Si è aperto ufficialmente domenica 21 marzo, nella chiesa della Trasfigurazione a San Miniato Basso, l’anno dedicato da papa Francesco alla famiglia per la nostra diocesi. Quest’anno è anche il quinto anniversario dell’esortazione apostolica «Amoris laetitia», documento che analizza e mette in evidenza le caratteristiche e le gioie dell’amore familiare.
L’evento è iniziato intorno alle 17,30 con l’introduzione da parte della Commissione diocesana per la famiglia. Nonostante le difficoltà che ogni famiglia ha dovuto affrontare, soprattutto in quest’ultimo anno, dalle problematiche riguardo al lavoro, alle sofferenze per coloro che si sono ammalati ed hanno patito la solitudine in ospedale, alle difficoltà per le solitudini dei figli privati della vita sociale e scolastica, «l’alleanza di amore e fedeltà illumina ogni famiglia e la rende capace di affrontare meglio le vicissitudini della vita e della storia» (AL 66). Tra i partecipanti vi erano numerose coppie di fidanzati che si preparano a celebrare il sacramento del matrimonio e una ragazza ha testimoniato che nonostante la grave crisi lavorativa che da un anno l’ha costretta ad essere senza stipendio, col fidanzato hanno deciso ugualmente di sposarsi, sorprendendosi del fatto che il loro amore riesce a rendere questo periodo meno duro e li rende aperti alla speranza per il futuro. Poi, proprio dal testo dell’«Amoris laetita», è stato letto poco prima della Messa il paragrafo 73.
Alle 18 è iniziata la celebrazione eucaristica presieduta dal nostro vescovo Andrea, sia per i presenti sia per coloro che da casa hanno seguito l’evento via streaming.
Sintesi dell’Omelia del Vescovo
Nella sua omelia, monsignor Migliavacca ha sottolineato l’importanza di iniziare questo anno dedicato alla famiglia con l’Eucaristia, con la preghiera, perché è proprio con la preghiera che si vuol accompagnare il cammino delle nostre famiglie, raccogliendo quanto scritto nella lettera agli Ebrei: «Cristo (…) offrì preghiere e suppliche».
Il Papa ci invita a vivere questo anno per riscoprire la buona notizia che è la famiglia nella comunità cristiana e civile, per l’annuncio bello che porta alla società tutta, è importante promuoverla, proteggerla e custodirla. La famiglia è vangelo, è pagina di vangelo, per questo è buona notizia.
Prendendo la casa come segno ed immagine della famiglia, il vescovo ha poi individuato tre ambiti in cui la famiglia è autenticamente vangelo: il primo è scaturito dalla riflessione sulla prima lettura del profeta Geremia, nella quale Dio stesso annuncia il patto, l’amicizia col suo popolo, possiamo vedere come Dio sceglie di fare amicizia perché ama il popolo; l’alleanza è questo: una dichiarazione d’amore come quella che si fanno gli sposi, un’alleanza ci parla di Dio che ama. La famiglia è allora casa dell’amore di Dio, perché nasce ed è alimentata da un Dio che ama. In famiglia scopriamo come Dio ama, l’unione dell’uomo e della donna nel sacramento del Matrimonio è segno della sua alleanza e del suo amore. Da qui l’invito: «Famiglia sii casa dell’amore di Dio, luogo dove Dio viene accolto con fiducia, dove da Dio ci si lascia curare le ferite, dove l’amore di Dio viene portato anche agli altri, fuori!». Nella casa dell’amore di Dio è bello vedere la custodia della vita: la famiglia è il santuario della vita, il luogo dove essa viene generata e curata (AL 83), il luogo dove la vita in ogni sua fase viene protetta e difesa fino al suo tramonto (AL 80).
Il secondo punto di riflessione il vescovo lo ha offerto meditando sul vangelo del giorno, dove si legge che alcuni greci volevano vedere Gesù. La famiglia è anche casa dell’incontro con Gesù, è il luogo dove si impara a cercare Gesù, è cammino di chi vuol conoscerlo di più, di chi educa insegnando a cercarlo. Nella famiglia si costruisce una storia d’amore reciproco scoprendo che l’indissolubilità, la solidità, il «per sempre» che c’è nell’amore coniugale viene dal cercare Gesù. È il sacramento nuziale che diviene ospitalità dell’incontro con il Signore, sorgente stessa di quell’amore.
Un terzo spunto di meditazione, per il nostro presule, scaturisce poi dal riflettere come la famiglia sia “casa del dono”, del servizio. In famiglia si impara a servire, a servire in primis l’amore e poi a servire l’altro: i genitori a servire i figli, i figli a servire i genitori e gli sposi tra loro. Tutti sono attori protagonisti al servizio di quell’Amore che cresce e si estende, dove la gioia più grande non è sentirsi dire grazie, ma donarsi con generosità.
È stato segno di grande speranza e gioia vedere tra i partecipanti giovani che scelgono di aprirsi al futuro formando una famiglia. Ci auguriamo che questo anno iniziato in modo così sentito in unione col nostro Pastore possa proseguire con iniziative volte a incoraggiare e sostenere le famiglie di oggi.
La commissione famiglia della diocesi invita tutti a far presenti via e-mail all’indirizzo famiglia@diocesisanminiato.it eventuali richieste e suggerimenti e si rende disponibile anche verso le parrocchie, che nella loro attenzione al Matrimonio e Famiglia, volessero approfondire, o dedicare del tempo speciale, a queste tematiche.