Razionalità e spiritualità sono elementi inseparabili per scoprire, ascoltare, narrare. Quelle di monsignor Migliavacca e del professor Antonino Zichichi sono state due relazioni, proposte nell’ambito degli incontri denominati «I venerdì del Dramma», sul tema: «Il complesso rapporto tra scienza ed etica: voci della cultura a confronto», interconnesse l’una all’altra, poiché l’etica, attraverso la fede, assegna ai comportamenti umani valori buoni, giusti, leciti rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti. Anche la scienza deve avere la sua etica, che non vada a colpire e distruggere quei valori ritenuti validi per la difesa del nostro salutare vivere. Fede e ragione, etica e scienza, incontrandosi, conducono l’uomo alla pienezza della verità. La fede, dunque, non
teme la ragione ma la ricerca e in essa ha fiducia. La ragione dà vita alla scienza, la quale per essere veramente tale deve essere conoscenza espressa in termini matematici e confermata sperimentalmente. Nell’estendersi del pensiero, però, si giunge a un punto di
trascendenza, “al di là” di questo mondo in cui viviamo. Questo transascendere (salire al di là) non sperimentabile in laboratorio, coincide con quella realtà soprasensibile che, nel cristianesimo, è la realtà di Dio, inteso come Persona e Creatore libero del mondo, pertanto contrapposto a tutte
le concezioni “immanentistiche”, cioè opposto a tutto ciò che si risolve o permane in un ambito determinato dalla materia. Il professore lascia la trascendenza ed entra nel suo campo di studi, di ricerche, di sperimenti, di scoperte riconducibili alla fisica e alla matematica, abbandonando nel mistero della fede pensieri ed argomenti in cui un sistema di conoscenze, ottenute attraverso un’attività di ricerca organizzata con procedimenti metodici e rigorosi, non può giungere. «La mia religione consiste in un’umile ammirazione verso lo spirito superiore ed illimitato che si rivela nei piccoli dettagli che possono cogliere con le nostre menti deboli e fragili. È con questa profonda convinzione sentimentale della presenza di una ragione superiore che si rivela nell’universo, che esprimo la mia idea di Dio» (A. Einstein).
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