Csi (Centro sportivo italiano)

Il convegno del Csi a San Miniato, nelle parole di mons. Andrea Migliavacca

di Francesco Fisoni

In questo scorcio d’autunno la città di San Miniato non è soltanto una delle più apprezzate e celebrate capitali italiane del tartufo bianco – per via della Mostra mercato nazionale giunta quest’anno alla sua 50ma edizione – ma anche una fucina molto attiva di iniziative culturali e convegnistiche.

Giovedì 18 novembre, nel complesso monumentale del Convento di San Francesco il Csi (Centro sportivo italiano) della Toscana ha organizzato un importante convegno dal titolo «Costruiamo insieme, un patto per nuovi impianti sportivi nelle parrocchie». L’incontro, che era moderato da Simone Pitossi di Toscana Oggi, ha visto la partecipazione, tra gli altri, del nostro vescovo Andrea in qualità di delegato della Conferenza episcopale toscana per lo sport, il turismo e il tempo libero.

L’assise aveva lo scopo di illustrare il protocollo d’intesa realizzato tra lo stesso Csi, l’azienda pisana Sofisport (leader nella realizzazione di impiantistica sportiva) e l’Istituto di Credito sportivo (l’unica banca pubblica presente in Italia), per aiutare parrocchie e oratori e costruire o ristrutturare complessi sportivi. Sull’argomento del convegno e più in generale sul tema dello sport come strumento di formazione integrale della persona, ha introdotto i lavori proprio monsignor Migliavacca, che ha confidato come la delega conferitagli dalla Cet sullo sport gli abbia offerto, negli anni, la possibilità di conoscere molte belle realtà, portatrici di valore e significato. Monsignor Migliavacca ha snocciolato il suo intervento attraverso tre punti chiave: «Il primo rilievo che vorrei offrire con semplicità – ha detto il nostro vescovo – è proprio una parola sul Csi, che conosciamo per la capacità che ha di promuovere lo sport tra i ragazzi, con una carta di valori chiara alla base. L’accordo di programma su cui intende riflettere il convegno di oggi, mette poi in luce un altro tratto che mi sembra di grande significativo: il Csi è calato nelle nostre comunità ed è al servizio di esse, potremmo parlare allora di un “Csi estroverso” che si mette al servizio di realtà più ampie del territorio e in particolare delle parrocchie e degli oratori. Questo esprime la natura più profonda del Centro sportivo italiano, come fermento e servizio per la comunità ecclesiale».

Un secondo tema che monsignor ha voluto poi sottolineare col suo intervento e di cui anche il convegno ha poi trattato, è stato il tema della sicurezza: «È un dovere delle nostre comunità adeguare gli impianti alle normative sulla sicurezza. L’accordo che oggi viene stipulato va proprio nella linea del promuovere la sicurezza, predisponendo strutture che tutelino un esercizio dello sport in sicurezza. Credo che questo sia, partendo dall’attenzione per i ragazzi, un modo di essere attenti anche alle famiglie. E noi abbiamo il dovere di offrire ambienti sicuri».

Un terzo e ultimo elemento delineato dal nostro vescovo è stato il richiamo all’orizzonte educativo. «Noi perché facciamo tutto questo? Perché il Csi s’impegna? – si è chiesto monsignor Migliavacca -. Non solo per aggregare i ragazzi o per offrire spazi di socializzazione, ma soprattutto perché l’occasione d’incontro si trasformi anche in strumento educativo. E lo sport sappiamo quale valore formativo abbia in se, prevalentemente non perché in esso si usino le parole, ma perché attraverso l’esercizio dell’attività fisica, esprime un’attenzione non solo alla propria persona, al proprio corpo e all’ambiente, ma anche alla relazione come incontro con gli altri. Si pensi, solo per fare un esempio, al tema decisivo del “gioco di suadra” o all’importanza di un allenamento e dell’impegno che richiede la prospettiva della fatica e del sacrifico. E qui l’orizzonte educativo per noi diventa anche orizzonte di educazione cristiana».