto ai luoghi di lavoro, dove siamo chiamati a promuovere la legalità, il rispetto di tutti, la ricerca di una produttività sostenibile, l’attenzione alla dottrina sociale della Chiesa.
Non si può non parlare poi di “ambiente” dove, come cristiani, e l’AC in prima linea, dobbiamo richiamarci a scelte e stili di vita rispettosi della natura, per costruire il “pianeta che speriamo” come abbiamo scoperto a Taranto alla settimana sociale dei cattolici.
Grande bisogno di presente profetiche sembra di vederlo nel mondo della politica: l’AC è stata nel passato grande scuola di formazione politica e grandi statisti si sono formati proprio tra le nostre fila. Ed oggi? Quanto bisogno c’è di politici che vivano questo come servizio disinteressato alla ricerca del bene comune; e l’AC può fare qualcosa.
L’associazione infine può essere voce profetica che parla ancora di vita e potrà farlo quando sarà promotrice di cammini di pace e di riconciliazione, quando difenderà la vita dal concepimento fino alla morte naturale, quando si farà promotrice di iniziative di accoglienza, di integrazione e di familiarità con ogni “diverso” che si può presentare alla nostra vita.
Ti chiedo di essere, AC, esercizio di sinodalità. Abbiamo iniziato il Sinodo della Chiesa universale e il cammino sinodale delle Chiese in Italia, siamo chiamati a fare esperienza dei gruppi sinodali per imparare ad ascoltarci ed essere Chiesa dell’ascolto. Possiamo fare una bellissima esperienza di cammino di comunione tra battezzati e tra Chiese, con la freschezza che viene dall’accoglierci reciprocamente e tutti in ascolto dello Spirito santo. Il cammino sinodale è il cammino che potrà consentire allo Spirito di guidarci, di rinnovarci, di farci gustare il vangelo. Vi invito a vivere i gruppi sinodali tra voi e soprattutto voi insieme nelle vostre parrocchie, facendovi voi promotori di questa grande opportunità di ascolto.
Grazie Azione cattolica di San Miniato, grazie a tutti gli associati, grazie al Consiglio diocesano e alla Presidenza, grazie agli Assistenti, grazie a tutti quelli che vivono il loro servizio nei settori, grazie ai responsabili parrocchiali. Grazie perché voi regalate di essere e sentirsi famiglia, quindi Chiesa.
Con la gratitudine vi chiedo anche di pregare per la nostra Chiesa, per i preti, i diaconi, il dono di nuove vocazioni al sacerdozio e alla consacrazione, insieme alla preghiera per le famiglie e pregate anche per me perché sia con voi e per voi pastore fedele e testimone del vangelo.