Ai presbiteri e diaconi, religiosi e religiose,
ai laici tutti della Chiesa di San Miniato.
All’inizio del nuovo anno pastorale mi rivolgo in particolare a voi che in varia misura avete un compito di responsabilità all’interno della comunità cristiana.
A che cosa siamo chiamati nel tempo che il Signore ci mette davanti? Questa mia lettera vuole rispondere con molta semplicità alla domanda, per aiutarvi a percorre la strada con impegno e gioia, protesi tutti alla edificazione dell’edificio santo che è la Chiesa, rispondendo a quella vocazione di santità che tutti ci riguarda.
La prima risposta non può che essere quella di sempre, ma non per questo scontata, piuttosto essenziale, semplicemente fondamentale: in quest’anno siamo chiamati ad amare di più il Signore, rendendoci più disponibili ad ascoltarlo, lasciandoci coinvolgere dallo Spirito di Dio attraverso i santi Sacramenti. Siamo chiamati a considerare la nostra vita alla luce del Vangelo, trasformandola in una esistenza evangelica. Siamo chiamati ad amare sempre di più il nostro prossimo, vicino e lontano, operando per la giustizia e la pace, nel dono generoso di noi stessi. Edificando una chiesa viva e veramente fraterna, annunciando e testimoniando il Signore in particolare a coloro che ancora non lo conoscono o lo hanno abbandonato. In una parola, siamo chiamati a vivere ‘l’ordinarietà’ della vita cristiana, quella ‘ferialità’ della santità che fu il tipico modo di vivere di Maria Santissima: nell’umiltà delle opere di tutti i giorni compiute con gioia, amore e fedeltà, in attesa del ritorno glorioso di Cristo e della vita che non avrà fine.
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