La liturgia del Venerdì Santo ci conduce a rivivere la passione e la morte del Signore, il dono della sua vita sulla croce, per amore, per amare fino alla fine e ci mette in cammino, verso la croce, per adorare, come anche noi abbiamo fatto, la croce. E siamo condotti a stare sotto la croce, sostare come coloro che rimangono muti di fronte a tanto dolore e a tanto amore. Stare sotto la croce, come fecero Maria, la madre di Gesù e Giovanni, il discepolo amato.
Abbiamo vissuto poi anche la processione con il Cristo morto, verso la chiesa del Ss. Crocifisso. E’ una tradizione di queste terre che ci aiuta a rivivere, ad entrare in scena in questo evento della passione e della croce.
Vorrei soffermarmi su una domanda che abbiamo ascoltato e che viene pronunciata all’inizio del racconto di passione secondo Giovanni. E’ Gesù che, nel giardino del Getzemani, chiede per due volte a chi viene per arrestarlo: “Chi cercate?”. E alla riposta: “Gesù il Nazareno”, egli risponde: “Sono io”.
Viene in mente un’altra domanda di Gesù, la prima che il vangelo di Giovanni riporta. Essa fu rivolta ad Andrea e all’altro discepolo quando, vedendo passare il Signore, si misero ad andare dietro a lui. E Gesù, voltandosi verso di loro, chiese: “Che cosa cercate?” e alla risposta: “Maestro, dove abiti?”, egli rispose: “venite e vedrete”.
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