La Mostra mercato del tartufo bianco di San Miniato, valorizzando i prodotti della terra, costituisce, in un certo senso, anche un momento di celebrazione del creato e dell’uomo chiamato a custodirlo. Quest’anno la Mostra premia il vescovo Andrea e con lui la nostra diocesi, e celebra il «genio femminile». Abbiamo intervistato Marzio Gabbanini, presidente di San Miniato promozione.
Si è aperta sabato 13 novembre l’annuale Mostra mercato del tartufo bianco di San Miniato. Dopo l’interruzione dell’anno scorso, causa covid, torna l’appuntamento con la kermesse dedicata all’enogastronomia del nostro territorio, che proseguirà per altri due fine settimana fino al prossimo 28 novembre. Non solo i prodotti della terra e i piaceri della tavola sono al centro dell’attenzione di questa edizione, ma anche il genio femminile, valorizzato nei più vari ambiti. Ne abbiamo parlato col dottor Marzio Gabbanini, presidente di San Miniato Promozione.
La Mostra mercato nazionale del tartufo bianco è un appuntamento fondamentale per la valorizzazione dei prodotti della nostra terra, della nostra campagna e del lavoro che ci sta dietro. E in quest’ottica, se possibile, è anche una forma di celebrazione del creato e dell’uomo chiamato a custodirlo. Una prospettiva che si accorda bene con le attenzioni verso la nostra “casa comune” a cui spesso richiama anche papa Francesco.
«L’ambiente naturale e il paesaggio delle colline samminiatesi rappresentano un bene unico da custodire, salvaguardare e promuovere come un valore che ci è stato trasmesso da generazioni: quelle di contadini legati al lavoro della campagna; lavoro faticoso, ma sempre sorretto dalla speranza nel futuro, dal rinnovarsi ciclico della fertilità dei campi, resi produttivi dall’impegno quotidiano, tenace, di donne e uomini semplici. A questo si accompagna la realtà di un paesaggio storico ricco di testimonianze artistiche: chiese, pievi, palazzi storici, fattorie, sono indice del genio creativo, dell’amore per le cose belle che ha permesso a architetti, pittori e artisti in genere di celebrare la bellezza del creato. Questo noi, uomini del 2021, vogliamo tutelare ma anche riportare all’attenzione di tutti, a una conoscenza non superficiale, perché conoscere significa innanzitutto amare. Ritengo che tutto ciò possa essere, almeno in parte, racchiuso negli intenti della Mostra mercato nazionale del Tartufo Bianco, quando per le vie storiche di San Miniato si diffonde il profumo di un prodotto tipico di cui le nostre colline sono così prodighe. Dunque non si tratta solo di un semplice mercato quanto piuttosto di un momento di accoglienza di tanti visitatori attratti certamente dal tartufo, ma in realtà da tutto quanto insieme ad esso può dare la misura di una terra coltivata, amata e protetta. In questo possiamo davvero riscontare quel messaggio che papa Francesco ha così convintamente diffuso richiamandosi a una “casa comune” da proteggere e sostenere, da non sfruttare in maniera indiscriminata, ma al contrario da guardare con attenzione, cura e protezione».
Al nostro vescovo Andrea è stato attribuito il premio “San Miniato città della cultura e del buon vivere”. A suo avviso come concorre la nostra Chiesa diocesana in questa opera di valorizzazione del territorio?
«Con grande gioia la Fondazione Smp ha conferito a monsignor Migliavacca questo premio, non soltanto come riconoscimento alle sue alte doti personali di Pastore, capace fin da subito di inserirsi e integrarsi in un tessuto sociale e culturale di cui ha compreso i bisogni più profondi, ma soprattutto come guida spirituale di un diocesi ricca di talenti, di anime buone e anche di un patrimonio di cultura invidiabile. La diocesi di San Miniato poi, dimostra da sempre impegno sia nello specifico delle opere più prettamente religiose e caritative sia nella cura di un territorio che è, per sua naturale disposizione, ricco di opere d’arte. Basti pensare alla cura posta verso le pievi, le chiese, e in generale alla tutela del patrimonio architettonico e pittorico dei nostri territori. Le opere di sostegno alla comunità e di aiuto a quanti sono in difficoltà, sono una prerogativa caratteristica della nostra chiesa diocesana e questo fa del nostro territorio uno spazio bello e suggestivo da abitare. È anche in virtù dell’impegno profuso da sacerdoti e laici, insieme al loro vescovo, che San Miniato è città della cultura e del buon vivere».
Quest’anno la Mostra mercato ha messo al centro l’attenzione alla donna, assegnando il riconoscimento di “ambasciatrici del tartufo” a figure di rilievo della società civile, della cultura e della scienza. Una prospettiva educativa insomma, che valorizza “il genio femminile” – secondo la celebre espressione di Giovanni Paolo II – e sensibilizza alla parità di genere in ogni ambito della società… «Dare centralità alla figura femminile è un modo per riconoscere il ruolo insostituibile della donna che, soprattutto nei momenti di grande difficoltà, sa essere fonte di sicurezza, motivo di speranza, strumento di soluzione dei tanti problemi che accompagnno la quotidianità del vivere. Questo vale non soltanto per quelle donne che agiscono in paesi economicamente sviluppati, ma anche là dove i loro diritti appaiono violati e conculcati. Le donne sanno lottare per i figli, per la famiglia, per il lavoro; esercitano la virtù della tenacia e della pazienza. Giustamente Giovanni Paolo II parlava di “genio femminile” per evidenziare un modo vivo, determinato, appunto geniale di misurarsi con una realtà che non è quasi mai stata favorevole all’affermazione della donna. La Fondazione San Miniato Promozione ha voluto per questo nominare ambasciatrici del tartufo donne che hanno saputo testimoniare la capacità di abbattere ostacoli, pregiudizi, opposizioni di ogni genere, dimostrando di poter costituire validi esempi da seguire, soprattutto per le giovani generazioni».