Santo Rosario in comunione con tutta la Chiesa

Festa di San Giuseppe

Iniziativa di preghiera promossa dalla CEI per l'emergenza sanitaria

In questo momento di emergenza sanitaria, la Chiesa italiana promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21 di oggi giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa. TV2000 offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta.

Un’iniziativa che ha avuto anche il plauso di Papa Francesco, che al termine dell’Udienza Generale del 18 marzo, (leggi qui) ha detto: “Domani festeggeremo la solennità di San Giuseppe. Nella vita, nel lavoro, nella famiglia, nella gioia e nel dolore egli ha sempre cercato e amato il Signore, meritando l’elogio della Scrittura come uomo giusto e saggio. Invocatelo sempre con fiducia, specialmente nei momenti difficili e affidate a questo grande Santo la vostra esistenza”.

Faccio mio l’appello dei Vescovi italiani che in questa emergenza sanitaria hanno promosso un momento di preghiera per tutto il Paese. Ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa: tutti uniti spiritualmente domani alle ore 21 nella recita del Rosario, con i Misteri della luce. Io vi accompagnerò da qui”, ha poi aggiunto il Papa.

“Al volto luminoso e trasfigurato di Gesù Cristo e al suo Cuore ci conduce Maria, Madre di Dio, salute degli infermi, alla quale ci rivolgiamo con la preghiera del Rosario, sotto lo sguardo amorevole di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia e delle nostre famiglie. E gli chiediamo che custodisca in modo speciale la nostra famiglia, le nostre famiglie, in particolare gli ammalati e le persone che stanno prendendosi cura degli ammalati: i medici, gli infermieri, le infermiere, i volontari, che rischiano la vita in questo servizio”, ha concluso il Santo Padre.

» Sussidio per la preghiera del Rosario

 


San Giuseppe

San Giuseppe ha unito Gesù alla discendenza di Davide. Gesù ha quindi potuto rivendicare questo titolo messianico preannunciato dalla Scrittura. Questa funzione di Giuseppe è messa particolarmente in rilievo dalla doppia genealogia di Gesù, che ci hanno lasciato Matteo e Luca (Mt 1,1,-17; Lc 3,23-38).
Giuseppe è, inoltre, il patriarca il cui trova compimento il tema biblico dei «sogni» (Mt 1,20-24; 2,13-19) con i quali Dio ha spesso comunicato gli uomini le sue intenzioni.  Come Giovanni il Battista è l’ultimo dei profeti, perché indica a vista (Gv 1,29) colui che le profezie annunciavano. Così Giuseppe è l’ultimo patriarca biblico che ha ricevuto  il dono dei «sogni» (Gn 28,10-20); 37, 6-11). Questa somiglianza con gli antichi patriarchi risalta ancora di più nel racconto della fuga in Egitto con la quale Giuseppe rifà il viaggio dell’antico Giuseppe, affinché si compia in lui e in Gesù, suo figlio, il nuovo esodo (Mt 2,13-23; Os 11,1; Gn 37; 50,22-26).
Infine Giuseppe è il capo della modestissima famiglia, nella quale vediamo realizzato il mistero dell’incarnazione del Verbo, e scopriamo la grandezza delle ultime realtà temporali di cui Dio si serve per attuare il suo piano.
Giuseppe, sposo di Maria, è l’ultimo dei giusti dell’Antico Testamento che vive di fede. Per la fede meritò di custodire la «promessa» ormai realizzata dal «mistero di salvezza».
Il vangelo presenta Giuseppe come figura fondamentale  nel disegno di amore del Padre, con un compito di «segno» privilegiato della paternità di Dio. La devozione popolare, decretando tanta venerazione a san Giuseppe, riconosce che Dio sceglie nella sua venerazione a san Giuseppe, riconosce che Dio sceglie nella sua opera le persone più adatte e il momento più giusto.
Colui che presiede la liturgia eucaristica svolge come san Giuseppe un compito di «custode» e amministratore del mistero di salvezza.
Lo spirito di servizio dei ministri di culto deva, in fondo, rendere credibile la maternità della Chiesa, la paternità di Dio. Le scelte del Padre sono fondamentalmente «giuste» e non andranno deluse dai singoli fallimenti, legati al rischio della libertà umana che Dio sempre rispetta.