Alla 49ma Settimana sociale dei cattolici a Taranto era presente anche una delegazione dalla nostra diocesi guidata dal vescovo Andrea. «Vita», «bene comune» e «giovani» sono tre tra le parole chiave emerse dalle sessioni di lavoro e offerte alla riflessione dei nostri lettori.
Dal 21 al 24 ottobre si è svolta a Taranto la 49ma Settimana Sociale dei cattolici italiani dal tema «Il pianeta che speriamo: ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso». Partecipava anche una delegazione dalla nostra diocesi composta dal vescovo Andrea, da Andrea Barani, Michela Latini e dal sottoscritto.
Queste giornate furono promosse dal beato Toniolo, economista e sociologo, già dal 1907 per riunire e dare voce alle istanze della società cattolica. La scelta della città ospitante non è stata casuale. Taranto è una città ferita, danneggiata ma con voglia di ripartire, dove l’industria si è sviluppata in modo sregolato seminando degrado ambientale, inquinamento atmosferico, contribuendo a minacciare la salute pubblica. La popolazione è stata posta di fronte a un bivio: salute o lavoro? Non esiste una gerarchia definita, è davvero tutto connesso.
Nel corso delle giornate non sono mancate occasioni di preghiera, riflessioni bibliche, ascolto della voce di esperti accademici, del parere di membri attivi della società civile e della Chiesa. Proverei a riassumere la Settimana attraverso poche parole chiave. La prima è “vita”. Il territorio italiano è vivo e ricco di “buone pratiche”, reti comunitarie mosse da passione che con impegno sono al servizio delle comunità locali, inseriscono nei piani aziendali obiettivi ambientali e sociali e minimizzano gli impatti, realizzano l’economia circolare con gli scarti di produzione, rispettano la dignità dei lavoratori e l’equilibrio tra lavoro, cura della famiglia, tempo libero e altre attività.
Abbiamo avuto il piacere di visitare alcune di queste realtà pugliesi: Masseria del Duca, Masseria Fruttirossi, Progeva, tutte accumunate dal percorso di ascolto dei bisogni, dalla valorizzazione delle risorse locali, dalla partecipazione e dal buon lavoro e infine dalla misurazione, quindi dalla certificazione dei risultati; perché raggiungere gli obiettivi è importante, ma il “come” va monitorato attentamente. La seconda parola è “bene comune”. La Dottrina Sociale ci stimola a muoverci in questa direzione, in particolare la «Laudato si’» e la «Fratelli tutti» sono state le linee guida nei dibattiti del Congresso.
Papa Francesco nel suo discorso introduttivo è stato chiaro: la pandemia ha scoperchiato alcune illusioni, che circolavano già da anni. La crisi ambientale e sanitaria, le povertà sociali sono legate e vanno affrontate integralmente. Siamo di fronte a un “obbligo di svolta”, è un tempo di cambiamento e di transizione e dobbiamo prestare “attenzione agli attraversamenti”, alle persone, senza indifferenza e con responsabilità sapendo che è possibile realizzare equità e sviluppo rispettando la Terra. Su questi temi la condivisione è ampia, la maggioranza delle parti sociali ne è consapevole e riconoscono che adesso è il momento per intervenire sulle nostre vulnerabilità. Per “navigare” nella tempesta pandemica è importante che i funzionari dello Stato, i politici, gli amministratori locali intercettino queste esigenze e orientino le azioni in quelle direzioni.
Durante la Settimana i politici italiani che sono intervenuti, in particolare il presidente del Parlamento europeo Sassoli, il commissario Paolo Gentiloni e i ministri Andrea Orlando e Enrico Giovannini, hanno avanzato le idee politiche elencate nel dettaglio del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza): istruzione, transizione ecologica e digitale, sanità e infrastrutture, decarbonizzazione, saranno oggetto di investimenti mirati per dare slancio al nostro Paese e proporre un rinnovato paradigma economico. Infine, la terza parola chiave è “giovani”. Erano un terzo del totale dei delegati e sono stati protagonisti della Settimana.
Nei lavori preparatori hanno scritto il manifesto «L’Alleanza è un cammino», il punto di partenza di un processo collettivo e partecipato per dare un nuovo volto all’economia secondo 7 punti cardine: far fiorire l’ambiente, costruire comunità educanti, nuovi modi di fare impresa, inclusione ampia, diventare “noi”, corresponsabilità, generatività. I giovani sentono l’urgenza del presente, hanno sogni, vogliono essere ascoltati perché molti hanno conoscenza e un “pensiero pensante” utili alla società in tutte le sue articolazioni. È fondamentale riuscire a costruire alleanze tra generazioni e tra comunità, non gareggiando ma camminando insieme. Perciò, molti sono i temi che sono emersi e devono interrogare i nostri territori. Si può fare buona impresa senza snaturarsi e perdere competitività, è possibile restituire dignità al lavoro e armonizzare vita lavorativa e tempo libero, su salute e lavoro non possiamo trovare soluzioni di “massimo ribasso”, lo spazio naturale non è solo il “serbatoio” delle risorse da cui attingere e su cui riversare i nostri rifiuti.
Ogni impresa, associazione, parrocchia, terzo settore, amministrazione pubblica può cogliere l’occasione per riflettere di fronte ai nostri tempi complicati perché nascondono opportunità, e agire in sinergia per invertire la tendenza e annunciare la Speranza. Ce lo chiede il Pianeta che dobbiamo custodire, la nostra generazione, il nostro futuro. Chi desidera approfondire i contenuti della Settimana Sociale può visitare il sito www.settimanesociali.it