«Le letture ci aiutano a leggere il significato della Porta santa che abbiamo aperto.
La prima lettura, Isaia, dipinge per noi la scena dell’ingresso nel tempio, l’entrare dalla porta del tempio e all’interno si può vedere, incontrare, contemplare Dio: “io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato…”. L’ingresso nel tempo è cammino che porta ad incontrare Dio, apre alla contemplazione, alla preghiera, all’ascolto della sua parola e alla scoperta della sua opera. Israele vive ogni anno il pellegrinaggio verso Gerusalemme per entrare in quella porta e vedere Dio.
Oggi apriamo questa porta santa a San Romano. La si apre, entriamo per vedere anche noi Dio. Siamo invitati a contemplare, riconoscere la grandezza, la signorìa di Dio sulla nostra vita; siamo chiamati a lasciarci amare e trasformare. “… uno dei serafini volò verso di me… è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato…”. L’entrare dalla porta, entrare nel tempio, nella Chiesa, vedere Dio significa che apriamo la porta del nostro cuore e ci lasciamo amare da Lui. E addirittura nasce la missione: “Chi manderò e chi andrà per noi?” E io risposi: “Eccomi, manda me”. La scoperta, il gusto dell’amore e della misericordia di Dio per noi ci invia a raccontare il bene che Dio ci ha fatto, a raccontare che Lui è buono. E siamo chiamati a fare un racconto particolare: dovremo mostrare e narrare che siamo peccatori perdonati. […]
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