Nella storia della mistica cristiana poche figure hanno sperimentato come S. Maria Maddalena de’ Pazzi tanti numerosi e differenti fenomeni in una esistenza breve come la sua. Maddalena de’ Pazzi, una grande santa, nel cui cognome, riandando a un po’ di storia fiorentina, si riconosce il nome della nobile casata che nel 1478 si era fatta promotrice della famosa congiura per abbattere in Firenze il predominio della famiglia Medici.
Nata il 2 aprile 1566, fu battezzata col nome di Caterina, ultima di quattro figli e unica femmina, accrebbe la fama della famiglia con la sua santità che avrebbe superato di molto i confini della sua città. Caterina fin dall’infanzia manifestò il suo temperamento sensibile e capace di aprirsi a tutti. Durante l’estate, quando la famiglia si spostava per le vacanze nelle proprietà del contado, si ritrovava volentieri con le bambine della sua età alle quali insegnava «le cose di Dio». Questa passione di rendersi utile agli altri, l’accompagnerà e fiorirà in tutte le età della sua vita. Cresciuta in un ambiente agiato, fu educata cristianamente, e sin dai primi anni ci fu in lei una particolare sensibilità verso il soprannaturale. Quando la mamma rientrava dalla Messa, Caterina le stava vicino dicendo di «sentire in lei il sapore di Gesù».
A soli 10 anni, il 25 marzo 1576, ricevette la prima comunione, e il giovedì santo di quell’anno, si donò per sempre a Gesù con una promessa di verginità. A 17 anni entrò nel monastero delle Carmelitane di santa Maria degli Angeli, prendendo il nome di Maria Maddalena. Condusse una vita di preghiera che si concretizzò nel totale dono di sé; fu provata nello spirito da lunghi periodi di aridità spirituale e nel corpo da varie malattie, come durante il noviziato quando fu quasi in punto di morte, tanto che le venne concesso di anticipare la professione solenne. Ebbe esperienze estatiche, che si susseguirono per molti anni, con scene di intensa familiarità divino-umana, come lo scambio del suo cuore con quello di Gesù, le stigmate invisibili, le nozze mistiche, dopo le quali, però, Maddalena ritornava tranquillamente nell’umiltà e ordinarietà del suo quotidiano.
Queste grazie straordinarie, sono descritte in cinque volumi di manoscritti, opera di alcune delle sue consorelle che annotavano i suoi gesti e le sue sorprendenti parole. Durante le estasi, usava un linguaggio colto, “specialistico”, di gran lunga superiore al livello della sua istruzione. Questi resoconti, da lei stessa riletti e corretti, contengono come messaggio centrale l’invito appassionato a ricambiare e a partecipare all’amore di Cristo per l’uomo, testimoniato dalla sua Passione. Vivendo in preghiera, si dedicò alle giovani novizie, in seguito venne anche eletta vice-priora, diventando per le sue consorelle guida verso la pienezza dell’amore. Il consumarsi nell’amore la porterà a far conoscere a tutti l’«Amore non amato».
Significativo e noto al riguardo è il gesto da lei compiuto, quando in piena notte, correndo per tutto il monastero si era infine attaccata alle campane e aveva a lungo suonato gridando: «Venite ad Amare l’Amore!». Emerge così un aspetto apostolico, espresso dalla stessa santa con il suo ardente desiderio per la riforma e l’espansione della Chiesa. Avvertì fortemente l’urgenza di promuovere la «rinnovazione della Chiesa», che era iniziata con il concilio di Trento. In tal senso scrisse lettere al papa, a vescovi e cardinali, e offrì più volte la sua vita per i sacerdoti, affinché fossero davvero «altri Cristi» capaci di illuminare e portare la sua Parola, attraverso l’Amore testimoniato con gioia e fedeltà.
Seguendo la regola Carmelitana, era molto devota alla Vergine Maria sentendosi particolarmente attratta dalla sua purezza. Finito il tempo delle estasi comincerà per Maddalena la stagione del puro dono di sé, attraverso prove del corpo e dello spirito. Offrì tutto al Signore, nel desiderio di assomigliare e condividere sempre più la vita del suo Sposo crocifisso per amore. La venerazione verso Maddalena ebbe inizio a Firenze subito dopo la morte (25 maggio del 1607). Fu beatificata nel 1626 da Urbano VIII e canonizzata il 28 aprile 1669 da Clemente IX. Le spoglie di santa Maria Maddalena si venerano nell’omonimo monastero, a Firenze.