Pochi giorni ormai ci separano dal Natale, celebrazione che non solo ci fa commemorare la nascita di Gesù a Betlemme, ma richiama tutti noi al venire del Signore, al suo farsi vicino e alla possibilità, alla promessa di incontrarlo.
E’ nell’orizzonte del venirci incontro del Signore, del cercarci Lui, dell’incontro promesso che si comprende ogni vocazione, in particolare quella di chi vuole seguire Gesù nel servizio pieno alla Chiesa, come la vocazione del prete.
E in questo cammino vocazionale si colloca oggi il conferimento del lettorato ad Alfonso, tappa significativa nel suo cammino dietro al Signore, in una continua e rinnovata determinazione a vivere la fedeltà a Lui e alla sua Parola.
Il Natale ci viene presentato dalla liturgia e dalla Parola di Dio come evento, fatto storico che subito diventa annuncio, racconto ad altri.
E’ in questa logica che si comprende anche il ministero del lettorato, un ministero di annuncio. Caro Alfonso il contesto prenatalizio del lettorato, nei giorni della novena è per te e per tutta la nostra Chiesa richiamo a rinnovare l’impegno e la missione di evangelizzazione, di annuncio, di testimonianza.
La prima lettura del profeta Isaia si sofferma sul tema del segno e sulla richiesta del profeta di chiedere un segno al Signore. Il re Acaz temporeggia, sembra non voler comprendere ed assecondare tale richiesta e dunque il profeta annuncia che allora il Signore non farà comunque mancare il suo segno. “Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che sarà chiamato Emmanuele”.
E’ questo il messaggio della lettura: il Signore parla, il Signore è parola per noi, il Signore ci accompagna con la sua parola che svela i segni, cioè svela il senso del cammino e della vita.
E’ un annuncio straordinario. In un tempo in cui spesso ci sembra che il Signore taccia, stia in silenzio, non risponda. Ce lo siamo detti anche nel tempo della pandemia, così come nelle situazioni più difficili della vita: e il Signore che fa? Non ci risponde? Non si ricorda di noi? Non ci parla?
Ebbene oggi ci viene annunciato invece che il Signore parla e la sua è Parola che porta la vita (La vergine concepirà e partorirà). Con la sua Parola Dio fa vivere, si fa vicino come Amora donato, è colui che la vita la condivide, con noi.
Ecco allora il compito del lettore: sei chiamato Alfonso ad essere nella Chiesa il segno di un Dio che parla, che non si scorda di noi, che è attento e dialoga con noi, un Dio che ama.
Sei chiamato per primo tu a nutrirti di questo Dio che Parola, pregando e studiando la Parola e diventandone poi non solo annunciatore, ma soprattutto testimone. E’ la tua vita che dovrà raccontare, ricordare che Dio parla.
La pagina del vangelo, della annunciazione a Maria, ci presenta la dimensione dell’ascolto.
Maria è donna dell’ascolto e grazie a questo atteggiamento diventa la madre del salvatore.
Maria vive l’ascolto della vita accogliendo la visita dell’arcangelo Gabriele, facendolo entrare in casa. E’ immagine della vita questa e ci dice quanto la vita di Maria fosse nutrita, abitata dalla Parola di Dio. E’ la prima dimensione dell’ascolto, quella del lasciare spazio alla Parola, di diventare familiare ad essa.
La Parola dell’angelo racconta a Maria quanto il Signore fa nella sua vita… Rallegrati, il Signore è con te. Concepirai un figlio… L’angelo racconta l’opera di Dio nella vita di Maria, quello che Dio sta compiendo in lei e il suo agire è sempre dono. E’ la seconda dimensione dell’ascolto: questo atteggiamento svela l’opera di Dio nella nostra vita, ci fa comprendere come ci stia facendo il bene, nell’amore e nella trama dei nostri giorni.
L’angelo, l’ascolto sostiene il “si”, l’eccomi di Maria. Cioè l’ascolto accompagna e sostiene la vita, l’esistenza vissuta come dono e servizio. Occorre l’ascolto per donare la vita, per vivere da ministro nella Chiesa. E’ l’ascolto che accompagna le scelte della vita e ci apre al dono di noi stessi. E’ l’ascolto che accompagna la Parola di Dio ad incontrare le vicende della nostra vita.
Caro Alfonso è questo l’annuncio e il dono di oggi, nel lettorato.
Sei invitato a scoprire, rinnovare, scegliere l’ascolto. Si tratta di far entrare la Parola, il vangelo nella tua vita; e così lasciati raccontare dalla Parola, lascia che la Parola di Dio narri chi sei tu, il tuo cuore, i tuoi desideri, il tuo peccato, la possibilità di bene che sei. E la tua vita, raccontata da Dio, svelerà l’opera di amore del Signore.
Infine vivi l’ascolto che diventa vita, che illumina le scelte e il cammino.
Caro Alfonso vivi questo giorno, nel dono del lettorato, come grande esperienza di ascolto, un ascolto fecondo e illuminante per il tuo cammino.
E grazie al ministero che ricevi porta la fecondità della Parola nella nostra vita, nella nostra Chiesa, tra i giovani e con le famiglie.
Spero anche che la Parola illumini pure il mio cammino di vescovo tra di voi. Oggi ricordo i 6 anni dall’ingresso in diocesi. Pregate perché sia sempre e solo la Parola di Dio a guidarmi e orientare il mio cammino e il mio servizio.
Nel nome di questa Parola che è amore vi ringrazio e vi benedico.