I nostri ragazzi raccontano la chiusura del Sinodo

Una speranza per il mondo

di Linda Latella e Sara Costagli

Un’esperienza suggestiva ed emozionante quella di poter vivere, da così vicino, la Santa Messa celebrata da papa Francesco proprio per noi giovani. Una grazia e un invito che ci è stato dato in dono dalla Pastorale Giovanile Nazionale e dalla CEI a cui la nostra Diocesi ha risposto positivamente.

Con la benedizione del nostro caro vescovo Andrea siamo partiti all’alba di domenica scorsa, 28 ottobre, sei giovani della Diocesi insieme a don Marco Casalini, per poter vivere questa celebrazione e sentirsi parte integrante della Chiesa in un momento così bello e solenne. Entrati nella Basilica di San Pietro non potevamo che rendere grazie per la gioia di essere lì proprio a due passi da papa Francesco e dai Padri sinodali. Questa vicinanza ha fatto sì di poter vivere la Santa Messa in un modo ancora più speciale e, in qualche modo, in prima persona. Emozionanti sono state anche le parole che il Papa ci ha rivolto ricordandoci di non perdere la speranza e la luce che è in noi, cercando di farsi prossimi ai fratelli «sporcandoci le mani»! Un invito a rendere la Chiesa viva e giovane ma soprattutto portatrice e testimone dell’Amore che salva. Con grande eco hanno risuonato nella Basilica stracolma di gente le parole della lettera che i Padri sinodali hanno rivolto a noi giovani chiedendoci, in qualche modo, scusa per tutte quelle volte che invece di riempirci il cuore ci hanno riempito le orecchie e ricordandoci che la Chiesa ci è Madre: «Le nostre debolezze non vi scoraggino, le fragilità e i peccati non siano ostacolo alla vostra fiducia. La Chiesa vi è madre, non vi abbandona».

Queste parole hanno toccato profondamente i nostri cuori, infondendoci la voglia di testimoniare ai nostri coetanei che non dobbiamo smettere di credere che un mondo migliore sia possibile, e che la Chiesa è chiamata ad aiutarci come una vera Madre. Al termine della celebrazione siamo rimasti in piazza, sotto una pioggia battente, per l’Angelus. Il Papa ha usato una metafora per parlare del Sinodo affermando che queste settimane di lavoro sono state una buona vendemmia di testimonianze e di ascolto e che la loro speranza sta nel «buon vino» che tutto ciò potrà portare nel mondo, nella Chiesa e tra i giovani. Riprendendo le parole dei discepoli di Gesù che rialzano e incoraggiano il cieco di Gerico, che stava seduto a mendicare lungo la strada, come raccontava il vangelo della domenica, papa Francesco ha rivolto questo invito a ognuno di noi: «Coraggio! Alzati. Gesù ti chiama!».