Riflessioni

La famiglia, cantiere: la speranza nei tempi difficili

di Antonio Baroncini

In questi ultimi giorni, in cui stiamo vivendo con apprensione il flusso pericoloso e minaccioso per la nostra vita, causato dallo sviluppo del Coronavirus, si fanno sempre più forti e più chiari i valori e l’efficienza della famiglia.

Le misure di sicurezza, messe in atto dal governo, richiamano ad una vita più casalinga per tutti, dai giovani agli anziani, e di conseguenza a vivere la realtà del focolare domestico, sentendo pesantemente l’effetto negativo della mancanza di libertà nei movimenti giornalieri, con cui eravamo soliti trascorrere il quotidiano. I bambini vogliono uscire, andare nei parchi giochi, i giovani si sentono mutilati per non potersi ritrovare insieme ai loro amici nei locali frequentati, i genitori si sentono oppressi dalle preoccupazioni che incombono per guidare figli ed anziani e per approvvigionare la casa dei beni necessari per vivere, impegno gravoso: oltre ad andare al lavoro, devono trovare il tempo non più quello programmato settimanalmente, ma ricercato tra uno spiraglio e l’altro, offerto dalla disponibilità degli impegni.

Tutti in famiglia devono, molto spesso, lavarsi le mani, non più in modo distratto, con gesti banali, inutili, ma come la mamma ci aveva insegnato da bambini, con sapone di Marsiglia e con molta accuratezza. Siamo tornati bambini!

Guardiamo e viviamo questo momento angosciante con occhi da bambini e diciamo: come è bella, importante, insostituibile la famiglia, dove «vengono condivisi tanti momenti belli: i pasti, il riposo, il lavoro in casa, il divertimento, la preghiera, i viaggi e i pellegrinaggi, le azioni di solidarietà e tutto deve avvenire con gioia ed amore», ci ricorda papa Francesco. Come aiuta la famiglia, in momenti di bisogno, di solidarietà, di comprensione! Lo stare in casa per protezione contro questo virus, ci insegna ancora ad essere creativi con le cose che abbiamo a disposizioni, per rendere il tempo piacevole e interessante.

I giochi

I bambini ci chiedono incessantemente di giocare, di renderci attivi verso le loro richieste ed anche noi, così ridiventiamo piccoli bambini nei giochi, nel raccontare le fiabe che piacciono sempre a tutti, nel coinvolgere i piccoli nelle leggere e anche divertenti faccende domestiche.

Le preghierine per i bambini

Tutti ricordiamo le preghierine che la nonna ci ha insegnato. Erano poesie che innalzavano il nostro cuore, con letizia, a Dio, attraverso l’intercessione di figure gloriose e sante come gli angeli. Perché non ricordarle ancora ai nostri bambini, e così, con loro, pregare? Si contrappongono in modo contrastante al progresso tecnologico di oggi? Sono antitetiche al telefonino o al Personal Computer? No, perché questi sono solo mezzi per comunicare e non sostituiscono i nostri sentimenti racchiusi nei nostri cuori. Usiamoli, con scelte opportune, per comunicare con Dio, riconoscendo a Lui gratitudine nell’averci dato intelligenza ed ingegno per la loro progettazione. Recitare la preghierina al nostro Angelo custode, quanta emozione comporta ancora in noi adulti e fascino al bambino: «Angiolin bellin bellino, con quel capo ricciolino, con quegli occhi pien d’amore Gesù mio, ti dono il cuore». C’è tutto in questi pochi versi e perché allora non spiegarli nel loro significato?

La preghiera

Lo stare chiusi in casa, insieme alla nostra famiglia, anche la preghiera si fa necessaria, poiché questa è invocazione a Dio, della cui misericordia e del suo aiuto abbiamo tanto bisogno. «Come il pubblicano, ci ricorda papa Francesco, le famiglie per essere tali, hanno bisogno di Dio: tutti, tutti! Bisogno del suo aiuto, della sua forza, della sua benedizione, della sua misericordia, del suo perdono. Questo è pregare in famiglia e questo fa forte la famiglia: la preghiera».

Impegnarsi, divertendosi

Un babbo, Marco, di mia stretta conoscenza, ha esposto su Facebook una foto originale e insolita: ha illustrato una sfilata di pasta fresca ad asciugare vicino al radiatore, appesa ad una stecca di legno. La pasta è stata fatta molto artigianalmente da lui con l’aiuto dei suoi due bambini, imbrattati ancora di farina. Il babbo ha trovato il modo di passare il tempo, rendendo partecipi i propri figli al servizio della casa. Si sono divertiti e nello stesso tempo ha impresso ad essi un insegnamento che non dimenticheranno mai più: tutti dobbiamo servire la casa per vivere e costruire la famiglia, vera cellula di amore e di unità, essenziale nella società umana. «La famiglia, ci ricorda ancora il nostro amatissimo papa Francesco, oggi è disprezzata, è maltrattata e quello che ci è chiesto è di riconoscere quanto è bello, vero e buono formare una famiglia, essere famiglia oggi; quanto è indispensabile questo per la vita del mondo per il futuro dell’umanità». Questo babbo ci dà l’esempio, perché i bambini, i nostri figli «non hanno bisogno di parole. Le parole non dicono più niente. Hanno bisogno di esempi, di azioni, di idee realizzate nella realtà» ci dice don Barsotti.

Riscoprire l’amore di coppia

Lo stare in casa ci fa riscoprire i valori della famiglia non solo verso i figli ma anche tra la coppia stessa che ha deciso di costruire un nuovo nucleo familiare con abitudini e regole sue proprie e con uno stile di vita adatto alla nuova società. Stare in famiglia si capisce veramente cosa vuol dire aver costruito una comunità di persone, che non è una somma di persone, ma è il luogo dove si impara ad amare: il centro naturale della vita umana. «È fatta di volti, di persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita, soprattutto quella più fragile, più debole». Quante annotazioni evidenzia in questo momento triste la famiglia, cantiere di speranza, molte volte dimenticate o sfumate nella nebbia della vita!

I nonni

La paura oggi di fronte al Covid 19, questo virus misterioso, ma reale, aumenta certo l’inquietudine familiare, in special modo quando in famiglia vi sono uno o più anziani. Sono i nonni che fin che possono, accudiscono con impegno alla casa, ai bambini, ad adempiere ai compiti che avvolgono la comunità familiare. «I nonni, ci dice, ancora papa Francesco, sono un tesoro nella famiglia. Per favore, abbiate cura dei nonni, amateli e fateli parlare con i bambini!». Il Covid 19 ci intimorisce, ci costringe a rinchiuderci in casa, e il suo pericolo a sopportare e vincere la nostra inquietudine. La famiglia porto sicuro La famiglia è il porto sicuro da avversità e calamità, dove i suoi valori sono resi trasparenti e condivisibili, dove, in questa comunità familiare, si impara ad ascoltare, a condividere, a sopportare, a rispettare, ad aiutare. Non dimentichiamoci della preghiera, questa sconosciuta: viviamo in anni difficili, per la Chiesa e per l’Italia, e spesso ci siamo allontanati da Dio, ma Dio non si è allontanato da noi. La nostra vita e la nostra speranza possono e devono, attraverso la nostra famiglia, fondarsi su di Lui.