La pagina evangelica dei due che da Gerusalemme, delusi e tristi per quanto accaduto a Gesù, vanno verso Emmaus racconta a noi, alla nostra Chiesa come dopo gli eventi della Pasqua, la morte di croce di Gesù e il sepolcro vuoto, sia sorprendentemente ripartita la corsa del vangelo, la capacità di annuncio, di testimonianza, di gioia degli amici del Signore e della comunità cristiana.
E’ così che i due che lasciano Gerusalemme sconsolati, quasi tornando alla vita così come era prima di incontrare il Maestro, ora tornano a Gerusalemme, dove trovano gli Undici riuniti, per narrare ciò che era accaduto lungo la via e come lo avevo riconosciuto nello spezzare il pane. I due tornano nella città santa e raccontano un incontro: Gesù è risorto, l’hanno visto, l’hanno incontrato davvero e riparte l’annuncio, si diffonde la notizia, la Chiesa si apre ad incontrare e a raggiungere ogni angolo della Terra. E si arriva noi. Grazie a questi primi incontro con il Risorto l’annuncio della Pasqua, l’annuncio che Gesù è risorto, che la morte è stata vinta per sempre è giunto fino a noi, per noi ed è questo il patrimonio, il tesoro che la Chiesa porta a tutto il mondo, anche ai nostri giorni e annuncia da secoli.
Svela la pagina evangelica che, mentre i due discepoli erano in cammino verso Emmaus “Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro”.
E’ il momento decisivo dell’incontro con il Risorto per loro. Annota il vangelo che “i loro occhi erano impediti a riconoscerlo”, ma anche questa condizione non impedisce a Gesù di spiegare loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui. E poi… anche se ancora non lo avevano riconosciuto, accoglie la loro preghiera, il loro desiderio, “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”.
L’incontro con il Risorto è una trama segnata dalla iniziativa del Signore: lui si avvicina, si affianca al cammino, ascolta, spiega loro le Scritture, accoglie la preghiera, si ferma…
La Pasqua è così, per loro e anche per noi… E’ Gesù, il Risorto che viene incontro. Oggi ci è detto che non dobbiamo neanche cercarlo, non si tratta di aver già una fede convinta che ci consente di credere nella risurrezione, perché invece ci cerca lui, si affianca lui al nostro cammino.
Lui si fa vicino, cammina con noi… in quel tratto di strada che è la nostra vita oggi, la tua vita oggi.
Anche se siamo in casa in queste settimane, di fatto la vita è sempre cammino, è spesso è cammino segnato dalla fatica, da qualche delusione, dal dolore, anche da preoccupazioni… E per fortuna ci sono momenti anche belli del nostro camminare… Ma c’è la nostra vita oggi, quello che ci sta nel cuore adesso, che ci ha attraversato negli ultimi giorni, nelle ultime settimane.
Siamo noi e di noi il vangelo dice: “Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro”.
Mi chiedo; chiediamoci… dove si affianca il Signore risorto nel cammino della nostra vita? Quale esperienza della mia esistenza incrocia? Quali pensieri, desideri, attese, quali affetti o sofferenze trova nel nostro cuore nel cominciare a camminare con noi?
“Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro”.
Sono gli ammalati di questi giorni del coronavirus, quelli che lottano tra la vita e la morte, alcuni di questi li conosciamo magari bene… Di loro il vangelo oggi dice che Gesù si affianca al loro cammino.
Sono i medici, il personale sanitario, i farmacisti, i volontari nel campo della sanità e in tanti altri settori, coloro che sono rimasti “aperti” per il bene di tutti… e Gesù si affianca per camminare con loro.
E quanti amici, anche tanti giovani, si sono mobilitati per vivere la solidarietà, l’aiuto agli altri, la vicinanza, l’azione al servizio delle attività della caritas e per i bisogni quotidiani di tanti… e proprio Gesù, Lui, il Risorto si affianca e cammina con loro.
Quanta gente sulla strada…, chi l’avrebbe mai detto di questi tempi!
Qui a Santa Croce vedo anche tanti che vivono la realtà del lavoro: imprenditori, gente che ha dedicato la vita ad un progetto e ad una attività, gente con tanti progetti per il futuro, ai tempi in cui il coronavirus era ancora un nome lontano; ci sono poi tanti lavoratori, giovani, immigrati, gente con tanti anni di lavoro sulle spalle e che ne sarà del futuro e del lavoro? E poi tante famiglie che dal lavoro sentono dipendere i tempi avvenire… Proprio per questo oggi volentieri sono venuto a Santa Croce, un po’ simbolo di tutta la realtà lavorativa nella nostra diocesi… Ma proprio a questo mondo e a questi volti… Gesù in persona si fa vicino e condivide.
Poi ci sono amici segnati dal lutto, per i morti del coronavirus, ma non solo; e ci sono tanti preti che non si sono risparmiati in nulla per stare vicino alla gente, fisicamente dove necessario e con i tanti social; ma si vedono i bambini in un mondo che forse stentano a riconoscere, fatto di lezioni sul computer e magari impossibilità di vedere i nonni… a tutti loro è proprio Gesù che si avvicina e fa la loro strada, accompagnando ogni passo.
E se guardiamo bene… ci sei anche tu, ci sono anche io su questa strada, quello che siamo, non importa essere pronti per questo incontro e magari non lo riconosciamo neanche, ma Lui, il Signore, si affianca a noi e cammina insieme.
Così è Pasqua per tutti noi, comincia a raggiungerci l’eco della risurrezione e della vita, scende come rugiada sulle impronte che lasciamo con i nostri piedi, la nostra vita.
E forse il Signore fa con noi come fece con i due discepoli… Ci spiega, ci aiuta ad andare in profondità, cerca di farci capire, si svela, si fa riconoscere, cioè… ci racconta il suo amore, il suo amarci.
Il tempo che abbiamo vissuto, che ancora stiamo vivendo, il tempo in cui ci siamo fermati… è tempo anche di riflessione, di viaggio per accogliere le domande più profonde, più vere della vita… e cercare di capirci di più, di fare magari qualche scelta per il futuro…
Gesù accompagna in questa avventura… e ci spiega che il segreto di tutto è l’amore, è cercare anche nella nostra vita le tracce dell’amore, è scoprire che l’amore vero genera vita, suscita la vita. L’amore vero è Risurrezione.
Forse Gesù ci chiede: cosa hai capito della tua vita in questi giorni? E ci invita a raccontarla con le parole e i gesti dell’amore.
Allora sgorga anche in noi la preghiera: Resta con noi.
Il vangelo ci assicura che la nostra preghiera è ascoltata. Annota la pagina evangelica: “Entrò per rimanere con loro”… e si mette a tavola. E lì pone il gesto del dono della vita, della sua passione, del suo amore: spezzare il pane. Così lo si riconosce.
Se vediamo l’amore, se scopriamo l’amore, se viviamo l’amore allora vediamo che Lui, il Risorto, cammina con noi.
A me questa esperienza, nei giorni passati, nei giorni della quarantena o del lutto, nei giorni della celebrazione e del tempo passato in videochiamate o messaggi, nel tempo della amicizia e in quello della paternità come vescovo… questa testimonianza mi è stata regalata da tanti. Volti di amici, di preti, di familiari, di giovani e di anziani… che mi hanno fatto vedere l’amore e sono stati come quei due, testimoni, dell’incontro con il Risorto, e facendomi vedere l’amore mi hanno fatto incontrare e vedere proprio Lui, il risorto, con le lacrime agli occhi nello scoprire la delicatezza della sua presenza e della sua cura.
“Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme”. Così finisce la storia di questi due. Una vita che diventa annuncio, una cammino che si fa portatore di vita.
Forse questi due discepoli hanno oggi il nostro nome, il mio e il tuo…