Riflessioni sulla Pasqua

« Cristo è risorto! »

di Antonio Baroncini

L’angelo disse alle donne: «Non temete, voi! So che cercate Gesù crocifisso; Non è qui: è risorto, come aveva detto. Orsù, osservate il luogo dove giaceva. E ora andate e dite ai suoi discepoli che egli è risorto dai morti e vi procede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, ve l’ho detto». (Mt 28 5-7).

La vita terrena di Gesù è terminata. Il disegno divino si fa ancora più misterioso e la nostra razionalità si perde nella ricerca dell’assoluta verità nel comprendere completamente, come uomini, l’immensità divina di Dio. Un fatto è certo: il sepolcro è vuoto! Gesù risuscita dai morti e siede alla destra del Padre, lasciandoci la sua Parola. «Salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro». (Gv 20- 17-18). È Pasqua! La tradizione biblica ci traduce questa parola in «passare oltre» che, per gli Ebrei, indica la liberazione della schiavitù dall’Egitto, mentre per i cristiani commemora la resurrezione di Gesù Cristo, la massima solennità dell’anno liturgico. Se il significato attribuito a questa parola si differenzia nell’avvenimento da ricordare, per ambedue le religioni non muta nella sostanza e «il passare oltre», inteso come rinascita spirituale, e quindi come impegno e fedeltà, rappresenta il programma di vita di ogni uomo, pur discordandosi nel proprio credo religioso, ma unendolo nel ringraziamento di salvezza che il buon Dio gli ha offerto.

Pasqua significa anche “passione”, che vuol dire “soffrire”, e al centro del significato letterale della parola ci sarebbe quindi la Passione di Cristo. La liturgia l’ha fatta rivivere nel Venerdì Santo nella sua tragicità: «Tutto è compiuto; e, chinato il capo, rese lo spirito». Gv (19 -30). Oggi che l’identità di cristiano e di cattolico viene intorbidita da molti fattori di falsa crescita di vita, la Pasqua assume una valenza ancora più grande ed una riqualificazione della nostra fede si fa estremamente necessaria. «Trionfalismo e mondanità sono le minacce più forti per la Chiesa, ma c’è la via dell’umiltà», afferma papa Francesco. Non è facile vedere, sentire ed attuare la Parola, seguire il Verbo, ma è doveroso sentirci impegnati, nel silenzio della nostra coscienza, in questa ricerca ancora più qualificante ed incisiva per la nostra vita spirituale che è il vero motore propulsivo della nostra vita reale. «Gesù, dice papa Francesco, ci mostra come affrontare i momenti difficili e le tentazioni più insidiose, custodendo nel cuore una pace che non è distacco, non è impossibilità o superomismo, ma è abbandono fiducioso a Dio e alla sua volontà di salvezza, di vita, di misericordia». Ecco la Pasqua! Ed ancora papa Francesco, rivolgendosi alle nuove generazioni, afferma con amore paterno: «Cari giovani, non vergognatevi di manifestare il vostro entusiasmo per Gesù, di gridare che lui vive, che è la vostra vita. Ma nello stesso tempo non abbiate paura di seguirlo sulla via della croce». Pasqua è anche festa, gioia, gaudio nel vivere e gustare la vita.

Un augurio sincero vada al nostro caro Vescovo Andrea, per la sua frenetica opera pastorale, a tutti i nostri operosi sacerdoti, alle nostre gentili ed instancabili suore, a tutti i nostri consacrati, a tutti i collaboratori della vita diocesana, affinché il messaggio pasquale sia per tutti un aiuto ed una spinta spirituale alla fedeltà, attraverso la Chiesa, a Cristo Gesù.