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Sintesi sui lavori del convegno regionale di sabato 7 ottobre a San Romano che ha coinvolto operatori dei Consultori familiari, dei Tribunali ecclesiastici e della Pastorale familiare diocesana in merito alla riforma dei procedimenti di nullità matrimoniale.
“Come promuovere di più la rete dei Consultori familiari di ispirazione cristiana come risorsa per le Chiese locali?” Questa preoccupazione ha mosso l’azione della Federazione Regionale Toscana che, insieme all’Ucipem, raggruppa i 16 consultori familiari di ispirazione cristiana presenti in 11 delle 17 diocesi toscane.
L’occasione per promuovere una riflessione ecclesiale a più voci, l’ha data la recente riforma del processo di riconoscimento della nullità matrimoniale, promossa da Papa Francesco con il Motu Proprio “Mitis Iudex Dominus Iesus” promulgato nell’agosto del 2015, una riforma che mira essenzialmente a snellire e rendere più celeri le procedure canoniche di riconoscimento della nullità matrimoniale, a favorire il più possibile l’accesso anche a coloro sprovvisti di mezzi economici e ad aprire percorsi che mirino, oltre ad appurare la verità sul matrimonio, alla cura pastorale delle coppie che vivono la crisi della propria relazione.
Mossa dall’intento iniziale, la Federazione Regionale dei Consultori familiari di ispirazione cristiana, in collaborazione con il Consultorio familiare “Giani” di San Miniato, si è fatta quindi promotrice di un incontro che approfondisse il tema coinvolgendo in primis i responsabili dei Consultori, ma anche gli operatori dei Tribunali Ecclesiastici e della pastorale familiare diocesana.
La giornata si è tenuta sabato 7 ottobre, nella splendida cornice del convento francescano di San Romano nella diocesi di San Miniato. A guidare la riflessione sono stati il vescovo di San Miniato, mons. Andrea Migliavacca, presente anche nella sua veste di esperto, docente di Diritto canonico presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e il presidente nazionale della Confederazione dei Consultori di ispirazione cristiana, don Edoardo Algeri, psicologo e sacerdote della diocesi di Bergamo.
L’incontro è stato introdotto dal dott. Sandro Spagli, presidente del Consultorio familiare diocesano “A. Giani” di San Miniato il quale, in veste anche di presidente della Federazione Regionale, ha presentato il convegno e la volontà di ricercare per la rete dei Consultori maggiori interazioni di collaborazione e servizio con le Chiese locali. C’è da dire che l’intento è stato molto apprezzato da tutti i partecipanti, provenienti numerosi da varie parti della Toscana, come ha sottolineato anche don Algeri che ha dato atto alla Federazione Toscana di aver per prima aperto in Italia una riflessione sull’argomento.
La cura pastorale dei fedeli separati o divorziati che dubitano della validità del proprio matrimonio o sono convinti della nullità del medesimo richiede un processo che coinvolge vari ambiti della pastorale familiare diocesana, ognuno con una sua specificità.
Nel suo intervento, mons. Migliavacca ha spiegato bene e con ottima capacità di sintesi, il ruolo svolto dai Tribunali ecclesiastici alla luce della riforma. Non spetta certo agli uffici pastorali né tanto meno ai Consultori familiari accertare la validità o meno di un matrimonio che è compito espletato dal Tribunale ecclesiastico attraverso le norme del Codice. Tuttavia nella ricerca della verità sul matrimonio e nella cura pastorale dei coniugi separati, le strutture della pastorale matrimoniale diocesana posso essere di grande aiuto al Vescovo che, anche nella sua azione di giudice canonico, mantiene sempre come preoccupazione e obiettivo la ricchezza della famiglia e la salvaguardia del bene delle persone o, come potremmo dire in linguaggio canonico, della loro “salus animarum”.
In particolare i Consultori possono svolgere un’importante compito nel servizio che gli è proprio, quello dell’ascolto e della consulenza: ovvero nella ricerca di un percorso di riconciliazione, in un ascolto attento dei coniugi che faccia luce sul loro percorso matrimoniale e che aiuti le persone ad affrontare, anche psicologicamente, un percorso procedurale di riconoscimento della nullità.
E’ un compito che richiede ai Consultori familiari di dotarsi anche di figure esperte in questo campo, così da arricchire la propria equipe multidisciplinare nel servizio organico della cura della famiglia.
Molto ampio e costruttivo il confronto dopo la relazione, che ha visto gli interventi del vicario giudiziale presso il Tribunale Etrusco, mons. Roberto Malpelo, di avvocati ecclesiastici, di responsabili dei Consultori familiari e di incaricati diocesani della pastorale familiare di varie parti della Toscana.
Nel pomeriggio, l’intervento di don Algeri, si è focalizzato sul ruolo dei Consultori familiari nel sistema del Welfare e sulla loro funzione socio-sanitaria ed educativa.
Don Algeri si è soffermato sulla funzione principale dei consultori in aiuto e sostegno alle famiglia, i quali operano in posizione diversa rispetto agli organismi della Pastorale familiare, da cui si differenziano per metodologie e professionalità; dell attenzione che le istituzioni statali e quelle regionali stanno cominciando ad avere nei confronti dei Consultori non pubblici, della riforma del Terzo Settore e delle modifiche introdotte dalla recente legge in ambito giuridico e fiscale per le ONLUS ed il Registro del volontariato.
Nel complesso, una giornata che ha visto un confronto molto interessante sia per i contenuti sia per la metodologia di coinvolgimento di operatori di vari ambiti in un campo, quello del servizio al bene prezioso della famiglia, che necessita sempre più di cura pastorale e di un lavoro di rete attento e qualificato.
Federazione Toscana dei Consultori Familiari di ispirazione cristiana
Consultorio Familiare “A. Giani” della Diocesi di San Miniato