Chiesa Cattedrale, 27 Marzo 2016
27-03-2016
Nella notte che abbiamo trascorso è risuonato nella liturgia e nei nostri cuori l’annuncio Pasquale, l’alleluia: il Signore, colui che era morto, è risorto, è vivo, qualcuno lo ha incontrato, ci consegna un invito.
E’ questo l’annuncio che ha raggiunto duemila anni fa la vita della prima comunità cristiana, quella di Gerusalemme e l’ha scossa, la sorpresa e rallegrata.
La narrazione della Pasqua, i vangeli della risurrezione raccontano qualcosa della vita della comunità cristiana.
La Chiesa racconta come, ad un certo punto, dopo la situazione di sconforto, delusione, disorientamento, fallimento, dispersione per la morte di Gesù, si è tornati a vivere, a sperare, a credere e a seguire il Signore, il Maestro. La comunità racconta come ad un certo punto è tornata la vita. E lo fa conoscere raccontando il sepolcro vuoto, gli incontri con il Risorto, l’invito a incontrarlo nella Galilea. E’ accaduto che sorprendentemente una comunità che era morta è tornata a vivere e a parlare del suo Signore.
» Scarica e leggi il testo completo dell omelia al link sottostante
E’ questo l’annuncio che ha raggiunto duemila anni fa la vita della prima comunità cristiana, quella di Gerusalemme e l’ha scossa, la sorpresa e rallegrata.
La narrazione della Pasqua, i vangeli della risurrezione raccontano qualcosa della vita della comunità cristiana.
La Chiesa racconta come, ad un certo punto, dopo la situazione di sconforto, delusione, disorientamento, fallimento, dispersione per la morte di Gesù, si è tornati a vivere, a sperare, a credere e a seguire il Signore, il Maestro. La comunità racconta come ad un certo punto è tornata la vita. E lo fa conoscere raccontando il sepolcro vuoto, gli incontri con il Risorto, l’invito a incontrarlo nella Galilea. E’ accaduto che sorprendentemente una comunità che era morta è tornata a vivere e a parlare del suo Signore.
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