Ho sentito il bisogno di scrivere. L’ho sentito dal profondo dell’anima. Le parole che affido allo scritto, vorrei che fossero intese per quello che sono: cariche di angoscia da una parte e di tanto, tanto affetto dall’altra. Sono parole per voi, donne di questi luoghi e del mondo, ‘l’altra metà del cielo’, come siete state chiamate. Sono per te giovane donna e per te più avanti negli anni. Per te, istruita o senza cultura, che hai un posto nella società o non ne hai alcuno. Per te, che ancora sei all’ultimo gradino in tante parti della terra. Soprattutto per te, semplicemente donna, ferita, umiliata, sfruttata, uccisa. La mia angoscia sta qui: nel constatare quanta violenza assurda e imbecille si rovesci ancora su di te, da secoli, dentro casa o per la strada, da parte di chi ti sta più vicino, come di chi nemmeno ti conosce o quando gli uomini si divertono a fare la guerra, ma a pagare sei soprattutto tu. Quanta violenza fisica e morale devi sopportare ogni giorno, con la paura, il tormento, l’insicurezza che ti rovina dentro! Ti chiedo perdono, anche a nome di tutti coloro che ti hanno fatto e ti fanno del male, rovinando, o meglio, tentando di rovinare il capolavoro della creazione. Perchè questo tu sei: l’opera più sublime, più straordinaria, più sorprendente che il buon Dio abbia creato. E la mia fede mi dice che sei lì, nel punto più alto del cielo, con Maria, la più alta di tutte le creature.
L’angoscia che mi strozza il cuore, si accompagna all’affetto che voglio dirti e manifestarti. So che sei forte e niente e nessuno ti potrà mai davvero sconfiggere, ma so anche quanto hai bisogno d’amore, quanto sei sensibile all’affetto; come sia importante per te sentire affetto sincero e amore vero. E so che ti è essenziale non perchè tu sei fatta così, ma perchè in realtà l’amore è ciò che più conta nella vita, è il suo senso, è Dio stesso. E tu lo sai, prima e più profondamente di noi uomini; lo percepisci con tutte le fibre del tuo essere e per questo sei capace di una generosità senza misura. Oggi, come uomo e come Vescovo della Chiesa, voglio dirti un grazie pieno e sincero; per te prego e per te grido ‘basta’ al sopruso di chi ruba i tuoi sogni; per te voglio che cambino le cose, perchè nessuno più alzi la mano sopra di te e tu possa vivere giorni felici.