Guardiamo avanti. Con occhi di speranza. Anche se non sempre è facile, andiamo avanti. Insieme. Stringendoci l’uno all’altro in un abbraccio di solidarietà, di vera fraternità. Ci unisce la nostra umanità ferita, il dolore che sperimentiamo ogni giorno, le nostre fragilità e la fatica di rimanere uomini, nonostante tutto. Ci unisce il sogno di una vita migliore e più autentica, più bella. Ci unisce soprattutto quel Dio che si è fatto uno di noi perchè non avessimo paura di lui e imparassimo ad aprirgli il nostro cuore per dar vita a un mondo nuovo. Il mondo, così com’è, ci va giù male, è certo. Non ci piace. Lo vorremmo diverso. Con una vita dignitosa per tutti. Senza guerre e senza violenza; giusto, dove la persona, ogni persona sia amata e rispettata e nessun bambino debba soffrire o morire quando muove i suoi piccoli passi oppure nel seno della madre. C’è ancora un sacco di gente che muore di fame e altri che nuotano nell’oro. Chi è oppresso e sfruttato, senza lavoro e chi si può permettere di ridere sulle disgrazie degli altri. Si vende e si compra il corpo degli altri e spesso anche l’anima. Criminali, vestiti da banditi o in giacca e cravatta, imperversano, mentre la vita di un uomo sembra non costare niente. E Dio, quello vero, quello fatto solo d’amore è spesso dimenticato e allontanato dal cuore.
Che ce ne facciamo di un mondo così, dove si sta male per forza? Dove gli innocenti e i giusti pagano con la vita la fedeltà alla coscienza; i deboli e i disgraziati sono considerati un nulla, i diversi da noi, emarginati e le donne offese, violate, uccise?
Vogliamo un mondo diverso. Lo desideriamo con tutte le nostre forze. Lo sogniamo e lo attendiamo con impazienza. Ci dice il Concilio Vaticano II che scosse il mondo cinquanta anni fa: ‘Con l’incarnazione, il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato. Agnello innocente, col suo sangue sparso liberamente ci ha meritato la vita; in lui, Dio ci ha riconciliati con se stesso e tra noi e ci ha strappati dalla schiavitù del diavolo e del peccato; così che ognuno di noi può dire con l’Apostolo: il Figlio di Dio «mi ha amato e ha sacrificato se stesso per me»(Gal 2,20)’. (GS 22).