Giovedì 23/4/2009, Chiesa Cattedrale [Atti 5, 27-33; Gv 3,31-36]
23-04-2009
Lo confesso molto candidamente. È uno sforzo per me, oggi, vincere l’emozione e parlare. Mi dispiace davvero tanto che il maestro Dilvo Lotti se ne sia andato. Son certo ‘ e per questo noi preghiamo ‘ che contemplerà ora la Somma Bellezza che egli ha sempre ha cercato ed amato quaggiù sulla terra. Sento però ugualmente un profondo dispiacere. Mi ero molto affezionato, lo devo dire. Era una presenza importante e bella in questa città. Un punto di riferimento, anche per me personalmente; un grande e poliedrico artista, un amico devoto, un vero cristiano. Sento adesso un vuoto; avverto che mi manca la sua presenza…. Non lo vedrò più qui, puntuale, in questa Cattedrale, nei momenti salienti dell’anno liturgico ‘ era stato qui soltanto pochi giorni fa, alla Messa del giovedì santo e poi a quella della mattina di Pasqua….; non ci incontreremo ancora, qui, su questa terra…. e ciò mi addolora. Anche se i suoi anni erano già molti, avrei desiderato che andasse oltre e oltre ancora; cacciavo via il pensiero dell’età avanzata… quasi irrazionalmente pensando che l’ora della morte potesse aspettare ancora molto ad arrivare. Ora, un pezzo importante di san Miniato e anche della mia stessa vita se n’è andato. Ma l’Eucaristia che celebriamo, dove si narra e si rivive la morte e la risurrezione di Colui che è la nostra Speranza ed in cui il maestro Lotti ha creduto, ci obbliga a guardare oltre le lacrime. [‘]
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