Introduciamo oggi nella vita parrocchiale p. Giuseppe che assume il compito di parroco e con lui di p. Gianbattista come vicario parrocchiale.
Anzitutto desidero ancora rivolgere, insieme al benvenuto ai nuovi pastori, un pensiero di ringraziamento a p. Andrea che in questi ultimi anni ha guidato la parrocchia con spirito di dedizione e di servizio.
La Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci accompagna e ci suggerisce due orizzonti: anzitutto cosa chiediamo al Signore per il nuovo parroco, per il suo servizio e poi cosa chiediamo noi, la comunità al parroco.
La Parola di Dio di questa domenica ci presenta scene diverse che ci parlano di domande, anzi che ci insegnano, ci spingono a domandare.
“Pregai e mi fu elargita la prudenza, pregai e venne in me lo spirito di sapienza” afferma la prima lettura, il libro della Sapienza.
E nel vangelo incontriamo un tale che si presenta a Gesù “gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui gli domando…”.
Si tratta di chiedere, di imparare a chiedere.
Ecco la prima attenzione. Chiediamo per il parroco la capacità di ascoltare, anzitutto la voce dello Spirito e poi quella dei fedeli. Ed è l’ascolto che diventa per il prete nuova chiamata, benedizione di Dio, invio in missione. Chiediamo che p. Giuseppe si senta accompagnato anche dal nostro sguardo che accoglie e benedice.
E chiediamo al parroco per la comunità la capacità di ascoltare, un ascolto che si fa condivisione, lo stare con la gente tutta.
Un secondo dono che chiediamo per p. Giuseppe: il dono della Parola. Ce lo ricorda la seconda lettura, la lettera agli Ebrei: “La Parola di Dio è viva, efficace, più tagliente di una spada a doppio taglio…”.
E’ il dono della Parola. Chiediamo per p. Giuseppe che la Parola di Dio lo accompagni, lo guidi, lo aiuti nel discernimento. Che sia un parroco ascoltatore della Parola.
E per noi, per la comunità chiediamo al nuovo parroco di portare il dono della Parola ad ogni fedele, nelle case, nelle famiglie, in chiesa. Questo avverrà con la predicazione e non solo. La Parola accompagni padre Giuseppe nel discernimento nella vita della comunità.
Un terzo dono ci è indicato dalla parola di Gesù a quel tale, invitandolo così: “Una cosa sola ti manca: va vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo”.
E’ l’invito non solo ad aiutare i poveri, i bisognosi, ma a vivere capace di affidarsi, confidando solo in Gesù come bene per la propria vita. E così imparare la carità.
Chiediamo per p. Giuseppe il dono della carità, di quell’amore che nasce dallo sguardo di Gesù: “fissò lo sguardo su di lui, lo amò”. La carità è anzitutto esperienza dell’essere amati e questo auguriamo a p. Giuseppe e un po’ di questo sguardo buono di Dio ci sia per lui anche nei nostri occhi.
Ma chiediamo anche al parroco di far crescere la comunità nella carità, nell’esercizio dell’aiuto fraterno e nella solidarietà.
Un ultima annotazione. Gesù invita a vivere l’amicizia con lui. A quel tale dice: “vieni, seguimi” e poi il vangelo si conclude con l’insegnamento ai discepoli circa la sequela di Gesù e il dare tutto per andargli dietro.
Ecco l’ultima domanda per il parroco. Chiediamo per p. Giuseppe che sia un amico di Gesù, un discepolo fedele, appassionato di Gesù e dell’incontro con Lui. Ecco chi è il parroco: un amico di Gesù.
E chiediamo per noi che egli ci sappia indicare Gesù che passa. Così diceva il vangelo di oggi: “… mentre Gesù andava per la strada…”. Gesù passa in mezzo a noi e abbiamo bisogno che qualcuno ce lo indichi. E’ il parroco e questo gli chiediamo, per aiutare tutti nella comunità ad andare dietro a Gesù, a seguire Lui.
Maria vegli su di te e su tutta la parrocchia.